La fiducia dei consumatori, i contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali passando per le compravendite immobiliari e mutui. Le variazioni sono tutte distinte dal segno rosso: l’Istat dice che la situazione economica italiana peggiora

Fiducia dei consumatori
A settembre l’indice del clima di fiducia dei consumatori in base 2005=100 passa da 86,1 a 86,2.
Crescono leggermente sia la componente riferita al clima economico generale (da 69,5 a 71,0) sia, in misura più limitata, quella relativa al clima personale (da 92,0 a 92,3).
L’indicatore del clima corrente è stabile a 94,0, quello riferito alla situazione futura aumenta lievemente (da 76,7 a 76,9).
I giudizi sulla situazione economica dell’Italia risultano in lieve peggioramento (il saldo passa da -134 a -136), mentre le aspettative future migliorano in misura significativa (da -66 a -56). Le attese sulla disoccupazione sono in aumento (da 112 a 114 il saldo).
Le opinioni sulla situazione economica della famiglia peggiorano (da -65 a -75 il saldo), mentre le attese restano stabili (-36). Anche i giudizi sul bilancio familiare peggiorano (da -17 a -24 il saldo). I pareri sulle opportunità attuali di risparmio registrano un miglioramento (da 122 a 143), mentre restano stabili quelli sulle possibilità future (-92). I giudizi sull’opportunità di acquisto di beni durevoli risultano in lieve diminuzione (da -102 a -103 il saldo).
Il saldo dei giudizi sull’evoluzione recente dei prezzi al consumo è in forte aumento (da 50 a 81). Le valutazioni sull’evoluzione nei prossimi dodici mesi indicano una decisa crescita della dinamica inflazionistica (da 14 a 30 il saldo).
A livello territoriale il clima di fiducia aumenta nel Nord-ovest, nel Nord-est e al Centro, diminuisce nel Mezzogiorno.

Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali
Alla fine di agosto 2012 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 71,0% degli occupati dipendenti e al 67,5% del monte retributivo osservato.
Nel mese di agosto l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie cresce dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell’1,6% rispetto ad agosto 2011. Nella media del periodo gennaio-agosto 2012 l’indice è cresciuto, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, dell’1,4%.
Con riferimento ai principali macrosettori, ad agosto le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale del 2,0% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che ad agosto presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia elettrica e gas (2,9%), tessili, abbigliamento e lavorazione pelli, gomma plastica e lavorazioni di minerali non metalliferi (2,8%), chimiche, legno, carta e stampa (2,7%). Si registrano, invece, variazioni nulle per telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Ad agosto, tra i contratti monitorati dall’indagine, si è registrato il recepimento dell’accordo per i dipendenti delle imprese che effettuano attività ferroviarie.
Alla fine di agosto la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 29,0% nel totale dell’economia e del 7,6% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 32,1 mesi per l’insieme degli occupati e di 32,4 mesi per il settore privato

Compravendite immobiliari e mutui
Nel primo trimestre 2012 le compravendite di unità immobiliari (154.813) sono diminuite del 16,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il 92,9% delle convenzioni ha riguardato immobili per abitazione, il 6,3% unità immobiliari ad uso economico.
Rispetto al primo trimestre 2011, le compravendite di immobili ad uso residenziale sono diminuite del 17,2%, quelle di immobili ad uso economico dell’11,8%.
Per entrambe le tipologie di utilizzo si registrano variazioni tendenziali negative in tutte le ripartizioni territoriali e le diminuzioni più marcate si osservano al Centro (-21% per le compravendite ad uso residenziale e -22,4% per quelle ad uso economico).
Le compravendite ad uso residenziale diminuiscono in minor misura al Sud (-14,7%) mentre per quelle ad uso economico è il Nord-ovest a registrare la flessione tendenziale più contenuta (-1,9%).
Per le compravendite ad uso residenziale la diminuzione tendenziale registrata nei grandi centri (-17,1%) è lievemente inferiore rispetto a quella osservata nei centri minori (-17,3%).
Le compravendite ad uso economico mostrano un calo tendenziale più marcato nelle città metropolitane (-13,5%) e minore, pari al -10,8%, nelle altre città.
Nel primo trimestre 2012 i mutui (92.415 in totale) sono diminuiti del 49,6% rispetto al primo trimestre 2011. In particolare, i mutui con costituzione di ipoteca immobiliare (64.116) hanno registrato una flessione tendenziale del 39,2%, quelli non garantiti da ipoteca immobiliare (28.299) sono diminuiti del 63,6%.
Tutte le ripartizioni territoriali mostrano variazioni tendenziali negative per entrambe le tipologie di mutuo.
Per i mutui non garantiti da ipoteca immobiliare è il Centro (-74,5%) a registrare la flessione tendenziale più marcata.
Per i mutui garantiti da ipoteca immobiliare il calo tendenziale maggiore si registra nelle Isole (45,8%).
La diminuzione tendenziale dei mutui osservata sul territorio di competenza degli archivi notarili distrettuali con sede nelle città metropolitane (-67% per i mutui senza costituzione di ipoteca immobiliare e -40,1% per i mutui garantiti da ipoteca) è maggiore di quella registrata nei restanti archivi (rispettivamente -61,2% e -38,6%).

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