Cristiana Alicata, dirigente PD del Lazio, quando ha sollevato la questione delle file di rom davanti ai seggi per votare le primarie del PD è stata linciata dal suo partito, e per polemica si è quindi dimessa.

Rom e  immigrati, erano così tanti da destare il sospetto che dietro ci fosse qualcosa di diverso dalla partecipazione. E come non farsi venire il sospetto: per chi dovevano votare quei rom e  quegli immigrati? Chi li ha cooptati?

Questioni assolutamente corrette da porsi indipendentemente  dalla effettiva volontà e libertà della comunità rom o di immigrati che  voleva  esprimere le sue preferenze.  E indipendentemente dell’effettiva  incidenza sulla vittoria del candidato.

Così scriveva Cristiana sul suo stato di facebook: “Le solite incredibili file di Rom che quando ci sono le primarie si scoprono appassionatissimi di politica”. 

E’ una frase ambigua che può essere interpretata in vari modi.  Il più immediato, purtroppo quello che conta, è che i rom, che sono un’ etnia  – e quindi si entra subito nello scivoloso terreno della  razza – vanno a votare solo quando gli farebbe comodo. Praticamente una razza corrotta e opportunista. E questo  evoca  un po’ le oscenità delle destra e di Cota per esempio quando gridava in tivvù: “gli immigrati che violentano le nostre donne”. E ricordiamo pure che uno dei fiori all’occhiello della campagna di Alemanno del 2008  fu il rumeno violentatore di Giovanna Reggiani contro il quale si innescò la “corsa alla sicurezza” che comprendeva  tutto il possibile odio contro i rom e le loro presunte ruberie, l’ annessa retorica  sul lavoro, cui seguì un  trionfo di ruspe per distruggere  baracche di disperati,  cioè di persone intrinsecamente criminali. 

La frase di  Cristiana Alicata ha fatto molto reagire soprattutto in seno al  suo partito e sui social network ai quali va sempre la palma del ragionamento uniforme e modesto, detto  anche “libertà di esprimersi”.

C’era invece  un altro significato che andava colto, soprattutto da  chi  fa politica, che era però il senso della frase di Alicata.

I rom sono accusati di tutto sempre, relegati in  condizioni disperate, senza che nessuno si  sia mai  adoperato per la loro integrazione, a parte andare nei campi, fare un sospiro a favore delle telecamere e sparire. E’ un dato  evidente che  acquistano  eminente valore politico (il solo)  durante le elezioni, in particolar modo quelle  regionali e municipali. Per la destra hanno sempre un valore negativo in quanto  poveri, stranieri, poco codificabili, e pertanto ladri e violenti. Infelice effetto delle velleità  ultraliberiste  per cui  chi è povero è per colpa sua.  Per la sinistra hanno un valore intriso di  melassa veltroniana che dimentica  anche cosa ha detto il  giorno prima. Una  modalità in linea con lo zeitgeist. In Francia, alla periferia di Parigi (Ris-Orangis) il sindaco socialista ha voluto che 13 bambini della comunità gitana andassero in una classe a parte della scuola pubblica, separati dai francesi. Bisogna perciò vedere  le cose quando accadono e capire dove sta il razzismo.  E questa manipolazione,  durante tutte  le elezioni, così  opaca e poco credibile  è la cosa  più  razzista  e vile che viene perpetrata contro i rom da anni.

Nel caso della frase di Alicata la cattiva coscienza del Pd è quindi emersa come autodenuncia.

Sono anni che il blogger Daniele Sensi sull’Espresso documenta le frasi razziste degli ascoltatori e dei giornalisti conduttori di Radiopadania.  Questa  radio così  oltraggiosa  e offensiva  dello spirito  repubblicano, e della Costituzione,  simile piuttosto a un sinistro megafononazifascista prospera indisturbata, finanziata da denaro pubblico, raccogliendo  odio, rancori e  stupidaggini che vanno dagli ufo ai complotti contro i padani.  In questa radio  si esaltano senza freni azioni violente contro rom e  immigrati.  E’ una  vergogna  che resti lì senza  che nessuno prenda seriamente in considerazione di chiuderla. Ma non si fa  perché aprirebbe una ridda di polemiche sui finanziamenti  pubblici ai media, sulla libertà di stampa e così via. Ragione per cui,  si è  arrivati al paradosso più razzista del mondo: il giornalista Daniele Sensi è stato  denunciato da Radiopadania, per aver copincollato  l’audio e  le parole della radio nel suo  blog. Non si sopporta neanche il proprio specchio al punto che lo si vuole denunciare.

Qualcuno ha mai  sentito un esponente del PD dire qualcosa a riguardo durante questi anni?  “Linciare”  Radiopadania?

Più comodo  farlo con una persona sola. Tutti contro  Cristiana Alicata.  Cavalcare l’effetto di  una frase goffa ma veritiera se  letta senza le lenti dell’ipocrisia è  molto più vantaggioso che   rispondere puntualmente alla reale questione da lei sollevata.

Non fosse per questo avvenimento la situazione dovrà essere ribaltata. In caso di vittoria del PD  si dovrà  seguire passo passo le azioni fatte per i rom e in caso di mancato interessamento coprirli di accuse di razzismo e chiedere dimissioni.

La comunità rom di via Candoni,  chiamata in causa,  ha  mostrato se possibile  quanto ci si possa far  strumentalizzare  per bene e quanto si possa essere tragicamente ottusi non capendo gli obiettivi. Mai intervenuta contro le  gravi discriminazioni razziali che prosperano indisturbate nel paese, totalmente incapace di organizzarsi con le altre comunità rom  per ottenere realmente  un’integrazione, ha preferito attaccare Cristiana Alicata e denunciarla per “odio razziale”.

Questo  ovviamente mentre il destino dei rom, di tutti, compresi quelli di via Candoni,  si sta compiendo altrove indisturbato. Con  altri personaggi e altre politiche alle quali si stanno spianando autostrade.

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