Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato oggi – si legge in una nota diffusa da Quirinale – senatori a vita, “ai sensi dell’articolo 59, secondo comma, della Costituzione”, il maestro Claudio Abbado, la professoressa Elena Cattaneo, l’architetto Renzo Piano e il professor Carlo Rubbia, che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico, artistico e sociale. I decreti – si aggiunge – sono stati controfirmati dal Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Enrico Letta. Il Presidente Napolitano ha informato delle nomine il Presidente del Senato della Repubblica, senatore Pietro Grasso.
“È anche per dare un segno di serena continuità istituzionale che ho ritenuto di dover colmare i vuoti tristemente determinatisi, nel breve giro di un anno, nelle fila dei senatori a vita di nomina presidenziale. Sempre convinto delle ragioni che indussero i padri costituenti a prevedere quella speciale presenza nel Senato della Repubblica e ad attribuire quella facoltà al Presidente della Repubblica, ho raccolto elementi di giudizio e compiuto passi discreti per attribuire i quattro seggi di senatore a vita rimasti vacanti”. Così Giorgio Napolitano in una nota dopo la nomina dei quattro nuovi senatori a vita. “E nel rispetto delle valutazioni e degli orientamenti cui, nell’esercizio della facoltà prevista dall’art. 59 della Costituzione, si sono di volta in volta variamente attenuti i diversi miei predecessori, ho – aggiunge il Capo dello Stato – questa volta teso in modo particolare a compiere scelte che riprendessero i criteri ispiratori delle nomine effettuate in prima istanza dal Presidente Luigi Einaudi. Le mie scelte sono così cadute su personalità rappresentative del mondo della cultura e della scienza”.
“Pur consapevole del valore di non poche altre personalità, che pure ‘hanno illustrato la Patria per altissimi meriti’, ritengo – aggiunge Napolitano – indubbio che tra quelle oggi nominate ve ne siano di talmente note per le loro attività e i risultati conseguiti da considerarsi portatrici di curricula e di doti davvero eccezionali, come attesta il prestigio mondiale di cui sono circondate. E sono loro grato per la generosa disponibilità espressami. In pari tempo ho proceduto alla nomina di una donna di scienza di età ancor giovane ma già nettamente affermatasi, la cui scelta ha anche il valore di un forte segno di apprezzamento, incoraggiamento e riferimento per l’impegno di vaste schiere di italiane e italiani di nuove generazioni dedicatisi con passione, pur tra difficoltà, alla ricerca scientifica. Sono convinto che – conclude Napolitano – dai quattro senatori a vita così prescelti verrà un contributo peculiare, in campi altamente significativi, alla vita delle nostre istituzioni democratiche, e – in assoluta indipendenza da ogni condizionamento politico di parte – all’attività del Senato e dell’intero Parlamento”.
Claudio Abbado. “La cultura è un bene comune primario come l’acqua. I teatri, le biblioteche, i cinema sono come tanti acquedotti”. Parola di Claudio Abbado. Nato nel 1933, si è diplomato al Conservatorio di Milano. Vive tra la casa di Bologna e la villa di Alghero. “Non torno non per la Scala, ma per Milano. Una città che pensa solo al denaro e niente alla cultura. Degradata, inquinata, dove nessuno sembra preoccuparsi del futuro”, ha detto un’intervista tempo fa. Spesso trascorre gli inverni in Venezuela dove dirige l’orchestra Simon Bolivar. Un’attività che si inserisce nell’impegno di Abbado a sostenere i giovani talenti. Nel tempo alla Simon Bolivar si sono aggiunti giovani di tutti i paesi del Sudamerica, per dare vita all’Orquesta de Jovenes Lanitoamericanos, una formazione multiculturale e multirazziale di ben 285 elementi tra i 15 e i 24 anni. Abbado ha debuttato nel 1960 al Teatro alla Scala di Milano, di cui è stato direttore musicale dal 1968 al 1986. Di lì in poi si sono susseguiti incarichi prestigiosi in tutto il mondo. Fra le incisioni discografiche di Abbado l’integrale delle opere sinfoniche di Beethoven, Mahler, Mendelssohn, Schubert, Ravel, Cajkovskij, Prokof’ev, opere di Verdi, Rossini, Mozart e Wagner. Le sue incisioni hanno ricevuto i premi più prestigiosi: International Grammy Award, Grand Prix International du Disque, Diapason d’or, Record Academy Prize, Stella d’oro, Orpheé d’or e Grand Prix de la Nouvelle Académie.
