E’ stato inaugurato ieri a Dakhla, nel sud del Marocco, il Centro internazionale di ricerca sulla prevenzione dei bambini soldato, con l’obiettivo di contribuire alla lotta al reclutamento di bambini soldato, attraverso la diffusione delle ricerche che il Centro dovrà svolgere su larga scala.

Questo Centro è stato inaugurato dal ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei marocchini all’Estero, Nasser Bourita e dall’Amministratore Delegato del Centro, Abdelkader Filali, alla presenza del governatore della regione di Dakhla-Oued Eddahab, Lamine Benomar, dell’ambasciatore, direttore generale dell’Agenzia marocchina per la cooperazione internazionale (AMCI), Mohamed Methqal e dei funzionari eletti, nonché dei consoli di diversi paesi africani presenti a Dakhla.

Il suo obiettivo è sensibilizzare, in particolare, sul destino dei bambini soldato, sui processi del loro arruolamento, nonché sulle cause che alimentano il persistere di questo flagello.

Questa struttura tende anche a fornire dati precisi, qualitativi e quantitativi per svolgere un’azione basata sulla ricerca accademica. In una dichiarazione Filali ha sottolineato che questo Centro concentrerà le sue missioni su studi, ricerche e consultazioni sulla prevenzione e lo sfruttamento dei bambini nelle zone di conflitto. Ii professore all’Università di Ottawa ha osservato che questa struttura sarà dotata di meccanismi di advocacy internazionale con le organizzazioni delle Nazioni Unite nei vari forum, in collaborazione con la società civile di tutto il mondo e le autorità civili che operano in questo campo.

In questo senso, ha indicato che questo Centro di ricerca ha dirigenti, accademici e laureati che saranno dotati di meccanismi per il monitoraggio delle varie violazioni nelle zone di conflitto nel mondo.

Attraverso la ricerca accademica, le partnership e le collaborazioni, il Centro sviluppa e implementa strategie per affrontare tutte le forme di arruolamento dei bambini e intraprende una valutazione e un censimento dei bambini soldato non registrati, offrendo soluzioni innovative per combattere il loro sfruttamento nei conflitti armati. Il Centro si concentrerà anche sulla ricerca nel continente africano, con l’obiettivo di diffondere i dati su larga scala.