La deflazione del carico giurisdizionale è stata interamente riversata sulle spalle degli avvocati.
A seguito dell’abrogazione di tutte le tariffe professionali, in caso mancato accordo scritto tra cliente e professionista, il Tribunale – qualora sia chiamato a decidere in ordine al compenso spettante al legale – deve fare riferimento alla tariffe stabilite in un regolamento.

Il 26 giugno scorso è stata pubblicata una bozza del regolamento che ha riordinato i compensi abrogando per gli avvocati interamente i diritti di procuratore ed accorpando il tutto all’interno di cinque fasi del processo lavorativo di ogni singola pratica.
Il regolamento distingue tra fase di studiofase introduttiva del giudiziofase istruttoriafase decisoriafase esecutiva.

Precedentemente l’obbligazione lavorativa dell’avvocato che prestava la sua opera in favore dei clienti era, e lo è tutt’ora, obbligazione di mezzi e non di risultato. In poche parole l’avvocato doveva assicurare al cliente l’assistenza nel giudizio e non anche il risultato da ottenersi.

Il Legislatore Illuminato ha ritenuto di sovvertire sostanzialmente la prestazione forense ritenendo l’avvocato il principale responsabile del grado di In-Giustizia raggiunto dal nostro sistema. Mentre invece, naturalmente, ciò che dovrebbe fare è implementare le risorse di personale e di mezzi per smaltire il carico di lavoro cumulato e per dare adeguata risposta di Giustizia che da più parti i Cittadini invocano, ciò sia in sede civile che in sede penale, amministrativa e tributaria.

L’art. 10 della Bozza del Regolamento pubblicato il 26 giugno 2012 è del seguente tenore: “nel caso di responsabilità processuale ai sensi dell’art. 96 del codice di procedura civile, ovvero comunque nei casi di inammissibilità o improponibilità o improcedibilità, o di dichiarazione di manifesta infondatezza del merito, il compenso dovuto all’avvocato è ridotto di regola del 50%”.

Il Legislatore Illuminato dimentica però che la responsabilità ex art. 96 del c.p.c. è imputata direttamente alla parte che ha preteso, essendo suo diritto costituzionalmente garantito, l’assistenza giudiziaria in un processo, ciò anche nel caso in cui la sua sia una estrema difesa, ovvero la sua azione giudiziaria sia meramente strumentale ed abbia quindi fini dilatori. Per la serie: colpiamo gli avvocati che fanno cause “inutili” anche se la presunta inutilità è conseguenza di una pretesa del cliente al quale il legale non può sottrarsi.

Vorrei chiedere a questi Illuminati quali sono i giudizi che possono qualificarsi “inutili”? La cosa assurda nel nostro sistema è che a fronte di un completo disinteresse degli Organi Governativi per la Giustizia inteso quale Sovrano ed Intimo sentimento dell’animo umano che invoca e reclama un ristoro per un torto subito, v’è un Sistema vessatorio e usuraio.

Vi ricordo che l’Agenzia delle Entrate, per legge istituita sempre da questi Illuminati, applica sanzioni pecuniarie che vanno dal 100 al 200 per cento dell’imposta dovuta con la facoltà di ridurre l’importo della sanzione al SOLO 30% in caso di adesione e mancato ricorso, alle quali somme sono da aggiungere gli aggi, cioè i compensi di riscossione dovuti ad Equitalia che se non ricordo male si aggirano intorno al 12 per cento sull’importo da riscuotere. Ma in caso di azione pretestuosa della P.A., a quanto dovrebbe ammontare il risarcimento per il cittadino?

Ormai non viviamo più in uno stato di diritto ma in una nuova forma di Governo di Polizia, dove il “soldo”, la “moneta” insieme con la mistificazione e strumentalizzazione dell’opinione pubblica in nome della crisi finanziaria, porta inevitabilmente il Legislatore Illuminato ad adottare provvedimenti di chiara impronta autoritaria ed assolutamente incostituzionali, anche perché non più fondati sul dialogo tra le forze politiche che nel Parlamento dovrebbero trovare una giusta e corretta ridefinizione per il bene comune.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *