Si continua a ripetere stancamente che “gli stranieri non ci capiscono”, “gli stranieri non ci capiscono”, ma mai si ipotizza convincentemente il perché.
Ma siamo certamente noi che non ci facciamo capire.

Mi spiego meglio: l’altro tormentone, che si accompagna a quello di sopra è che c’è “provincialismo” in Italia, in particolare si sottolinea il “provincialismo della stampa italiana”; ma mai, o comunque, mai in modo netto e lapidario, ma solo, forse, per vaghi accenni, i due lembi di questi due filoni di pensiero vengono uniti per chiudere il cerchio.
Lo dico in modo esplicito: vuoi vedere che “gli stranieri non ci capiscono per il provincialismo della stampa italiana”?
Allora qua la “colpa” non è del Berlusconismo/Scilipotismo, la colpa è nostra che continuiamo a comprare giornali che dovremmo stracciare o a sintonizzarci su telegiornali che dovrebbero indurci a scaraventare il televisore in discarica, e, in principalità, della stampa cartacea e via etere che non riesce a fare un salto di qualità.
Estremizzo, ovviamente, per farmi capire, ma quante volte s’è detto: “se vuoi sapere qualcosa solo su Internet!” (che appunto ci ha dato qualche notizia sull’Islanda, sul Belgio, ecc.).

Ecco alcuni esempi sparpagliati qua e là, ma se ne possono aggiungere altri, e chi ha voglia di farlo e se la sente, può proporli, anche a livello locale (prendiamo, a caso, il fallito referendum sull’unificazione dei 6 Comuni di Ischia, un’isola di 46,30 kmq. – Milano è 181,76 kmq, 4 volte più grande – qualche giornale ha, per caso svolto un’inchiesta approfondita ed utile per gli elettori, prima ovviamente, di andare a votare? “Occasione per un grande rilancio turistico – occasione per la fine di sprechi e clientelismi – per un miglioramento dei servizi e della tutela del territorio, ecc.”, o al contrario “Rischio di perdita delle tradizioni locali e delle peculiarità storiche, della tipica dimensione esistenziale mediterranea, vanamente inseguita dalla Costa Smeralda, e così via.”. Manco per idea).
Prendiamo come termine di paragone, ma solo così per intenderci, come, in ipotesi, le notizie che ci riguardano, sarebbero state proposte negli USA, se avessero riguardato gli Americani.

1) Le “famose” ferie parlamentari di 40 giorni, in piena crisi economica: qui si ironizza, in modo abbastanza blando sugli “onorevoli pellegrini” che vanno in Terra Santa, a spese dei contribuenti (lo stesso Premier di fronte ad una perdita in Borsa del 13% in 4 giorni, mentre lo scenario mondiale rivela come l’intera Europa, l’America e, in concreto tutto il Sistema Occidentale è sull’orlo di un baratro, relativamente al quale le parole identificative sono “incognita”, “pericolo”, “senza fondo”, non sa che dire se non “ne riparleremo a Settembre”).
Mi immagino la stessa situazione a New York (città che conosco un po’ per motivi personali), con riferimento a TUTTI I GIORNALI, senza distinzioni tra quelli filogovernativi, di opposizione, o vagamente critici o adesivi verso il Governo: sguinzagliati reporter a studiare la posizione di ciascuno dei “pellegrini”, le loro motivazioni, anche con interviste a loro e a parenti e conoscenti; pubblicazione di tutti i nomi, inchieste sulle modalità del “pellegrinaggio”, i costi, le offerte delle agenzie di viaggi, con storie e collegamenti col Potere, anche per il passato, referendum a tappeto tra i lettori, iniziative di raccolta firme per bloccare gli sprechi, trasmissioni e servizi improntati all’insostenibile scandalo e l’incoscienza (Premier in testa) di rispondere ad una crisi economica e finanziaria planetaria senza precedenti, che vede il Paese particolarmente a rischio rispetto ad altri, per vari fattori, andandosene in vacanza, richiesta di pareri di qualificate pubbliche personalità circa il da farsi per conciliare gli interessi della collettività e il necessario riposo dei rappresentanti della collettività stessa, ed altre attività che la ben gradita fantasia di collaboratori, redattori ecc. avrebbe ideato (inutile dire che tutto questo ben si adatterebbe e sarebbe stato adattato ai costi della Politica in genere, i vitalizi, i portaborse, il numero dei parlamentari, gli Enti inutili, le auto blu ecc.).

