Milano DICEMBRE 2012 Artigianato in FIERA, un po’ sottotono per i contingenti noti motivi – alcune impressioni:
CHE COS’E’ IL COMMERCIO!

Così come la vanga e l’aratro, sono, secondo me, i motivi conduttori del Mondo, il mercato è il vero mandala del Mondo, dove si scambia di tutto, non solo i propri prodotti; amore, cultura, tradizioni. Ci si conosce meglio e si capisce qualcosa di dove siamo e che cosa possiamo fare.
Che cosa mi ha impressionato di più, di questa kermesse consumistica, alla quale partecipano TUTTI i PAESI del MONDO (o quasi)?

Il Tibet, privato della sua identità, ma non sconfitto, arroccato in un angolo, tra l’India e il Nepal, in una posizione che vede questi due Paesi, quasi protettivi, ospitato inoltre in diversi stand del Nepal.
E poi, tante altre cose: la presenza incredibile della Siria, dell’Egitto, dell’Iran, dell’Afghanistan (saranno i giovani espositori che fraternizzano con acquirenti italiani, parenti di coloro che sono morti, o coloro che hanno ucciso, magari anche soldati italiani? Ora qui tutti in un cerchio, come se nulla fosse), la presenza indomita della Palestina e la pesante assenza di Israele (gli altri anni c’era), la tenace presenza della Grecia (la madre della nostra civiltà), sia pure con un piccolo stand; la dilagante affermazione dell’India e quella contenuta, invece della Cina, come per dire che, tanto, è presente in tutti gli stand; il generale tono calante degli espositori dell’Africa.

14 DICEMBRE 2012 – U.S.A. NEWTOWN – Connecticut – Adam Lanza, un ventenne con evidenti problemi psichiatrici uccide 27 persone, tra cui 20 bambini. Ma non è un isolato caso di follia omicida; la storia, soprattutto recente, ne è piena.
16 DICEMBRE 2012 – SIRIA – Bombardata da caccia governativi una moschea alla periferia Sud di Damasco; colpito anche il campo di profughi palestinesi di al-Yarmouk. E’ la prima volta, dall’inizio della rivolta contro il regime di Assad; almeno 8 i morti.

Ed ora saluto tutti per quest’anno con affettuosi auguri di Buon Natale e felice Anno Nuovo, assolutamente senza alcun sarcasmo.
Intanto se leggerete questo articolo vuol dire che almeno la Profezia dei Maya, ce la siamo scansata, e poi… sono sicuro che riusciremo, alla fine, a trovare il bandolo della matassa.

Due importanti eventi, praticamente contemporanei, hanno avuto rilievo dominante, di recente, sullo scenario mondiale:
L’elezione del Presidente degli Stati Uniti d’America
e
Il 18° Congresso del Partito Comunista Cinese.

Sorge spontanea una riflessione: di fronte ad un FUTURO anteriore che, agli occhi di scienziati, artisti e scrittori, si presenta PESSIMO, e che vorremmo, invece SPLENDIDO, per quanto questo possa sembrare impossibile, ci stiamo avvicinando sempre di più ad un bivio.
Giungiamo così, dopo un excursus forse un po’ lungo e intricato (ma l’argomento e i tempi lo richiedono), alla giustificazione del titolo, al “dunque”: Il MONDO al BIVIO.
Ora vediamo più da vicino (sempre più da vicino) quello che nei secoli trascorsi, e forse anche negli anni più recenti, monopolizzati come siamo stati da un progressismo via via più esasperato e travolgente, che ha finito col prenderci la mano, ci è sempre sfuggito: Il Mondo è ad un bivio.
E quali sono i due poli della questione?

Come si è già detto nei precedenti capitoli, sono in effetti due facce della stessa medaglia: quello che, in senso gergale, e come si è già affermato, con diverse sfumature, in varie opere letterarie, cinematografiche, pittoriche ecc., può configurarsi come qualcosa che ha a che vedere con l’APOCALISSE, al quale ha sempre fatto seguito, a dire il vero, un Mondo Post-apocalittico; ma questo, in termini che non siano prettamente di fantasia, è più difficile da ipotizzare.

