Con le sentenze depositate oggi, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha accolto tutti i ricorsi presentati da Associazioni, singoli avvocati, Organismo Unitario dell’Avvocatura e Ordini forensi sul regolamento ministeriale numero 144 del 2015 riguardante l’attuaizone della riforma dell’ordinamento forense.

Soddisfazione è stata espressa da tutti i ricorrenti perché di fatto, ogni sentenza, “distrugge” una parte di regolamento (in allegato le sentenze riguardanti i ricorsi di Oua e Anai).
Soddisfazione è stata espressa dal presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, Mirella Casiello: “Una buona notizia per gli avvocati italiani. Vengono accolte le nostre critiche, anche grazie al lavoro eccellente del nostro difensore, Antonino Galletti. La suddivisione delle branche di specializzazione erano irragionevoli e artificiose e danneggiavano la maggioranza dell’avvocatura”.
Quindi Casiello rivolgendosi al ministro Orlando chiede che “si metta subito mano a una modifica del regolamento, l’Oua è disponibile a contribuire affinché si eviti che si perda altro tempo insistendo su un approccio sbagliato, che purtroppo altre associazioni specialistiche hanno acriticamente perseguito, insieme al Cnf”.
“Si faccia un passo avanti, tutti assieme – conclude –.  Non sprechiamo l’occasione di un necessario processo di modernizzazione e professionalizzazione per la categoria”.

“Il TAR Lazio bocciando il regolamento ministeriale sulle specializzazioni forensi conferma tutte le perplessità manifestate da ANF. Non solo è stato annullato il colloquio dinanzi al Consiglio Nazionale Forense per l’eccessiva discrezionalità in capo a quest’ultimo, ma addirittura ad essere cassato è  l’elenco delle materie su cui specializzarsi perché ‘non risulta rispettato né un criterio codicistico, né un criterio di riferimento alle competenze dei vari organi giurisdizionali esistenti nell’ordinamento, né infine un criterio di coincidenza con i possibili insegnamenti universitari, più numerosi di quelli individuati dal decreto’”. Ha dichiarato il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Luigi Pansini.
 “La sentenza resa nel procedimento promosso da ANF evidenzia inoltre altri aspetti non secondari. Infatti – continua Pansini –  è da escludere la riferibilità al Consiglio Nazionale Forense della gestione, in proprio, dell’attività di formazione proposta, così come non vi è alcuna riserva esclusiva in favore del CNF, degli ordini e delle associazioni specialistiche quanto all’aggiornamento professionale per mantenere il titolo di specialista, con ciò confermando i principi costituzionali e comunitari in materia di libertà di iniziativa economica e di concorrenza”.
 “Anche se il TAR ha accolto il ricorso di ANF – aggiunge Pansini – non si può essere certo contenti del tempo perduto e dell’occasione non sfruttata per fare delle specializzazioni un elemento veramente caratterizzante la professione di avvocato. L’auspicio è che, così come per il regolamento ministeriale in tema di elezioni forensi, che comunque non ha visto ancora realizzata la soluzione normativa proposta dal Ministro della Giustizia, si possa effettivamente realizzare quel momento di reale confronto che è mancato nel corso di tutto l’iter di formazione del regolamento annullato oggi dal TAR”.
“È un regolamento da rivedere perché l’Avvocatura ha diritto ad un’idea di specializzazione che le possa permettere, effettivamente, di rispondere alle sempre più numerose e difficili istanze dei cittadini” – conclude Pansini.

Soddisfazione è stata espressa anche dall’Associazione Nazionale Avvocati Italiani. «Accogliendo parzialmente per una pluralità di ragioni i diversi ricorsi di Anai, Oua, ANf, Ordini forensi, Associazioni e singoli avvocati, il Tar Lazio ha sostanzialmente demolito il regolamento sulle specializzazioni che dovrà essere rifatto dal Ministro della Giustizia» ha detto il presidente Anai Maurizio De Tilla.
«Nella previsione di questo risultato il CNF già da tempo ne ha sospeso l’efficacia. Dopo l’annullamento del regolamento elettorale, la ulteriore caduta sul regolamento sulle specializzazioni sta a dimostrare quanta poca attenzione sia rivolta alla legittimità e congruità dei regolamenti di attuazione della riforma dell’ordinamento forense» ha concluso De Tilla. 

Tar_Lazio_s_44242016.pdf
Tar_Lazio_s44272016.pdf

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