Carlo Rubbia. In un’ideale staffetta fra scienziati, Carlo Rubbia va a occupare il posto lasciato vuoto dalla scomparsa, lo scorso 30 dicembre, da un altro premio Nobel, Rita Levi-Montalcini. La nomina giunge a coronamento di una carriera lunga e ricca di riconoscimenti per Rubbia, nato a Gorizia il 31 marzo 1934. Figlio di un ingegnere elettronico e di una maestra di scuola elementare, alla fine della seconda guerra mondiale lascia la città natale: curiosamente, fallisce l’esame di selezione per entrare alla Normale di Pisa (dove risulta undicesimo su dieci posti disponibili) e si iscrive ad ingegneria al Politecnico di Milano. Tuttavia riesce in seguito a entrare alla Scuola Normale di Pisa – grazie a un posto rimasto vacante – dove si laurea in fisica all’Università di Pisa nel 1957 con una tesi sui raggi cosmici. La prima esperienza internazionale è presso la Columbia University, dove svolge il suo dottorato conducendo esperimenti sulle interazioni deboli: dopo un intervallo in Italia all’Università di Roma della Sapienza, dal 1960 svolge la sua attività di ricerca al CERN di Ginevra, il più grande laboratorio nel mondo per la fisica delle alte energie, di cui sarà Direttore generale dal 1989 al 1994 con ricerche inerenti alla fisica delle particelle elementari, completando esperimenti sulle interazioni deboli al sincrociclotrone, al protosincrotrone e in seguito al collisionatore di fasci protonici. La fama internazionale arriva dall’esperimento con cui nel 1983 scopre le particelle che sono responsabili dell’interazione debole, cioè i bosoni vettoriali W+, W− e Z, confermando anche la teoria dell’unificazione della forza elettromagnetica e della interazione debole nella forza elettrodebole. Nel 1984, ad appena un anno dalla scoperta, riceve insieme all’olandese Simon van der Meer il Premio Nobel per la fisica. Rubbia, che vanta 32 Lauree Honoris Causa tra cui quelle della Carnegie Mellon University e di Oxford – ha ricoperto incarichi fra l’altro presso la Harvard University e l’Università di Pavia. Dal 1986 al 1994 è stato inoltre Presidente del Laboratorio di Luce di Sincrotrone di Trieste. A 65 anni, nel 1999, arriva la nomina a presidente dell’ENEA, carica abbandonata nel luglio 2005 a seguito di una forte polemica con il governo Berlusconi: infatti, a seguito di ripetuti contrasti con il consiglio di amministrazione dell’ENEA, lo scienziato aveva criticato l’esecutivo lamentando in una lettera ai giornali “l’umiliazione che la ricerca in Italia sta subendo”. Ne seguì il commissariamento dell’ente, con la nomina di Luigi Paganetto, docente di Economia a Tor Vergata. Nel 2007 viene nominato membro Gruppo dei Consiglieri in materia di Energia e Cambiamenti Climatici. istituito dal Presidente dell’Unione Europea Barroso. Durante il secondo governo Prodi diventa Presidente della task-force sulle energie rinnovabili presso il Ministero dell’Ambiente dal secondo governo Prodi e nel 2008 consigliere speciale per l’energia presso la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’America Latina. Socio onorario nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei, della Pontificia Accademia delle Scienze, della National Academy of Sciences americana, dell’Accademia Russa delle Scienze, della Royal Society e di numerose altre accademie europee e americane, Rubbia ha ricevuto anche l’onore di vedersi intestato un asteroide, l’8398 Rubbia. Le sue ricerche più recenti vertono sulla stabilità del protone, della fissione, della fusione nucleare controllata; Rubbia ha infatti ideato un motore (il progetto 242) che usando solo 2,5 kg di americio 242 può portare un’astronave fino a Marte in un tempo molto minore degli attuali propulsori.
