La vicenda diplomatica più sgangherata della storia sta per volgere al termine. I due fucilieri del reggimento San Marco, per gli amici “marò”, accusati di aver ucciso due pescatori indiani, sono ancora ospiti delle autorità di Nuova Delhi, con servizio in cella.
Definiti eroi nazionali da Napolitano e pronti ad essere candidati da La Russa nelle fila di Fratelli d’Italia, da più di un anno i marò hanno quasi perso le speranze di imbracciare di nuovo il fucile in nome della patria. Nel susseguirsi di trattative imbarazzanti, ritrattazioni miracolose e messaggini sgrammaticati, si è da poco accesa una piccola luce in fondo al tunnel dello scarico. È il Divino Otelma a rompere il silenzio e ad offrirsi come mediatore qualificato, forte delle sei lauree conseguite in Scienze Politiche e delle sue indiscusse abilità magiche. Certamente più idoneo di Letta e del ministro degli esteri Bonino, Otelma scaglierà sull’India le sue maledizioni più potenti, facendo ricorso all’oscura arte della “diplomagia”. I servizi segreti rivelano che ci sia la concreta possibilità di uno scambio al peso: il Divino ingioiellato verrà concesso in ostaggio al posto dei militari. Se così fosse, sarebbe un precedente importante per tutta la politica internazionale: in caso di difficoltà offrire al nemico una celebrità di serie b in cambio dei prigionieri. Qualora invece non andasse a buon fine, la difesa assicura che un F-35 sgancerà Platinette su Nuova Delhi.