2) Da noi si cincischia sulle “missioni di pace”. Nessun Organo di Stampa si fa carico di sapere perché i nostri soldati muoiono sempre in circostanze che sembrerebbero “banali” diciamo. Allora: come vengono scelti? Come vengono addestrati? Come vengono comandati? Come vengono periodicamente sostituiti? Come sono equipaggiati? Tali voci in confronto con altre possibilità (con le stesse modalità d’inchiesta sopra richiamate).

3) Il Ministro della Difesa, di fronte ad un missile lanciato contro una nave italiana e, per fortuna, non andato a segno, dichiara “il missile non era diretto contro di noi”. Chi è andato sul posto ad intervistare, indagare, mettere insieme elementi da spiattellare sotto il naso del Ministro, per confortare le sue dichiarazioni o, al contrario, per provocarne, con una campagna serrata, documentata, ineccepibile, le dimissioni?

4) Il Premier dichiara in Parlamento di avere “3 aziende quotate in borsa” e quindi di essere a sua volta nell’occhio del ciclone speculativo in questi tempi di crisi; ci fosse un servizio giornalistico appena appena accettabile che evidenziasse come alle elezioni “ha mentito al popolo” dicendo che non si occupava più di questioni aziendali, da che era passato alla politica, come questa sia una ammissione evidente di un “enorme e insanabile conflitto di interessi” tra lui, uomo di impresa e la sua funzione al servizio non solo delle imprese, ma di tutti i cittadini, anche i dipendenti, i fornitori, i clienti, i creditori delle imprese, i professionisti, gli intellettuali, gli artigiani, concausa della gravissima situazione in cui si trova il Paese, come sia, ormai in modo assolutamente indiscutibile, dimostrato che non è possibile ed è assolutamente deleterio per il Paese che, nelle mani di un solo individuo si concentrino potere politico, economico, industriale, mediatico, oltre a sfizi puttaneschi, musicali e di football. E’ elementare che la testa è una sola e non ce la fa, non ce la può fare, a pensare contemporaneamente a tutte queste cose, e il Paese ne soffre.

5) Un Magnate-Premier perde una pesante causa civile con una altro privato, per cui deve pagare un ponderoso risarcimento-danni, nella sua qualità di “magnate” (cerca peraltro di inserire un codicillo a sorpresa in una legge per non pagare detto risarcimento, nella sua qualità di “premier”). Bene, se ne sono dette di tutti i colori, tranne la cosa più ovvia e comprensibile (poi ci si lamenta che all’Estero non ci capiscono): gli avvocati dell’attore hanno vinto la causa e gli avvocati del convenuto l’hanno persa PUNTO.

6) La bellezza di 945 costosissimi parlamentari occorrono per dirigere questo Paese (ma in concreto per portarlo ad urtare contro gli iceberg, come ammette Tremonti), con i loro portaborse, uffici di segreteria ecc.? Essi, oltre a faraonici stipendi ed altre molteplici utilità, percepiscono vitalizi da capogiro, quando hanno appena compiuto una parte di mandato, e quindi si tengono ben stretti allo scranno anche quando le cose vanno in malora (altro che Titanic)?
Vedo già uno scamiciato direttore di giornale della Grande Mela, maniche rimboccate, sigaro in bocca, bretelle e incazzatura a portata di mano [i nostri sono più compassati e attillati, uomini arrivati (anche donne, ma italianamente, in genere uomini), i loro referenti non sono i lettori, ma i centri di potere, hanno più l’aria di gente di casta], inviare collaboratori in tutti i Paesi d’Europa e d’America, in Giappone e financo in Australia per avere resoconti precisi di come vanno le cose altrove e con quali vantaggi e quali svantaggi e, di tutto, rendere edotta compiutamente e senza nulla tacere, l’opinione pubblica, provocando campagne per abrogare, modificare, migliorare (non parlo della “porcellum” per carità di Patria).
Da noi invece… beh, da noi…
Qualche nota di colore tanto per gradire:
Marco Travaglio è interdetto dall’apparire nelle televisioni Mediaset, anche se fosse per un breve spot. Più provincialismo di questo? Una follia!
Ma sarebbe da accogliere a braccia aperte tutti i giorni, trasmissione fissa, per confrontarsi, per aprire la mente, un vero match di idee, opinioni, proposte, dal quale ora uscirebbe vincente uno, ora l’altro; audience alle stelle ed entrate pubblicitarie da capogiro.