Elena Cattaneo. Studiosa nota a livello mondiale, già Cavaliere della Repubblica dal 2006, 52enne milanese madre di due figli, vanta anche una medaglia attribuitale nel 2001 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. La sua attività di ricerca è incentrata allo studio delle cellule staminali neurali, alla loro potenziale applicazione e all’analisi dei meccanismi di neurodegenerazione nella Corea di Huntington. Cattaneo ha ottenuto la Laurea in Farmacia nel 1986 (Summa cum Laude) e il dottorato in Biotecnologie presso l’università degli Studi di Milano. Ha trascorso tre anni al Massachusetts Institute of Technology (Mit, Cambridge, Usa) nel laboratorio del professor Ron McKay, dove ha avviato studi su cellule staminali e progenitori del cervello. Tornata in Italia, ha continuato le ricerche sulle staminali e ha avviato nuove linee di ricerca sulla Corea di Huntington. Dal 2003 è docente di Farmacologia all’università degli Studi di Milano. Cattaneo è direttore del Centro di ricerca sulle cellule staminali – UniStem – dell’Università degli Studi di Milano. Dal 1997 il laboratorio partecipa alla ‘Coalition for the Cure’ promossa dall’Huntington’s Disease Society of America (Hdsa, New York) e alle attività di ricerca dell’Hereditary Disease Foundation (Hdf, Santa Monica, California). Nel 2001 riceve il premio ‘Le Scienze’ per la Medicina e la medaglia da Ciampi per i suoi studi sulla Corea di Huntington e sulle cellule staminali. Nel 2002 riceve la nomina, dal ministero dell’Università e della ricerca, di rappresentante nazionale presso l’Unione Europea per la ricerca Genomica e Biotecnologica (2003-2006). Nel 2005 riceve il premio ‘Marisa Bellisario’ e il premio ‘Chiara D’Onofrio’. Nel 2006 il Presidente della Repubblica le conferisce la carica di Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana. Nell’anno 2007 prende parte al Comitato Nazionale di Bioetica in qualità di membro e vice presidente. Nel 2008, Unamsi e Novartis Farma le conferiscono il Premio Grande Ippocrate per il ricercatore medico dell’anno. Dal 2009 è coordinatore del progetto europeo NeuroStemcell (www.neurostemcell.org) finanziato nell’ambito del 7° Programma Quadro della Ricerca Europea.
Renzo Piano. Uno degli architetti più riconosciuti, genovese, vincitore del Premio Pritzker consegnatogli dal Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton alla Casa Bianca nel 1998, Piano è anche il primo italiano inserito dal Time, nel 2006, nella Time 100, l’elenco delle 100 personalità più influenti del mondo, nonché tra le dieci piu’ importanti del mondo nella categoria Arte ed intrattenimento. Nel 2010 il Renzo Piano Building Workshop e’ inoltre il primo studio di Architettura per fatturato sia in Francia, con 45 milioni e 785 mila euro, sia in Italia, con 11 milioni e 294 mila euro dichiarati. Nato a Genova, nel quartiere Pegli, in una famiglia di costruttori, dopo aver ottenuto la maturità classica frequenta le facoltà di Architettura di Firenze e Milano; laureatosi nel 1964 al Politecnico di Milano diventa allievo di Marco Zanuso. A Milano lavora per un lungo periodo presso lo studio di Franco Albini. La sua è una carriera scandita da grandi opere, in Italia e nel mondo. Nel 1981 Piano fonda il Renzo Piano Building Workshop (RPBW), con uffici a Genova, Parigi e New York. Nel 1988 il comune di Genova gli affida l’incarico di ristrutturare il Porto Antico, in vista delle Celebrazioni Colombiane (Expo ’92 Genova), festeggiamento dei 500 anni della scoperta dell’America.
Nel 1992 gli viene affidato l’incarico di ricostruire l’area di Potsdamer Platz a Berlino. I lavori si protrarranno fino al 2000 e coinvolgeranno numerosi architetti tra cui Giorgio Grassi, Hans Kollhoff, Helmut Jahn, David Chipperfield, Diener + Diener e molti altri. Nel 1994 vince il concorso internazionale per il nuovo Auditorium Parco della Musica di Roma, inaugurato nel 2002. Nel 2004 porta a compimento la Chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo (Video). Nel 2008, dopo quasi dieci anni di progettazione e lavori, viene inaugurata poi la California Academy of Sciences di San Francisco. Tra gli edifici più eco-sostenibili al mondo per la ricercatezza con cui sono stati scelti i materiali. Nel 2006 Thomas Pritzker, chairman della Officer of The Pritzker Organization e membro della giuria che assegna il Premio Pritzker, lo sceglie per progettare la sua villa ad Aspen, che diventerà il primo progetto di residenza privata unifamiliare di Piano. Il 5 luglio 2012 a Londra viene inaugurato The Shard (La Scheggia), di cui Renzo Piano è progettista, che con i suoi 310 metri risulta, al momento, il più alto grattacielo d’Europa e 45esimo al mondo. Nello stesso 2012, viene presentato il progetto di RPBW del Nuovo palazzo di Giustizia di Parigi, un grattacielo di 160 metri che diventerà la più alta costruzione della città dopo la Tour Eiffel.