“Creare sviluppo in Africa, aiutare i cittadini dei Paesi del terzo mondo a progredire da soli e non chiedere più aiuto oppure essere costretti a fuggire è la nostra missione. Bisogna cercare di interrompere la catena di sopravvivenza che sta avvenendo nel Mediterraneo e dare la possibilità agli africani di vivere in maniera dignitosa nelle loro nazioni”. Lo ha detto Renato Rivieccio, governatore del Centenario Distretto 108YA Lions International, nel corso del convegno “Dagli aiuti umanitari agli investimenti umanitari”, organizzato nella sede della Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Napoli, presieduta da Pietro Russo

“Nel Mali abbiamo realizzato un’operazione che dimostra come questa pratica sia attuabile e positiva: con i giovani della zona abbiamo edificato un villaggio, realizzato gli ambulatori, la scuola ed una  fattoria per la lavorazione di pomodori. Hanno seguito un corso di formazione – ha aggiunto Rivieccio – per coltivare, conservare, produrre e vendere. In questo modo, si è innescato un processo virtuoso di sviluppo che sta dando i suoi frutti, oggi ci sono decine di famiglie che vivono in pace, autosostenendosi e facendo studiare i propri figli”. 

“Lions International, con la collaborazione di AssAmbiente e Confcommerico Napoli, vuole portare sviluppo e indotto direttamente in Africa – ha evidenziato Pasquale Bruscino, presidente di AssAmbiente provincia di Napoli e Lions – L’obiettivo è che gli africani possano avere opportunità economiche e costruirsi un futuro nelle proprie terre. E dunque sviluppare nel terzo mondo un percorso industriale di alto profilo”.

“Anche la Confcommercio vuole dare il suo contributo concreto nell’ambito di questo piano di sviluppo realizzato dai Lions in Africa”, ha sottolineato Russo. “La realizzazione di scuole e di piattaforme produttive sul territorio africano sono le uniche risposte per arginare l’ondata di migranti verso l’Europa e l’Italia in particolare. Solo con la creazione di pace, cultura e lavoro è possibile restituire speranza a tutti coloro che, a causa delle guerre civili, hanno perso tutti i punti di riferimento”.

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