La Lega Nord è da sempre all’avanguardia nell’ottenere la massima eco con il minimo sforzo intestinale. Nei primi anni ’90 Umberto Bossi si trova in una bettola piena di bovari in canottiera, una nebbia di esalazioni corporee si confonde con quella della Val Padana e il Bossi cosa fa per richiamare i propri simili? Rutta. Ma così tanto e così forte che da questo momento diventa il leader dei ragazzi del Carroccio.

Degno erede, suo figlio Renzo si laureerà in scienze del meteorismo presso l’illustre università Kristal di Tirana. L’avvocato Mario Borghezio è invece specializzato in insulti razzisti sostenuti da fiati rettali in dialetto nazi-padano. Ha il preciso scopo di sovvertire l’italico idioma abolendo secoli di letteratura con la potenza del peto surround. L’ex ministro Calderoli è l’esperto tattico di figure di merda 3D, indossa sempre cravatte verde vomito e gli basta mostrare la sua faccia per offendere chiunque abbia il senso della vista. Nome di battaglia: l’impresentabile.

A seguire Roberto Maroni, feldmaresciallo della Guardia Nazionale Padana addetto ai decreti sicurezza repressivi e promotore del download illegale. In questi giorni di agonia la Lega, ormai ridotta a un lombrico senza testa, affida le sue pubbliche flatulenze a Stefano Venturi. Il neodimesso Consigliere comunale di Rovato (Brescia) impreziosisce la sua pagina di facebook con questo solerte commento: “Terremoto nel Nord Italia… Ci scusiamo per i disagi, ma la Padania si sta staccando (la prossima volta faremo più piano…)”. Assistiamo infine al ritorno di Castelli, che così si è espresso sull’attentato a Brindisi: “Via la Lega dal governo, la criminalità rialza la testa”, aggiudicandosi in un colpo solo la corona di re delle loffe e la medaglia al valore anale.

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