DA UNA PARTE
Occorre fare un piccolo passo indietro: l’America di Bush (che con ogni probabilità sarebbe stata anche l’America di Romney) è, in ogni caso, un’America ancora attuale, quella dei benefici fiscali concessi alle classi più ricche e il rafforzamento delle tradizionali lobbies americane: la guerra, le armi [il caso sopra menzionato di Adam Lanza, la dice lunga, ed è forse emblematico di quale è la situazione nel nostro Mondo; e la famosa frase di Samuel Colt (più volte citata dai media – v. Wikipedia), con la quale non esitò ad attribuirsi poteri uguali, se non superiori a quelli di Dio, si inserisce nello stesso solco], i medicinali, le comunicazioni, le assicurazioni, le banche di investimento: in altri termini il Mondo del Grande Fratello. Si è già visto, nelle precedenti puntate, come sia uno scenario che ha una sua logica, la sua ragion d’essere, la sua potenzialità di lunga durata, i suoi vantaggi e i suoi duri prezzi da pagare. Non occorre qui ripetersi se non per ricordare i due grandi sacrifici: la perdita di vite umane, costituenti un peso, zavorra per l’assetto sistematico e la perdita di dignità umana nella sottomissione, nell’accettazione dell’ingiustizia funzionale, e nella cura esclusiva del proprio particulare (ricordate “Blade Runner” dove persino una macchina vale di più? I’ve seen things you people wouldn’t believe.).

DA UN’ALTRA PARTE
La promessa di continuità della Nomenklatura del Partito Comunista Cinese, nella programmazione fin qui seguita, per il prossimo decennio (quello che probabilmente porterà la Cina al dominio indiscusso sul Mondo o, in alternativa, ad un conflitto mondiale rispetto al quale la II Guerra Mondiale potrà tutt’al più essere paragonata ad una riedizione edulcorata della Batracomiomachia). Qui l’Uomo è ridotto a “cellula” della Società; conformismo assoluto, nessuna dialettica né opinioni, nessuna avventura, le idee incapsulate nella routine, non può parlarsi neppure del mondo visto attraverso le pareti di vetro di un acquario, come efficacemente è detto da Paulo Coelho in “Veronika decide di morire”, a proposito di una clinica psichiatrica, perché sarebbe tutto il Mondo trasformato in un immenso acquario senza più bisogno di pareti, o meglio, avente una unica universale parete, la noia.
Si è già detto anche di questo, non occorre quindi dilungarsi oltre.

IL BIVIO
E Obama? E’, secondo me, nella scomoda, anche se non ancora compromessa situazione, di trovarsi al bivio.
Subito dopo la sua elezione le Borse sono crollate, le Agenzie di Rating, controllate dai vertici degli Istituti di Credito e Società Finanziarie Americane hanno minacciato il declassamento degli USA; presagi questi, segni che indirizzano la sua strada verso il “Mondo di Bush”, il controllo assoluto degli schiavi, da parte di una potente Oligarchia. Ma lui è anche il Presidente “di tutti”, come ama definirsi, il Presidente eletto col voto dei neri, delle classi subalterne, delle periferie, degli emarginati, degli immigrati; questo lo spinge dall’altra parte, la pianificazione, il controllo dell’economia, il “Mondo di Xi Jinping”, per farla breve.
Per il momento, con tutta probabilità, Obama e Romney collaboreranno (quest’ultimo ne trarrà anche il suo tornaconto, potendosi proporre alle prossime elezioni, e anche prima, come colui che non ha esitato, nel momento critico, a dare un leale e disinteressato contributo alla salvezza degli USA), per non permettere che una Grande Potenza come l’America, l’unica grande potenza militare rimasta al Mondo, collassi e piombi nel caos; ma questo servirà solo a rinviare, a spostare un po’ più avanti il bivio.
Per quanto tempo si andrà avanti così? Perché è vero che, come si suol dire non c’è nulla di più permanente della provvisorietà, ma è anche vero che l’Umanità sarà sempre più disposta a ribellarsi, che non ad accettare passivamente quei “Mondi” di cui si è detto, la cui ineluttabilità sembra scontata.
Come se ne esce? Nessuno può rispondere o tentare di rispondere a questa domanda, aiutandosi con regole ed equazioni, come se si trattasse di risolvere un teorema matematico.
Qui siamo al di fuori anche di questo; la fantasia, l’immaginazione, le elucubrazioni, forse le perversioni di ciascuno possono aiutare di più.