E Santoro? Si è arrivati a commettere reati, concussione, abuso d’ufficio ecc. da parte del Premier, del dirigente RAI Masi, che era lì proprio per difenderlo, ed è stato poi messo a libretto assieme a Scilipoti, e il Garante (beh! Garante…) della libera informazione, di cui non ricordo il nome (Innocente, Innocenzio, qualcosa del genere) per non farlo andare in onda, e poi ancora, minacce, blandizie, dalle connotazioni poco o niente lecite, per non farlo assumere da La7 (ahimé riuscendoci; non so se Tronchetti Provera sia una brava persona, probabilmente sì, ma non è certo un Riccardo Cuor di Leone), e invece… avrebbe infiammato gli schermi di televisioni oltralpe o oltreoceano più aperte e spregiudicate, più libere e dotate di tono alto e qualificato da trasmettere all’utenza per trionfare sulla stupidità e l’ignoranza alla faccia delle Endemolate, guadagnandoci tra l’altro non poco. Cos’è? Il discorso che le logiche aziendali devono avere il posto d’onore nel sistema Paese è un discorso a singhiozzo? Solo quando fa piacere al Premier?

Nel quadro di degrado, non solo economico, ma proprio di stile di vita, senza precedenti, dell’intero Occidente, concettualmente inteso, infilandoci dentro pure la Borsa Saudita e quella Israeliana, che nessuno dei grandi Soloni che allietano i nostri momenti col giornale in mano o con la televisione accesa aveva previsto, all’interno del quale noi saremmo la IIIa classe del Titanic (se non la sentina), il Gran Timoniere, con tutto l’entourage di potere, compreso l’amico-nemico Giulio Nostromo, continua a dire “va tutto bene, le nostre banche sono solide”, “lo scafo tiene” e così via, e nessun commentatore, in segno di scaramantica discontinuità, se la sente di spostare l’obiettivo dalle scontate e melense effusioni Di Caprio/Winslet allo spregiudicato e risolutivo Harvey Keitel di Pulp Fiction.

Tutto sembrava essere rinviato a Settembre; è stato solo grazie ad un evidente sollevamento popolare, che il Parlamento sta continuando i suoi lavori.
Ci si aspetterebbe, a questo punto, un servizio giornalistico inteso a sottolineare come, stando così le cose, sarebbe quanto mai opportuno trattare immediatamente anche il caso Milanese, che a Settembre non avrebbe più senso per ovvi motivi; ma… silenzio assoluto…

Bisognerebbe, poi, ovviamente, dare risposta anche a chi implicitamente o esplicitamente osservasse che sarebbe inutile, dal momento che i Tribunali “chiudono bottega per 45 giorni”, facendo anche notare l’assurdità di tale situazione di fronte ad una Giustizia valutata universalmente di “lentezza biblica”.
Beh dirò solo, tanto per lasciar intendere come gli Organi di Stampa di Oltreoceano tratterebbero una faccenda del genere, che un paio di anni fa un mio amico avvocato di New York, intorno al 15 agosto, mi chiese se potessi indirizzarlo ad un corrispondente a Catania, per una questione urgente. “Ma stanno tutti in ferie” gli risposi. “Ferie what?” Replicò allibito. “Ma è Ferragosto!” insistetti. “Ferragosto? What is Ferragosto?” Sempre più allibito. Sì buonanotte! Ritorniamo a bomba: “Voi stranieri non ci capite!”

Ma riuscite ad immaginarvi un Ministro del Governo Obama che, un bel giorno, decide di spostare 3 o 4 Ministeri, che so a Kansassity (ricordate Alberto Sordi?) o a Chicago in onore di Frank Sinatra, o forse a Memphis per omaggio al mitico Elvis e, perché no? Uno a Nashville, per accontentare i fans di Robert Altman? E quale sarebbe la reazione della Stampa Americana?

