Ore 10.00 Riflette profondamente sul ruolo di sindaco, sulle responsabilità che esso comporta, sui doveri che ha nei confronti di una comunità di milioni di persone: “Chissà se Topolinia si chiama così perché ci abita Topolino. Sarebbe un po’ come se Arcore si chiamasse Berlusconia, se Cellino San Marco si chiamasse Albania, se Montecarlo si chiamasse Finia. Ecco, potrei chiamare Roma Tottia, o Verdonia. A meno che Topolinia non si chiami così perché è abitata da topi. Ma anche in questo caso è come se Milano si chiamasse Omosessualia. Quindi Roma si chiama così perché è abitata dai Rom: i Romani sono solo degli intrusi!”.

Ore 12.04
Intervistato dal Messaggero, traccia un bilancio dei suoi primi sette mesi da sindaco. “Ricordo ancora il mio debutto in Campidoglio. La prima cosa che mi ha colpito? Il manganello di un ladro che mi ha rubato il portafogli”. Poi Marino rievoca il successo del Gay Pride di giugno. “Una sfilata fantastica, un sacco di persone. Avevano tutti dei vestiti strani, molto appariscenti, e in tanti indossavano gioielli. Parlavano di politica, e ovviamente la maggior parte di loro era omosessuale. Ma forse non era il Gay Pride, forse era il Cei Pride”. Non manca un accenno al problema dei trasporti pubblici: “Un autobus a Roma è come la diarrea: è sporco e puzza, ma sai che prima o poi passa. Comunque i miei concittadini non hanno nulla da temere: entro marzo, massimo aprile del 2048 sarà pronta la Metro C, che unirà Via dei Condotti con Piazza del Parlamento. Un collegamento richiesto da tutti i cittadini, che finalmente libererà Roma dalle auto. E, tra le opere di compensazione, è previsto anche l’abbattimento del Colosseo, che ormai senza tetto si sta rovinando tutto”.

Ore 13.30
Incontra il regista Gianfranco Rosi, che sta completando le riprese del film Tsiealkatso, sequel di Sacro Gra.

Ore 15.51
In collegamento con La zanzara, rievoca i motivi del suo successo alle elezioni: “La scelta vincente è stata puntare sullo slogan che ha contrassegnato l’ascesa di Obama: ‘Yes, we can’. Per due mesi Roma è stata tappezzata di striscioni con la scritta ‘Sì, noi lattina’”. Quindi, si lascia andare a battute di fine umorismo: “Londra è una città multirazziale, Roma una città multilaziale. Ahahah”.

Ore 16.17
Sta tre quarti d’ora al telefono con Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia, che si lamenta che lì da lui non è vero che tutte le strade portano a Roma.

Ore 17.43
Dalla Prefettura gli fanno sapere che il mese scorso  alcuni estremisti islamici hanno provato a organizzare un attentato nella Capitale: “Per fortuna il terrorista che doveva farsi saltare in aria è stato derubato della valigia con dentro l’esplosivo”. “L’ho sempre detto che Roma è una citta sicura”, pensa Ignazio.  “Allora il terrorista ci ha riprovato un’altra volta – spiegano dalla Prefettura – . Voleva farsi esplodere su un pullman, ma è stato riconosciuto subito: era l’unico che aveva pagato il biglietto e ha insospettito tutti. Infine il terrorista ci ha riprovato una terza volta, questa volta a San Pietro, direttamente dal Papa. Però alla fine ha cambiato idea, ha deciso che per ogni Paese un estremismo religioso basta e avanza”.

Ore 18.01
Si mette al lavoro per organizzare il prossimo Concertone del Primo Maggio che – promette – “sarà completamente rinnovato”: ci saranno i Modena City Ramblers, Maz Gazzè, Daniele Silvestri, Enzo Avitabile e i Marlene Kuntz. Quest’anno, inoltre, sarà vietato fumare marijuana: per questo l’evento si terrà in un auditorium di Subiaco, ché tanto ci saranno al massimo duecento spettatori.

Ore 19.20
Decide di inserire sul sito Internet del Comune le più celebri frasi dei romani che hanno fatto la storia: “Alea iacta est” di Giulio Cesare, “A Iside, e famme na po**a” di Christian De Sica e “Io rispetto l’omofobia” di Francesco Totti.

Ore 19.35
Trova un accordo con Diego Della Valle, che dopo il restauro del Colosseo finanzierà anche quello di Gina Lollobrigida.

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