Anche in Italia, Google muove il primo passo pubblico per una grande rivoluzione del core business aziendale. Sul blog nostrano dell’azienda, il gigante della ricerca online ha annunciato, il 4 dicembre scorso, l’implementazione del Knowledge Graph in lingua italiana.
 
Con questa nuova tecnologia Google cerca di comprendere realmente gli argomenti e i dati che analizza, riproponendoli agli utenti già organizzati e catalogati.
Nella pratica entro pochi giorni verranno mostrati dei box informativi accanto ad alcune ricerche, contenenti informazioni già organizzate sull’argomento cercato, con link di approfondimento e spazio per le curiosità. Sintesi con i dati più importanti, le foto e i collegamenti fondamentali, che andranno ad arricchire l’esperienza dell’utente, senza uscire da Google. Un specie di voce enciclopedica condensata in ogni ricerca.
La peculiarità assoluta sta nel fatto che queste piccole schede saranno elaborate, in modo automatico, dal motore di ricerca, grazie alla continua analisi dei contenuti informativi, dei portali e delle discussioni presenti sul web. In poche parole: il programma non immagazzina semplicemente i testi come insiemi di caratteri, ma come concetti, e li comprende.
I primi annunci arrivano, negli USA, a maggio 2012:
“We’ve always believed that the perfect search engine should understand exactly what you mean and give you back exactly what you want. And we can now sometimes help answer your next question before you’ve asked it, because the facts we show are informed by what other people have searched for.”
Matt Cutts, uno degli ingegneri più noti che operano a Mountain View, in occasione di un evento del settore ad agosto, aveva dichiarato che l’obiettivo di Google sarebbe stato quello di diventare motore di conoscenza, da semplice motore di ricerca.
Per lanciare il Knowledge Graph, Google ha analizzato 570 milioni di oggetti e 18 miliardi di relazioni fra essi, oltre al comportamento degli utenti rispetto alle relative ricerche, in modo da capire come determinare i diversi intenti d ricerca, e saper mostrare i giusti dati anche in caso di ricerche con più possibili intenti.
La ricerca “Parma” può essere ad esempio stata performata dall’utente per avere informazioni sulla città, ma anche per averne sulla squadra di calcio o sull’università; Google nel suo box mostrerà quindi informazioni sulla città e i link per leggere informazioni catalogate sulle ricerche correlate (“Università degli Studi di Parma” e “Parma Football Club” in questo esempio).
Allo stesso modo, cercando il nome di un artista o di un architetto, Google potrà mostrare direttamente una lista delle sue opere, con foto e collegamenti di approfondimento.
Questa nuova funzionalità permetterà agli utenti di informarsi molto più velocemente, sugli argomenti a cui sono interessati; inoltre potrà essere il modo per scoprire dati curiosi e poco noti, a cui magari non si avrebbe pensato con un approccio “umano” alla ricerca.
Esperimenti di questo tipo, anche se con un risalto minore, erano già stati fatti in passato da altri motori: basti pensare a WolphramAlpha (http://www.wolphramalpha.com/) che si definisce proprio Knowledge Engine, e che risponde a domande specifiche poste dall’utente con dati e tabelle costruite in modo automatico, senza avere però l’impressionante potenza di calcolo di Google.
Anche il colosso della ricerca, studia da anni per poter raggiungere la piena comprensione dei contenuti, cosa che permetterebbe di offrire risultati sempre più pertinenti con le ricerche, e di rendere queste ultime sorprendentemente veloci (una ricerca scolastica diventerebbe praticamente totalmente “commissionabile” al motore di ricerca, in uno scenario ideale).
Per ora possiamo però accontentarci delle funzionalità offerte dallo Knowledge Graph, presto disponibili per tutti, che già fra pochi giorni porteranno chiarezza, sintesi e semplicità in tutte le ricerche.

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