Oliviero Toscani,da vero creativo innovatore, lancia per il 2012 il nuovo calendario sessuale.
Anche questa volta il committente è il Consorzio di Vera Pelle conciata al Vegetale. Impresa di San Miniato, in provincia di Pisa.

Il precedente dello scorso anno era stato il calendario con protagonista il pube femminile, pettinato con estro. 12 primissimi piani di pubi firmati Toscani. Del resto si pubblicizza la pelle ecologicamente trattata, e più nature di così, non gli veniva in mente niente.

Le proteste dello scorso anno sono state una valanga. Ma molto più significative delle proteste erano invece le risposte che venivano date a riprova di quanta poca provocazione ci fosse nell’operazione fotografica e quanto tutto si immetteva nel grande flusso main stream. Chi protestava era, ovviamente, da considerarsi moralista e bigotto. Come se ci fosse in corso una liberazione sessuale che si deve ancora completare. Il consigliere del consorzio, Simone Remi, aveva usato la solita risposta da manuale: “ le foto non sono volgari (come se il problema fosse quello) e c’è di peggio e di ben più volgare”. Ti pareva che non c’era ben altro. Fino al sublime “ la manodopera infantile usata per le borse è ancora più volgare”-. Ma si era ben guardato dal fare un calendario appunto sulla manodopera infantile.

La presentazione del calendario del pube femminile alla Stazione Leopolda a Firenze è stata, se possibile, ancora peggio. Né il trovarsi nella patria di Dante era servito alla concezione linguistica della pubblicità dell’evento. Questo infatti il titolo: “La forza della Natura. Incontro sulla Femmina”. Praticamente una tavola rotonda sistemata sul corpo disteso di un poveretta con dei tizi seduti sopra. E questo avrebbe pertanto provato la sua forza, che è appunto quella della natura.
Il calendario dei dodici pubi femminili usciva lo scorso gennaio 2011 in un clima di egemonia sessuale tristissima dettata dall’agenda politica in cui gli scandali del Primo Ministro consistevano nel riciclaggio delle donne di cui lui usufruiva nella classe politica. Le donne oggetto dei suoi sollazzi venivano poi rimesse, come i debiti, al pagamento del collettività.  Alla violazione di ogni principio democratico, si univa anche la rappresentazione   in pezzi di corpo delle donne nelle reti televisive, la sistematica rimozione delle competenze femminili, tutte, all’interno del dibattito pubblico.

Il quadro umiliante era poi completato dall’ “approvazione” del governo Berlusconi che si impegnava a trascurare investimenti legati ai servizi e al sostegno delle famiglie, facendo così ricadere il peso del mancato Welfare sulle donne, sempre meno madri, meno lavoratrici e sempre più badanti o baby sitter. Accanto a ciò, si era pure attivato un imbarazzante e persistente dibattito sull’aborto, sulla pillola ru486 sempre più bandita, ma protagonista di campagne elettorali, di uomini.
Né il fatto che quel governo non esista più significa che l’Italia si sia liberata da questa condizione da terzo mondo.

In quel clima, non c’era (e non c’è) cosa più scontata e ridondante che un calendario di pubi femminili, forse unicamente efficace in quanto sintesi della politica degli ultimi anni. Peccato però che non aveva un significato politico ma solo commerciale. Quindi non era che una clamorosa conferma dell’esistente con l’aggravante di voler passare per provocazione.
In un contesto represso e moralista come quello Toscani – Sgarbi, le proteste non sono state né capite né recepite. Così il nutrito gruppetto di over 60, si è avventurato nel dibattito andando sempre più lontano dal vero tema, e rimanendo invece ancorato al solo punto: “ femministe racchie che protestano,” e come disse Sgarbi a una delle ragazze andate a protestare alla presentazione : “non scopano”. La convinzione ormai superata da anni è infatti che le femministe cerchino l’uguaglianza ma al ribasso. Quindi se c’è un pube femminile ci deve essere un organo sessuale maschile. Se c’è una donna violentata ci deve essere un uomo sodomizzato. E così via. Si può arrivare lontano con questa mentalità. Tutto meno che uguaglianza di diritti e opportunità beninteso.

Così il titolo del prossimo evento previsto per la presentazione del calendario, il 12 gennaio a Firenze, e che stavolta non avviene “sul maschio”, è: “Questo è un momento di pene – il genere maschile”.
Seguono primissimi piani di organi sessuali maschili.
L’apoteosi dello squallore main stream risiede in almeno cinque cose.
La prima: l’associazione dell’organo sessuale a un prodotto da vendere, cioè la vera pelle trattata al vegetale. Si tratta della massima sintesi del neo capitalismo (fallito). Poteva essere uno spunto effettivamente, ma non si intravede traccia di consapevolezza e soprattutto poteva esistere solo se le foto fossero frutto di un progetto indipendente e non pagato da un’ impresa che si deve fare pubblicità. La seconda, tanto per rimanere sempre in Italia e in famiglia, è la partecipazione “al dibattito sul pene” del figlio del fotografo, Rocco, in quanto persona esperta e amante di uccelli. Intesi nel senso di animali. Quindi il figlio interviene per la sovrapposizione allusiva di uccello (animale) con il pene. Tra kitch e bocciofila di paese. La terza, la dimensione erotica significativa: identificare un organo sessuale con le pene e con il dolore (“un momento di pene”) . Il che tradisce con una chiarezza da manuale la dimensione espiatoria e tutta cattolica del sesso con dolore e pena. La quarta lo stupore che suscita il fatto che una persona considerata un genio della comunicazione ancora pensi che qualcuno debba liberarsi sessualmente, nel 2012. E la quinta l’apnea e la totale assenza di percezione del dibattito attuale, del mondo come sta andando e delle cose. Il ritenere che appunto le femministe siano delle donne represse in cerca di sesso (“ a grande richiesta da parte delle donne e delle femministe” recita il comunicato) e non magari la ragazza del reggiseno blu della piazza Taharir calpestata da soldati animati dalla stessa intelligenza di Toscani, con qualche freno morale in meno.
Per i prossimi anni rimane il sedere. E per non rimanere generici, come per la presentazione della nuova Unità diretta da Concita De Gregorio ( pubblicità di un sedere usata per il quotidiano di Gramsci, costata 700 mila euro) il fotografo Toscani potrà passare alla zona pertinente, cioè l’ano. E potrà fare anche uno spiritosissimo  calendario da terza media: “ buon ano a tuti”.  

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