Ambizioso. Nei tempi, strettissimi, entro i quali è stata preparata la bozza di consultazione pubblica e nei quali si vuole dare una forma definitiva in modo che sia vincolante per chi arriverà dopo la fine dell’attuale legislatura. Negli obiettivi, tra i quali figura l’annullamento della maggiorazione media del 25% dei costi energetici per gli italiani entro il 2020. La nuova strategia energetica nazionale (il documento integrale è allegato a questo articolo) è in piena fase consultiva e le voci di chi lavora per l’approvvigionamento sul territorio si accavallano.

L’ultima è quella dell’Ifi, l’associazione che raccoglie oltre l’80% delle industrie nazionali adibite alla produzione di celle e moduli fotovoltaici: nella Strategia energetica nazionale (Sen) varata dal Governo manca un piano di sviluppo reale del comparto, mentre il contatore del V Conto Energia dà segnali oggettivi di paralisi del mercato.  Intervenuto alla fiera internazione del recupero di materia e di energia e dello sviluppo sostenibile, Ecomondo 2012, il suo presidente, Alessandro Cremonesi, ha affermato che «è drammatica l’assenza di indicazioni sulla politica di sviluppo industriale del comparto fotovoltaico: le misure programmatiche indicate a beneficio del mercato sono già vecchie, mentre quelle a sostegno dell’industria nazionale delle componenti sono del tutto inesistenti».

Solo l’ultima delle critiche a un piano che si attendeva da 25 anni. All’inizio della consultazione pubblica era intervenuta in audizione Assocarboni che, per abbassare le bollette elettriche, proponeva di sostituire il gas con il carbone «allineando l’Italia maggiormente al mix delle fonti degli altri Paesi europei», dove si usa al 60% carbone e nucleare, per ora; è stato poi il turno dell’associazione Amici della Terra rivendicare l’esigenza di virare con più forza verso le rinnovabili termiche e le misure di efficienza; dell’appello a puntare sullo sviluppo della mobilità elettrica lanciato dall’amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti nella sua ultima audizione parlamentare, della richiesta chiara e diretta di abbassare il conto della bolletta arrivata da Aurelio Regina, vicepresidente di Confindustria, durante l’audizione al Senato dello scorso 30 ottobre, per il quale «le imprese italiane pagano l’energia quasi il 40% in più rispetto agli altri paesi europei… in totale 4 miliardi in più di extra-costi all’anno derivanti da un’inestricabile giungla di incentivi».

Un tira e molla su decisioni complesse che direttamente coinvolgono le strategie di sviluppo del sistema Paese e giornalmente all’attenzione del pubblico per vie trasversali. Ne sono esempio l’Ilva e l’Alcoa, giganti del passato che oggi si scoprono con i piedi d’argilla per via di scelte rimandate e ormai improcrastinabili, legate alla difficoltà di trovare investitori stranieri per via degli alti costi dell’energia in Italia. C’è il rischio, per il cittadino, di saltare a piè pari una discussione che inciderà direttamente sulla vita personale.

Con acutezza Federico Rendina su Il Sole 24 Ore del 23 ottobre ha sottolineato che, al di là dell’orizzonte tracciato dall’esecutivo, con un taglio di 14 miliardi di euro l’anno sulla fattura energetica estera sui 62 attuali, ci sono aspetti che il piano presentato dal Ministero lascia in ombra. Uno è proprio quello sottolineato da Conti della mobilità elettrica per via dell’efficienza energetica sia in termini ambientali che per l’economia dei singoli cittadini.

C’è poi l’aspetto che riguarda la possibilità di semplificare l’accesso agli incentivi, ormai talmente differenziati da essere diventati indistinguibili: basterebbe uno sportello dell’energia gestito da un’istituzione pubblica che renda sinergico, utilizzando la legge sulle semplificazioni, l’uso di Pec e internet.

Da ultimo, solo per trattazione, resta in ombra la proposta di realizzare in Italia un hub del gas per tutto il continente europeo. In questo caso, certo, ci sarebbe da prendere decisioni coraggiose e di largo respiro che guardino alle politiche anche degli altri Paesi Ue e presenti le opportunità di avere un sistema, realmente, di rete.

Tra una proposta e l’altra di cambiare il nome sulla bolletta elettrica, sarebbe il caso di partecipare alla consultazione online, attiva fino al 30 novembre. Per una scelta consapevole, fin da casa propria.

LINK UTILI
Strategia energetica nazionale: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/?option=com_content&view=article&idmenu=806&idarea2=0§ionid=4&andor=AND&idarea3=0&andorcat=AND&partebassaType=4&MvediT=1&showMenu=1&showCat=1&idarea1=0&idarea4=0&idareaCalendario1=0&showArchiveNewsBotton=1&id=2024875&viewType=0

Ecomondo 2012:
http://www.ecomondo.com/

Audizione di Aurelio Regina al Senato
: http://www.confindustria.it/comunica/audpar.nsf/023098abacc5c18fc12568480052396e/62c8e362757a4aa6c1257aa80052ff60/$FILE/Documento%20Audizione%20Confindustria.pdf

Consultazione online: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php?option=com_content&view=article&viewType=1&id=2024513&idarea1=0&idarea2=0&idarea3=0&idarea4=0&andor=AND§ionid=4&andorcat=AND&partebassaType=0&idareaCalendario1=0&MvediT=1&showMenu=1&showCat=1&showArchiveNewsBotton=0&idmenu=3367
Piano energetico nazionale – presentazione al Consiglio dei Ministri, ottobre 2012

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