Attentato a Belpietro da parte di un fantasma di cui rimane solo il fumo (della sigaretta di una guardia del corpo), Tremonti pedinato dalla Guardia di Finanza, “deve” pagare “in nero” un appartamento ad un amico fidato consigliere, onorevole indagato per gravi reati, per salvaguardare la sua privacy, una grossa fetta delle Forze dell’Ordine viene distaccata e utilizzata per proteggere Berlusconi, la sua famiglia, le sue ville, le sue cocotte, da ladri e malintenzionati: dove sono i titoloni dei giornali: “che cosa fa il Capo della Polizia per risolvere il caso dell’attentato?” “come vengono utilizzate le Forze di Polizia? Chi ha deciso di sottrarle ai loro compiti istituzionali e alle indagini per destinarle ad accompagnare segretarie e casalinghe a fare shopping?” E, una volta ottenuta soddisfazione, risolto il caso, provocare le immediate dimissioni di Prefetti, Questori e viceprefetti, vicequestori ed altri funzionari incapaci; oppure sventata la bufala, licenziamento del Direttore del giornale in questione e sua destinazione a Rozzano quale Direttore della grande edicola del Centro Commerciale Fiordaliso.
E Tremonti? Due possibilità:
“Decapitati i vertici della Guardia di Finanza – occhiello: Commissione d’Inchiesta condanna i Generali, Colonnelli e Marescialli implicati, a risarcire al Ministro 100 milioni di € per danni materiali e morali derivanti da averlo costretto a violare la legge, e altrettanti per danni di immagine e perdita di credibilità nei confronti dei colleghi stranieri.”
Oppure
“Era tutto falso. Inqualificabile comportamento del Ministro, che rassegna le sue dimissioni nelle mani del Capo dello Stato e si allontana mortificato e avvilito verso l’oblio – occhiello: concordato con gli Inquirenti un risarcimento di 200 milioni di € per danni erariali, implicita istigazione all’evasione fiscale e oltraggio ad un Corpo Istituzionale dello Stato, onde evitare l’impeachment formale.”
Ma dove sono ‘sti titoloni? O meglio, visto l’andazzo, dov’è l’indignazione maxima, ferma, irremovibile e dilagante di tutto il tessuto intellettuale del Paese, non solo dei giornalisti e neanche solo dei politici per la mancata possibilità di vederli in edicola e nei servizi televisivi? Già dov’è? In mente Dei.

A parte il Santoro (che si sia pro o contro di lui) che viene defenestrato senza tanti complimenti dalla RAI, e, mentre è in trattativa per passare a La7 viene bloccato da interventi inibitori, come si è detto, chiude, praticamente, RAI 3 e tutte le trasmissioni di satira politica a settembre vanno in soffitta, Celentano, Benigni, Fo, Fazio, Dandini, Saviano, Floris ecc. vengono, sostanzialmente interdetti dall’apparire in TV, dove invece dominano e dilagano personaggi quali l’obsoleto e costosissimo (anche perché bocciato dall’audience) Sgarbi, l’indagato Fede, lo sputtanato Vespa.
Dove sono i sit-in davanti alle Authority competenti, lo scandalo, i richiami agli emendamenti della Costituzione che garantiscono la libera circolazione delle idee? I tam-tam, i passaparola tra Direttori, testate, semplici redattori per protestare contro l’attentato gravissimo alla libertà di stampa? Gli scioperi ad oltranza, i richiami all’opinione pubblica a collaborare per ripristinare i principi lesi? Dove sono? Compatti e senza “se” e senza “ma”, per far capire agli stranieri quanto siano in errore nel collocare il nostro Paese al 70° posto, per quanto riguarda la (semi)libertà di stampa? Insieme ai titoloni di cui sopra, in mente Dei.
Compassati Direttori si perdono in mille distinguo in varie trasmissioni e commenti che buttano acqua sulle fiamme. Gli altri si tengono ben stretta la pagnotta.
Giustificazione: In Italia o fai così o sei “fuori”.

E dulcis in fundo o in cauda venenum, a seconda dei pareri, la Chiesa interviene pesantemente su esperimenti scientifici quali quelli sulle cellule staminali, sul testamento biologico, il Cardinal Bertone organizza il futuro assetto politico del nostro Paese.
Ma vi immaginate il sinodo dei vescovi statunitensi decidere se debbano continuare i viaggi nello spazio da Cape Canaveral, o il presule di Washington tentare di organizzare il dopo-Obama? O esponenti di altri culti religiosi fare altrettanto?
E, ancora una volta, quale sarebbe la reazione sarcastica, indignata, incredula, ostile della Stampa Americana? Le campagne mediatiche che si organizzerebbero fin dentro le chiese, o le moschee o le sinagoghe; ce ne sono in giro per il Mondo e nessuno storce il naso come qui da noi (dove una volta rappresentavamo la centralità del Mondo e adesso, a quanto pare, la sua provincialità).

E qui mi fermo anche se ci sarebbe tanto altro da aggiungere.
Allora… altro che “è la stampa, bellezza!”. Qui tutt’al più “è un sogno, bellezza!”, anzi, al momento “un incubo!”.
Ma… ci avimm’arriva’, ci avimm’arriva’.

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