L’indomani della grande manifestazione, questa volta a favore dei matrimoni gay, che ha invaso le strade di Parigi, un blogger francese si è fatto promotore di una colletta su internet per regalare un immenso bouquet di fiori il 14 febbraio prossimo alla ministra della Giustizia Christiane Taubira, dopo il discorso fatto per introdurre la legge sui matrimoni gay davanti all’emiciclo.

Così scrive il blogger che ha adottato l’iniziativa:

“Il discorso del 29 gennaio 2012 per l’apertura del dibattito sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso è entrato direttamente nella storia delle nostre libertà di tutte e tutti, e ha placato le ferite degli ultimi mesi. Per migliaia è stato un’illuminazione e un’ emozione viva. Con parole di orgoglio, di inclusione, di tolleranza, di apertura , con una convinzione e una semplicità sconcertanti, ci ha commosso, noi e le nostre famiglie, i nostri futuri mariti e le future mogli…La politica è fatta anche di parole e la democrazia di discorsi come l’amore”.
Il 29 gennaio: una data che resterà nella storia della Francia assieme a chi ha pronunciato il discorso.

Nata nella Caienna, figlia di una badante, dopo una lunga carriera di militante, diventa deputata nel 2002 nella circoscrizione della Guyana. Portavoce di Hollande durante la campagna elettorale, Christiane Taubira ha parlato a braccio, per 40 minuti. Un discorso di altissimo livello, intenso, pieno di riferimenti e anche di emozioni, interamente imparato a memoria. La ministra ha lo sguardo fisso rivolto all’emiciclo, stretta in una giacca verde luminoso (“si veste di verde perché non ci crede”, grida un deputato dell’opposizione) , chignon e treccine afro inizia con una lezione di storia, finendo molto probabilmente per scriverne una pagina importantissima. L’osservazione su twitter più ricorrente è stato il paragone con Simone Veil e il suo discorso sull’aborto nel 1975.

Introduce la storia del matrimonio civile dal 1791 come un lungo cammino verso l’uguaglianza. “Il matrimonio civile è stata una vera conquista fondatrice della Repubblica, in un movimento di laicizzazione della società. Una tale conquista era importante soprattutto per quelli che erano esclusi dal matrimonio. […] già due anni prima della Rivoluzione, con il riconoscimento del pluralismo religioso e la possibilità di includere nel matrimonio solo quelli che ne erano esclusi, cioè i protestanti e gli ebrei. Ma ancora una volta il matrimonio include soli i credenti.

[…] L’evoluzione del matrimonio porta il marchio della laicità, dell’uguaglianza e della libertà individuale come questi valori si sono evoluti nel nostro diritto e nella nostra società.
Il matrimonio accompagnato dal divorzio, riconosce la libertà, compresa quella di non sposarsi, ed è la ragione per la quale la legge riconosce le famiglie al di fuori del matrimonio e riconoscerà progressivamente i figli di queste famiglie. Il matrimonio, che è riuscito a staccarsi dal sacramento, si distacca progressivamente dall’ordine sociale fondato su una concezione patriarcale della società, concezione che fa del marito e del padre il proprietario, il possessore del patrimonio, ma anche della moglie e dei figli. Questa evoluzione del matrimonio e del divorzio ha permesso alle coppie di scegliere liberamente l’organizzazione della loro vita, è stata scritta nella legge, perché da secoli, l’istituzione del matrimonio conosce un’evoluzione verso l’uguaglianza, ed è quello che noi stiamo facendo, oggi: completiamo l’evoluzione verso l’eguaglianza di questa istituzione nata con la laicizzazione della società e del matrimonio”

Presentandovi questo progetto di legge, che contiene delle disposizioni che aprano il matrimonio e l’adozione alle coppie omosessuali, il Governo sceglie di consentire alle coppie dello stesso sesso di entrare in questa istituzione e di comporre una famiglia come le coppie eterosessuali, sia attraverso un’unione di fatto, che si chiama “ concubinage” sia con un contratto, i PACS, sia con il matrimonio. E questa istituzione che il Governo ha deciso di aprire alle coppie dello stesso sesso.

“Si tratta dello stesso matrimonio come è istituito nel codice civile: non si tratta di un matrimonio di second’ordine!” , rispondendo così agli attacchi dell’opposizione, difende ogni punto del progetto di legge: “non si tratta di un’astuzia, non si tratta di un raggiro. Si tratta di un matrimonio in quanto istituzione”.

