«Luy prit une pisse chaude qui le tourmenta fort, mais ses médicins le secoururent bien, avec force drogues diurétiques et luy firent pisser son malheur». Così Rabelais decantava le virtù dell’ Uva Ursina, la pianta in grado di guarire Pantagruel.

Diffusa in nord Europa ed Italia, l’uva ursina detiene da secoli lo scettro della cura  per tutte le forme di infezione delle vie urinarie, quali cistiti, uretriti o prostatiti. Sconosciuta ai Greci e ai Latini, pare sia stata importata dall’Asia e poi scoperta dal botanico francese Michel Adanson nel 1763 che la classificò col termine Arctostaphilos (dal greco arctòs che significa”orso” e staphilos “uva”). I primi studi scientifici sulle proprietà della pianta iniziarono a Padova nel 1764, con il farmacologo Girardi, il quale ne dimostrò l’azione solvente sui calcoli renali. Una leggendamedievale racconta che, tanto tempo fa, un eremita inseguito da un orso affamato, trovò rifugio in una grotta. Davanti all’ingresso della grotta c’era un enorme cespuglio di uva ursina piena di bacche. L’orso le mangiò di gusto e poi se ne andò, dimenticandosi dell’eremita, che così fu salvo. Da allora quell’orso diventò mansueto e non attaccò mai più nessuno. Da questa storia deriva, appunto, il nome di uva ursina, poiché gli orsi ne sono ghiotti.

In fitoterapia questa pianta è considerata fondamentale per combattere  sia l’infiammazione, sia  l’infezione urinaria. L’arbutina in essa contenuta  è capace di alcalinizzare e quindi rendere più sane le urine. La pianta presenta un’azione antibatterica verso gli stafilococchi e l’ Escherichia coli, responsabili della maggior parte delle infezioni urinarie, mentre i tannini esercitano un’ azione astringente sull’intestino, che spesso risente delle infezioni urinarie. Infine i flavonoidi svolgono un’azione diuretica antinfiammatoria, utilissima nelle infezioni, caratterizzate da forte bruciore, che necessitano un risciacquo di tipo meccanico dei condotti urinari. L’uva ursina può essere efficacemente prescritta in caso di cistite acutacistite cronica o uretrite. In ambito geriatrico, è utile nelle ipertrofie prostatiche o nelle cistiti da catetere. Spesso il solo utilizzo dell’uva ursina rende superflua la somministrazione di antibiotici.

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