Grande festa alla corte di Francia, c’è nel regno una bimba in più biondi capelli e rosa di guancia Oscar ti chiamerai tu… Dite la verità: quante volte avete cantato questa e tutte le altre strofe della sigla di Lady Oscar?

E’ o non è uno dei capolavori dell’animazione seriale giapponese? Una perla in un mare di anime tutti uguali, realizzato con cura e perfezionismo dai disegni fino alla musica… un gioiello di corte!
Versailles no bara (La Rosa di Versailles) prima di essere il cartone animato che tutti conosciamo, però, è stato un manga (un fumetto giapponese) di enorme successo in patria e all’estero. Pubblicato per la prima volta in Giappone nel lontano 1972 è arrivato da noi solamente dopo il successo televisivo nei primi anni ’80 come allegato alla rivista settimanale Candy Candy della Fabbri Editori (chissà quante bambine di quegli anni se lo ricorderanno?). A pensarci oggi che eresia accostare la tristissima e lentigginosa Candy a cotanta bellezza e fierezza di Oscar! Ma in fatto di tristezza anche l’androgina guardia del Re non è da meno… ahah!

Per fortuna col tempo, nel 1993, il manga originale è finalmente giunto a noi grazie alla pubblicazione dell’ormai defunta casa editrice Granata Press (onore e gloria ai caduti che tanti titoli d’eccellenza ci hanno fatto leggere per la prima e unica volta). Il manga poi sarà ripubblicato ancora, fino all’ultima versione targata d/visual (GP Publishing) del 2008.

Si dice che in Giappone, contrariamente all’Italia, ebbe un successo stratosferico il fumetto più che il cartone poiché la trasposizione animata richiese parecchio tempo, tanto che, quando l’anime approdò sulla NTV (Nippon Television) nel 1979, il pubblico era ormai già grandicello e in più il mercato dell’animazione di quegli anni proponeva storie ormai all’avanguardia rispetto ai crucci d’amore e piccoli intrighi di corte della Rosa di Versailles (ricordiamoci che sono del 1978 Capitan Harlok, Galaxy Express 999, Peline Story e del 1979 Gundam, Star Blazers e L’ape Magà solo per citarne alcuni).

Bene: dal 1972 al 2012 sono passati ben 40 anni e dal settembre dello scorso anno fino alla fine del 2013, in Giappone si sta celebrando Versailles no bara con eventi e mostre al di fuori della nostra immaginazione e dove si può avere l’onore di incontrare l’autrice Ryoko Ikeda in persona.
Per mia fortuna, qualche anno fa, ho potuto incontrare di persona la sensei che era stata invitata a sfilare per Roma, da Piazza del Popolo alla scalinata di Piazza di Spagna in cosplay, vestita, niente di meno che da… Maria Antonietta!
Voi potrete di certo capire, spero, l’emozione che ho avuto nel poter stringerle la mano e farmi autografare anche la maglia della salute! Kawaiii! (kawaii = carino nella lingua jappa).
Ma torniamo alla mostra. Il 13 Maggio scorso si è conclusa la sessione allestita nella città di Osaka, a sud del Paese. I prossimi appuntamenti sono per la città di Sapporo (dal 22 agosto al 3 settembre) per continuare poi nella bellissima città di Yokohama (dal 14 settembre al 14 ottobre).
All’interno di questa mostra itinerante si potranno ammirare pezzi unici e rari: tavole originali, art-book, acetati originali, parrucche, agende, ma anche bustine da thè alla “rosa” e persino gli abiti di scena della versione recitata del manga…

takarazuka-statua-bronzo-oscarCosa? Non lo sapevate? Da decenni ormai la Compagnia teatrale Takarazuka Revue, con sede nella città di Takarazuka,  dove sono andata in visita lo scorso anno, mette in scena un’opera dedicata alla Rosa di Versailles. La caratteristica di questa compagnia è quella di essere composta da sole attrici e di conseguenza anche personaggi quali il bell’Andrè e l’affascinante Fersen per esempio, sono delle donne! E che donne!

Attorno a queste attrici ruota un mondo sconosciuto ai più fatto di fan club, composti da donne, capitanati ciascuno da una leader e che vanno in pellegrinaggio presso il Gran Teatro di Takarazuka e attendono all’esterno l’uscita delle loro beniamine. Nel frattempo si dispongono molto ordinatamente su due file parallele ai lati delle porte e aspettano. Una per volta, le fortunate, vengono chiamate dentro e portate al cospetto della venerata star a cui portano in dono fiori, bigliettini, pupazzetti e altri oggettini kawaii…
Ma la cosa più affascinante e allo stesso tempo sconvolgente avviene takarazuka-ragazze-pronequando le attrici escono…
In qualsiasi momento, a piedi, in auto o nel bus dovesse verificarsi che un’attrice del Takarazuka passi davanti alle fans, immediatamente queste, in massa, tipo flash mob per capirci, si devono accovacciare e rimanere in questa posizione fino a che l’attrice non sia fuori dal loro campo visivo!!! Sugoi! Direbbero i jappi (sugoi = da paura).

E anche per questa volta il viaggio nella cultura-pop made in Japan è finito e, rimanendo in tema di ricorrenze “storiche”,  vi lascio ricordandovi che il prossimo 29 maggio, per una sola serata, sarà proiettato nei cinema di tutta Italia il capolavoro per eccellenza del cinema d’animazione nipponico: Akira di Katsuiro Otomo (1988). In occasione del suo 25° anniversario lo vedremo nella magnificenza del formato 2K distribuito dalla Nexo Digital.

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