Personalmente sono affezionato all’idea di un Mondo Romantico, un Mondo che lotta e si batte per trovare “un’altra alternativa”, come in quelle quattro chiacchiere davanti alla colazione del mattino, ascoltando il telegiornale, di cui alla prima parte di queste modeste riflessioni giornalistiche su quello che ci sta più a cuore, il Mondo in cui viviamo.
Non potranno salvarsi tutti, questo è chiaro, ma non posso neanche credere che sia destino dei nostri posteri diventare delle palle da foot-ball con lunghi tentacoli neri (Wells).
Accadrà quel che accadrà. Gli appartenenti al genere umano difendono in tutti i modi e, all’occorrenza, anche con le armi, se stessi, i propri affetti, i propri valori. Morire con le armi in mano è un valore in sé. La resa e una lenta agonia non valgono nulla.
Forse moriranno tutti (alla fine in ogni caso finirà così). In tal caso, che cosa potremmo noi concludere oggi (non potendo farlo dopo, per ovvi motivi)? Una profezia che si avvera. “La storia di un uomo è la storia di tutta l’umanità” dice il già citato Paulo Coelho in “Il diavolo e la signorina Prym”.
Così come muore l’uomo, muore l’umanità e questo lo avevano già detto, senza studi, riflessioni, ragionamenti, confronti, ma col semplice sentimento, la semplice anima, le Sacre Scritture (non solo quelle della Religione Cattolica), alcuni millenni prima della scienza, della letteratura e dell’arte, allorché l’umanità muoveva i primi passi.
La fine di tutto o il Giudizio Universale.
Ma forse si salverà qualcuno.
La vita continuerà; possiamo immaginare che sarà diversa da come è ora, ma non sarà neanche come i poeti dell’Arcadia ce la descrivono. Una vita, in ogni caso, che varrà la pena di vivere.
Quei pochi che si salveranno saranno l’Umanità al crepuscolo del nostro Mondo.
Sarà così messo un suggello su questa Terra, che identificherà la nostra storia come storia di Uomini, non di bestie, non di macchine, nè di mostri, fino a quando?
Fin quando non finirà tutto, o meglio non si trasformerà nell’infinita dispersione molecolare dell’Universo, o non dovrà presentarsi l’intera vicenda, l’intera parentesi o anomalia della perfezione infinitesimale dell’Universo, davanti al Giudizio di Dio, quell’Eternità che ciascuno di noi ha dentro di sé, ma nessuno può minimamente affermare di saperne qualcosa, a parte i giochi di potere dei sacerdoti delle varie religioni (nei quali, per la verità, tradizionalmente eccellono i “nostri”, i sacerdoti della Chiesa Cattolica), anche se ha il coraggio, l’incoscienza, l’impeto, a volte l’impudenza, o l’ingenua convinzione di farlo.

E se in un unico chip potesse essere contenuto tutto il sapere e il conoscere dell’Umanità, tutta la sua storia e si potesse apprendere tutto in un mese, o una settimana, forse un solo giorno?
E se del Mondo restasse qualcosa? Non solo desolazione e macerie, ma città tenaci per quanto ferite, grandi spazi, orizzonti d’acqua e di luce, e da tutto questo emergesse un grande altipiano (quindi non un luna park e neanche un deserto), dell’estensione dell’Umbria? O forse meno, sullo sfondo di impervie cime montuose innevate; pieno di sole, per quanto pallido e malato, ricco, pur non sovrabbondante di foreste rigogliose, o almeno non proprio abusate, di fiumi più o meno placidi o vorticosi, dove rivoli, dove straripanti, di quel che rimane di pesci guizzanti, di sufficiente terra fertile, fauna domestica, qualche esemplare sopravvissuto di quella selvatica, lussureggiante, o comunque non disprezzabile patria dei cavalli dalle criniere al vento e di innocui, grossi lucertoloni, pacifici e lenti, dalle abitudini vegetariane?

La principessa lo vide. Corse verso di lui, il cuore in tumulto. Tutte si
fermarono.
Arrivava alle orecchie di Web il rumore dei suoi passi di corsa sul terreno
ghiaioso frammisto a soffice polvere, come una musica dai toni caldi e
attutiti di vaghi strumenti di pace e amore.
C’era un varano proprio dietro la sua testa ciondolante, il suo corpo sfinito,
a non molta distanza, enorme, irto di formazioni cornee e di creste sul
capo e sul dorso, screziato, come il tronco su cui era adagiato, immobile,
mimetico; gli occhi attenti, ma estranei a tutto ciò che aveva intorno, qualcosa
di irridente, con accento drammatico… e, sul corpo e sul muso, di
energico e di magnetico insieme… da cui promanava la sua orrida bellezza.
Fermo nell’indifferente trascorrere del tempo… se Web avesse potuto
vederlo! La stessa espressione dell’amuleto di Mobàrec. (quarta puntata – fine)

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