Pochi soldi, panettoni senza uvetta, regali ancora meno, niente vacanze. Il natale dell’austerity vale solo per il popolo e mai per chi comanda sui soldi degli altri.

Il gracchiante Ratzinger, sommo pontefice della chiesa esentasse, fa da testimonial alla Apple, che dopo la beatificazione di Steve Jobs si è rivolta al capo della setta più potente del mondo. Ed è così che alla vigilia dell’8 dicembre il papa è dotato di sacro I-Pad per accendere l’albero di natale di Gubbio, direttamente dalla sua Jacuzzi in Vaticano. Il sindaco di Roma Giannino Alemanno, dopo aver addobbato il suo albero di casa con i classici fasci e i manganelli di zucchero natalizi, ha trovato invece un’infausta sorpresa sotto il suo balcone preferito. A piazza Venezia è stato infatti montato un albero a forma di spinello in cartapesta costato appena 25.000 euro, una minima parte, invero, degli 800.000 previsti per le decorazioni della capitale. L’Alemanno furioso si è subito lanciato in un’offensiva “salva decoro”, facendo deportare l’albero della discordia all’Eur e sradicando un vero abete da Pistoia per rendere degno omaggio ai contribuenti. La ditta realizzatrice dell’arbusto della discordia si stupisce che il sindaco non ne sapesse nulla, visto che è stato proprio lui ad approvare il presepe in metallo con elettroshock antiturista nella stessa piazza Venezia. Ma ferma e risoluta arriva la replica del primo cittadino che dall’alto dei suoi  9.762,94 euro lordi mensili tuona: “chi ha sbagliato, pagherà.

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