L’Organismo Unitario dell’Avvocatura critica fortemente la bocciatura, oggi, dell’emendamento al ddl stabilità, che prevedeva lo slittamento di due anni per i previsti e fortemente contestati tagli di circa mille uffici giudiziari.

Da Lentini, in un convegno promosso dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Siracusa, Maurizio de Tilla, presidente Oua, una volta respinto l’emendamento, non ha mancato di evidenziare, «il forte rammarico per una scelta del Parlamento che danneggia la macchina giudiziaria e risponde esclusivamente alle pressioni improprie di una parte della magistratura e del Csm». de Tilla sottolinea «l’assurda e offensiva dichiarazione del vicepresidente del Csm, che, oltretutto, è un avvocato, rivolta contro le istanze dell’avvocatura espresse nel Congresso Nazionale Forense, che hanno chiesto a viva voce di soprassedere per il momento da una scelta che prevede l’abbattimento di uffici giudiziari per aprire, invece, un tavolo di discussione e di proposta per esaminare più a fondo l’articolazione territoriale degli uffici giudiziari.

 

Il Csm – continua – è venuto meno a un compito di equilibrio costituzionale e per tale posizione l’avvocatura esprime la propria amarezza».

«Siamo in presenza di una vera e propria rottamazione del sistema – aggiunge – e’ il requiem della giustizia di prossimità. Ma l’Oua continuerà a stare a fianco delle migliaia di sindaci, cittadini e ordini forensi che da diversi mesi denunciano l’irrazionalità delle scelte del Governo, che non produrranno risparmi adeguati e le gravi conseguenze sul territorio, sulle imprese e le popolazioni interessate. Altro che tutela dei diritti e di impulso alla competitività economica».

«Ma non finisce qui – continua – l’iniziativa dell’Oua prosegue, ricordiamo che abbiamo promosso una serie di ricorsi per far valere la incostituzionalità della normativa, visti i diversi profili di illegittimità (artt. 72,76,77), insieme agli Ordini e alle Associazioni forensi, in diversi procedimenti (già introdotti davanti ai T.A.R. di Lazio, Sardegna, Basilicata, Emilia Romagna (c’è già un’ordinanza del Tribunale di Pinerolo di rimessione alla Consulta). E appoggeremo anche i lavoratori dei tribunali di Sulmona, Melfi e Rossano che hanno impugnato il provvedimento dinanzi al giudice del lavoro»

«La strada del dialogo viene per il momento affossata – conclude de Tilla – ma non mancheremo di chiedere, anche subito, al Parlamento l’immediata sospensione dell’d.lgs. n. 155 e 156 del 2012, di revisione della geografia giudiziaria, per provvedere, invece, a un ripensamento della riforma delle circoscrizioni che si faccia davvero carico di coniugare efficienza e risparmi di spese sulla base di un’effettiva e approfondita analisi della realtà».

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