Cari lettori, il “Legislatore Illuminato” con le riforme in atto non è in grado di assicurare l’unica cosa che dovrebbe assicurare, ovvero la certezza del diritto.
È con grande orgoglio che Vi presento una eccezione di incostituzionalità avanzata dal Tribunale di Cremona, che invita la Consulta ad esprimersi attraverso un giudizio di illegittimità costituzionale in relazione all’abrogazione retroattiva delle tariffe professionali.

Il Tribunale di Cremona, sostanzialmente, solleva la questione dicendo una cosa sacrosanta… Legislatore non puoi cambiare le carte in tavola a gioco iniziato… ma devi prevedere un periodo di transizione e l’eventuale abrogazione delle tariffe deve essere riferita esclusivamente ai nuovi incarichi professionali e non può coinvolgere rapporti pregressi.

Scrive il tribunale nell’ordinanza con la quale rimette la questione alla Corte costituzionale: “L’art. 3 della Costituzione infatti, nello stabilire il principio di uguaglianza e, quindi, di ragionevolezza delle scelte del legislatore, impone di salvaguardare la certezza dell’ordinamento, in funzione dell’affidamento dei cittadini, che devono poter orientare le proprie condotte, confidando che esse non saranno sindacate ex post, in base a norme non vigenti e, dunque, non conoscibili al momento in cui la fattispecie produttiva di effetti giuridici era ancora in fieri.”

“Infatti l’autonomia negoziale, cui la liberalizzazione vorrebbe fare da volano, risulta veramente spendibile solo nel momento – anteriore all’instaurazione del rapporto – delle trattative e, quindi, solamente con riguardo ai contratti ancora da stipulare, successivi alle nuove disposizioni, mentre, per quelli già conclusi in epoca precedente e tutt’ora in fase di esecuzione, il mutamento dei compensi in corso d’opera si traduce in un mutamento dell’equilibrio contrattuale a suo tempo concordato tra le parti (con una di esse che inevitabilmente finisce per guadagnarci e un’altra per perderci), a dispetto delle valutazioni di convenienza dalle stesse condotte al momento della stipulazione, quando invece, in passato, era sempre stato pacifico che le nuove tariffe che via via entravano in vigore si sarebbero applicate solo ed esclusivamente agli adempimenti successivi”.

Ed ancora il Tribunale di Cremona: “in pratica, dietro l’apparente schermo della liberalizzazione, si tenta di risolvere il problema della giustizia, facendo leva sul solito versante delle spese: fino ad oggi lo si era fatto calcando la mano sulla soccombenza; oggi lo si fa svilendo il lavoro degli avvocati.”

La violazione delle norme costituzionali richiamate dalla sentenza getta un’ulteriore ombra sull’”Illuminazione” di questi personaggi e professoroni chiamati a legiferare sull’onda di una crisi finanziaria determinata da loro stessi.

Il caos nel quale hanno “buttato” la “Giustizia” non fa che lasciare basiti gli operatori del diritto e non fa altro che minare ed accrescere la sfiducia dei cittadini verso tutti gli operatori della giustizia, creando soltanto ed esclusivamente le occasioni per accrescere i contenziosi anche tra clienti ed avvocati.

La Corte Costituzionale dall’insediamento dell’attuale compagine di “Legiferatori” è stata chiamata più volte per esprimere il proprio sindacato sulla conformità dei provvedimenti presi alle norme Costituzionali… a questo punto mi chiedo se tali personaggi sappiano effettivamente quello che fanno, quando lo fanno e perché lo fanno… ovvero se dobbiamo soltanto, con tanta amarezza, rassegnarci e pensare: “perdona loro… perché non sanno quello che fanno!!!

Abbiate pazienza ma non finirò mai di battermi per la Giustizia, la vera Giustizia. Non posso perdonare nulla a questi “Illuminati”…
Tribunale di Cremona, giudice Borella, ordinanza depositata il 13 settembre 2012

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