Il re del Marocco, Mohammed VI, ha celebrato in questi giorni il 15esimo anniversario della sua ascesa al trono che, secondo la stampa di Rabat, ha segnato “15 anni di riforme verso la democrazia e i diritti umani”.

Nel discorso tenuto alla nazione il 30 luglio, il monarca marocchino ha ricordato che “gli esperti e gli osservatori nazionali e internazionali, concordano sul fatto che il Marocco ha vissuto durante questo periodo, grandi progressi diversi campi. Infatti, nessuno può negare lo sviluppo democratico del nostro paese, soprattutto incarnato nella Costituzione del 2011, il sistema dei diritti e delle libertà a sua disposizione, e l’inizio della costruzione della regionalizzazione avanzata. Non meno importante è stato l’effettivo impatto di queste riforme. Non possiamo ignorare la crescita a livello infrastrutturale del paese. Era impossibile, per esempio, per i marocchini in passato immaginare che il loro paese avrebbe ospitato il più grande porto del Mediterraneo e il più grande parco solare del mondo? Era possibile per un cittadino prendere l’autostrada per andare da Tangeri a Agadir e da El Jadida a Oujda? Quindi, in termini economici, il tasso di crescita ha registrato un progresso significativo a causa dell’adozione di ambiziosi piani settoriali, come ad esempio il Piano Verde e il Piano di Emergenza Industriale”.

Dal punto di vista diplomatico invece il monarca marocchino ha duramente criticato l’Algeria per la decisione di tenere chiusi dal 1994 i suoi confini di terra. Nel discorso tenuto ieri sera in diretta televisiva, in occasione del 15mo anniversario della sua ascesa al trono, il monarca di Rabat ha colto l’occasione per rilanciare il progetto di Unione del Maghreb, prendendo ad esempio quanto accade nell’Unione Europea. Mohammed VI infatti ha spiegato che “le divergenze tra noi e l’Algeria stanno boicottando il cammino dell’Unione del Maghreb, anche i paesi dell’Unione Europea hanno divergenze tra loro ma questo non ha impedito che andasse avanti la loro unione”. Sempre secondo il monarca ” qualsiasi siano le divergenze non giustificano la chiusura dei confini di terra con noi e il cittadino marocchino non riuscirebbe mai a comprenderle. I capi di stato che incontro durante i miei viaggi mi dicono che non comprendono le ragioni di questa chiusura”.

Dal punto di vista economico il re marocchino ha spiegato che “il modello di sviluppo marocchino ha raggiunto un livello di maturità che ci permette di adottare politiche avanzate. Questa valutazione è stata confermata dalla Banca Mondiale che ha mostrato che il valore complessivo del Marocco e ha riconosciuto negli ultimi anni un notevole sviluppo, dovuto principalmente al maggiore sviluppo del suo capitale intellettuale. Come tutti sanno, i criteri che gli studiosi di economia e finanza usano per misurare la ricchezza hanno subito diverse modifiche. Ad esempio, la sicurezza e la stabilità sono la base della produzione e della ricchezza. Allo stesso modo, la fiducia e la credibilità sono fondamentali per stimolare gli investimenti. Tuttavia, non troviamo alcuna traccia di questi beni nel valore totale degli stati”.

Per quanto riguarda il campo religioso, infine, Mohammed Vi ha ricordato che “i nostri sforzi per migliorare le condizioni di vita hanno eguagliato il nostro desiderio di garantire la loro sicurezza spirituale e consolidare il modello marocchino di gestione della cosa religiosa. Questo modello originale, basato sul rito Maliki moderato, è il prodotto della profonda riforma che abbiamo condotto nel corso degli ultimi quindici anni per garantire l’aggiornamento e la formazione nel campo religioso. Si tratta di un paradigma che mira a tutelare il cittadino e la società contro i mali dell’estremismo, dell’isolazionismo e dell’ignoranza. Per fare questo, dobbiamo proteggere le moschee da qualsiasi manipolazione, soprattutto perché sono spazi di culto, consulenza, orientamento e alfabetizzazione”. 

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