“Sì è proprio il matrimonio, con tutto il suo carico simbolico e tutte le sue regole di ordine pubblic, che il Governo apre alle coppie dello stesso sesso, nelle stesse condizioni di età, e di consenso da parte di ciascuno dei congiunti, con gli stessi divieti, proibizioni, sull’incesto, la poligamia, con gli stessi obblighi di assistenza, di fedeltà e rispetto instaurati dalla legge del 2006, con gli stessi obblighi per ogni congiunto l’uno nei confronti dell’altro, gli stessi doveri dei figli nei confronti d dei genitori e dei genitori nei confronti dei figli.

Sì è proprio il matrimonio che noi apriamo alle coppie dello stesso sesso. Che ci si spieghi perché due persone dello stesso sesso che si sono incontrate, che si sono amate (prese in giro dell’opposizione “ ci stiamo per mettere a piangere, tirate fuori i violini”. ) che sono invecchiate assieme dovrebbero finire nella precarietà, nella fragilità, e nell’ingiustizia per il solo fatto che la legge non gli riconosce gli stessi diritti che ha un’altra coppia che ha scelto di costruire la sua vita. […]

“Cosa potrebbe mai togliere il matrimonio omosessuale a quello eterosessuale? Nulla! E se non toglie nulla perché dobbiamo osare mettere delle parole su dei sentimenti e dei comportamenti!”

Attacca frontalmente l’argomento dell’opposizione secondo la quale la legge aprirebbe la via a un diritto “al figlio” . “Le vostre obiezioni non hanno alcun fondamento salvo una reale difficoltà a includere nelle vostre rappresentazioni la legittimità delle coppie dello stesso sesso”.

“L’azione che facciamo è bella. Siamo orgogliosi di quello che facciamo! Sono ipocriti quelli che rifiutano di vedere queste famiglie omosessuali, e per noi, sono egoisti coloro che immaginano che un’istituzione della Repubblica possa essere riservata a una sola categoria di cittadini.” E ancora
“La legittimità delle coppie dello stesso sesso? I vostri figli e i vostri nipoti le includono già, e sarete veramente a disagio quando vedranno i resoconti dei vostri dibattiti. Più volte ripete “siamo orgogliosi di quello che facciamo”. Conclude il discorso con i versi del poeta Léon-Gontran Damas: “l’atto che dobbiamo compiere è bello come una rosa di cui la torre Eiffel assediata dall’alba vede aprire finalmente i petali”

Il voto è previsto per il 12 febbraio, dopo l’esame di 5300 emendamenti, depositati per la maggior parte dall’opposizione.

Dai banchi della destra che aveva chiesto un referendum – respinto a grande maggioranza- l’opposizione assume toni biblici, eco di quelli della manifestazione contro il disegno di legge del governo Hollande.

“Quando le coscienze sono violate, queste si alzano! Chi dunque è stato amato da sua madre e da suo padre nello stesso modo? C’è bisogno dell’uomo e della donna, del padre e della madre per generare e prendere il cammino della vita. Una verità umana che non si può abolire. E rivolto alla ministra “ Ho parlato per l’avvenire. Ed è dell’avvenire che voi deciderete. Molto spesso è stata evocata la parola “contro natura”, mentre fuori, durante le discussioni in aula, un centinaio di appartenenti all’associazione ultracattolica Civitas pregavano in ginocchio.

Tutto questo dibattito, anche di altissimo livello, che noi non potremmo che sognare, tuttavia sta inghiottendo la maggior parte del dibattito pubblico in Francia e la sua agenda politica.

Commenta sul Nouvel Observateur il giornalista e documentarista Paul Moreira che si è a lungo battuto a favore dei matrimoni gay : “dopo tutti questi anni di umiliazioni, gli omosessuali avrebbero pure diritto alla più piatta normalità” ma aggiunge anche che tutto questo “ sembra un crudele diversivo”.
Se da una parte il governo conduce una giusta battaglia, dall’altra esprime “l’impotenza politica ogni settimana, anche ogni giorno, all’annuncio di imprese che chiudono, di dipendenti senza né prospettive né futuro e presi dal panico. Il posto che oggi prendono le questioni sociali nel dibattito pubblico, la “prop’agenda” , sottolineano più terribilmente i limiti stretti dell’azione pubblica nell’economia e nella società”. E ricorda anche che questa impotenza economica, serve a un solo partito: il Fronte Nazionale.

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