28 luglio 1914 – 24 maggio 1915, il tempo della VERGOGNA.
10 mesi durante i quali la MISERABILE classe politica italiana, andava alla ricerca di vantaggi, con ricatti, trattative squallide, tradimenti, per preparare la propria ENTRATA nella PRIMA GUERRA MONDIALE.

Obbrobrio che, alla fine fu portato a compimento, e del quale, il 24 MAGGIO prossimo, ricorrerà il 100° anniversario, il cui emblema dovrebbe essere, secondo me, “LA DISFATTA di CAPORETTO”, anche se ci fu di peggio.

I pochi successi riportati dall’Italia, furono dovuti all’enorme spirito di sacrificio e al coraggio dei suoi COMBATTENTI; ma se non ci fosse stata la grande PREPARAZIONE politica e militare, l’ABILITA’ STRATEGICA, la POTENZA della Gran Bretagna e della Francia, con la stoccata finale degli USA; se non ci fosse stata l’IMPLOSIONE degli Imperi Centrali che, ad un certo momento, cedettero, corrosi dai tracolli politici, economici e militari, dove avrebbero portato il nostro Esercito (e quindi il nostro Paese), GENERALI MACELLAI o VELLEITARI come Cadorna, Diaz ecc.? E i nostri POLITICI INADEGUATI e affetti da NANISMO, invisi a tutti, alleati e nemici; incapaci di FARSI VALERE, di comunicare DIGNITA’ e RISPETTO, di stringere ALLEANZE e attirare CONSENSI?

E che dire di come fu condotta, alla fine della guerra, la Conferenza di Pace di Parigi, dal 18 GENNAIO 1919 al 20 GENNAIO 1920, da Vittorio Emanuele ORLANDO e Sidney SONNINO? In lite addirittura tra di loro su CHE COSA CHIEDERE in compenso per la “VITTORIA”; con la boria, l’altezzosità, l’arroganza, come se la guerra l’AVESSERO VINTA solo LORO e tutti gli altri fossero stati semplici spettatori. Minacciarono, se ne andarono tra il LUDIBRIO GENERALE, e dovettero poi ritornare sui loro passi (solo Francesco Saverio Nitti riuscì ad ottenere qualche buon risultato).
La regola era CHIEDERE, CHIEDERE, CHIEDERE, senza prospettare nulla, senza sostenere fondatamente nulla, senza trattare su nulla, come chiedono i MENDICANTI per STRADA (e semmai si accapigliano per una monetina o, in alternativa, un tozzo di pane, chiedendo, alla fine entrambe le cose, risultando così PETULANTI, INSISTENTI e MERITEVOLI di andarsene a mani vuote, senza NULLA, o, a Dio piacendo, delle briciole al posto di un calcio nel sedere, il che finisce con l’essere già qualcosa).
Il risultato d’insieme fu QUASI NATURALMENTE scadente, date le premesse di IMBECILLITA’ politica e militare degli Italiani, durante l’intero conflitto, e l’attitudine dei “negoziatori” a farsi ridere appresso, senza riuscire a creare nessun rapporto sincero e costruttivo con gli ALLEATI (che, a differenza del Regno d’Italia, erano stati tra loro alleati, fin dall’inizio della guerra; avevano un altro modo di rapportarsi, un altro feeling direi, che non si fu capaci di interpretare e accompagnare, sul versante dei tronfi panciotti e volti pieni di saccenza, nostrani).

La colpa, tanto per cambiare, non fu elaborata con una SANA AUTOCRITICA, ma fu affibbiata AGLI ALTRI (anche questo tipicamente nostrano): agli “scorretti”, “inaffidabili”, “antitaliani (per hobby?)”, “razzisiti (forse)” ecc. ecc. Inglesi, Francesi e (perché no?) Americani; da qui la nascita, ancora una volta QUASI NATURALE, ineluttabile e prevedibile dell’AUTORITARISMO e dell’ISOLAZIONISMO (ecco perché la PRESENZA in quel modo sciagurato dell’ITALIA nella PRIMA GUERRA MONDIALE, può senz’altro considerarsi l’INIZIO di tutti i nostri guai di DOPO; dal FASCISMO alla DISASTROSA SCONFITTA e ai DEVASTANTI STRASCICHI nella SECONDA GUERRA MONDIALE).

