Egitto 2013, la maggioranza islamica del parlamento sta per approvare un insieme di norme relative al sesso con il coniuge morto. Per la precisione è previsto che l’uomo possa penetrare la moglie già trapassata purché il cadavere sia fresco, cioè entro sei ore dal decesso.

Se la mummificazione rappresenta l’idea di vita eterna, questa mozione associa la condizione del post-coitum al presupposto del post-mortem. In pratica verrebbe a cadere l’antico adagio, finora più che valido, del “basta che respira”, con tanto di referto medico a testimonianza del tempo trascorso dall’ultimo battito all’ultima cavalcata amorosa.

La maggior parte delle testate on-line grida allo scandalo della necrofilia legalizzata e, tra gli altri, Libero, TgCom, Leggo e Affaritaliani riportano lo stesso testo sensazionalistico ricalcato dal Daily Mail. Ma per i giornalisti del copia e incolla la bufala è dietro l’angolo, mentre la figura di merda è sotto gli occhi di tutti. La rettifica arriva solo dal Secolo XIX che sfodera sospettosi condizionali solo dopo la smentita ufficiale da parte dell’ambasciata egiziana di Londra.

Verificare le fonti è uno sforzo troppo grande per gli avvoltoi delle notizie infondate, mentre l’ammissione di colpa non rientra nelle loro facoltà cognitive. A costoro va un ultimo avvertimento: La Sposa Cadavere di Tim Burton non è un documentario sui matrimoni egiziani.

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