Tutti questi GENERALI e POLITICI ce li ritroviamo oggi nei nomi delle PIAZZE, delle STRADE, dei PARCHI, venendosi così a determinare un DANNOSISSIMO e PERICOLOSISSIMO precedente; un andazzo, uno stile, per cui qualsiasi MEZZA SEGA che abbia qualcosa da dire in Italia (come ce ne sono a migliaia in altri Paesi e, tutt’al più hanno uno speakers’ corner dove sfogarsi) pretende di PASSARE alla STORIA, e quindi vedersi dedicate piazze, viali ecc. (se ce l’hanno fatta loro…), da un Pannella a un Grillo, un Miglio (lasciamo perdere Bossi e pure quel QUARTO di SEGA di Salvini), un Guglielmo Giannini (ricordate l’Uomo Qualunque?), persino Enzo Tortora (vittima di una Giustizia imbelle, non Eroe della Patria), o addirittura Bettino Craxi. Lasciando perdere per Grazia di Dio, Mussolini e i Gerarchi che pure a questo aspiravano, senza riuscirci (ci sono riusciti, peraltro, gli Andreotti, i Fanfani, i Leone, i Cossiga; io pavento pure un Berlusconi, un Cardinal Bertone, e perché no? Uno Schettino); si comprende perché, nonostante le ENORMI POTENZIALITA’ e CAPACITA’ del POPOLO ITALIANO, siamo sempre in un RITARDO CRONICO sull’orologio della Storia.

8 SETTEMBRE 1943 – 25 APRILE 1945, il tempo del RISCATTO e della LIBERTA’.

1 anno e ½ durante il quale, con il sangue, i sacrifici, le sofferenze, gli atti di coraggio, le contraddizioni anche, le lacrime, il dolore, i lutti, la caparbietà e la volontà, gli ITALIANI sono riusciti ad AFFRANCARE il nostro SVENTURATO, GRANDE e MERAVIGLIOSO PAESE dalla FECCIA, la BARBARIE, il TOTALE ANNIENTAMENTO.

Quale migliore EMBLEMA delle 4 GIORNATE di NAPOLI dal 28 settembre al 1 ottobre 1943? La “nostra” PRESA della BASTIGLIA, anche se (come fu per la presa della Bastiglia il 14 luglio 1789 a Parigi) molti altri gravissimi e drammatici eventi dovevano seguire fino al 25 APRILE del ‘45.

Ora siamo a metà strada verso un FUTURO MIGLIORE, rispetto al TRENTENNIO 1915 – 1945 che ha frantumato e polverizzato proprio l’ossatura del NOSTRO PAESE, e i successivi decenni di lenta, a volte lentissima e contrastata ripresa, ma anche di creatività, di fiducia ed entusiasmo.

LA STORIA CONTINUA e possiamo ben sperare.

Il PROSSIMO 25 APRILE sarà il 70° ANNIVERSARIO della LIBERAZIONE.

Anche questo è un NUMERO TONDO.

Ora, secondo te, LETTORE attento e dotato di spirito critico, onestà intellettuale, animo sereno e buona cultura, quale dei DUE EVENTI STORICI che lo SCANDIRE dei numeri tondi, colloca nel 2015 merita di ESSERE CELEBRATO, in Italia, con GIOIA e con la dovuta SOLENNITA’, un VERO segnale dei TEMPI che CAMBIANO, mentre l’altro andrebbe, sì, RICORDATO, ma con molto RIGORE e SEVERITA’ di VALUTAZIONE alla luce della STORIA?

Lo chiedo in modo REALE e non RETORICO (anch’io potrei incorrere, umanamente, in ERRORE), con qualche necessaria ARGOMENTAZIONE:

– il 100° ANNIVERSARIO dell’INIZIO della PRIMA GUERRA MONDIALE

OPPURE

-il 70° ANNIVERSARIO della LIBERAZIONE che pose effettivamente FINE per il nostro Paese, alla SECONDA GUERRA MONDIALE?

Una semplice, ma ponderata, risposta a tale quesito, VALE un percorso piuttosto che un altro, e quindi la direzione, il senso del FUTURO nel nostro Paese.

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