Gli italiani sono noti per la calorosa accoglienza che riservano ai loro ospiti, anche quando gli stanno sulle palle. È questo il caso di Hassan Rouhani, presidente dell’Iran in visita a Roma qualche giorno fa. Quale migliore occasione per visitare i monumenti e le opere della città eterna senza turisti, borseggiatori, centurioni mafiosi e vigili taglieggiatori?

Prima tappa, tempio delle vestali, si sa, le giovani vergini sacre sono sempre un avvincente  argomento di conversazione. Seconda tappa, da Checco er porchettaro, qui i men in black della sicurezza hanno fatto sparire ogni riferimento ai suini e hanno girato tutti i quadretti di Padre Pio, il menù revisionato prevedeva acqua e pepe. Terza tappa, Musei Capitolini, dove, una volta coperte tutte le statue nude, Rouhani ha potuto ammirare le schegge di un vaso da notte di epoca imperiale. Tappa finale, puttan tour a via Salaria, prontamente avvisate, le prostitute si sono coperte con velo e chador, ma così facendo hanno bloccato il traffico allungando i tempi di contrattazione.   

Insomma una degna ospitalità, quella di un paese governato da censori baciapile, riservata al leader di un paese dove i diritti umani sono archiviati alla voce “sti cazzi”. Del resto solo i nostri politici possono coprire un nudo di marmo antico e nel contempo calarsi le mutande senza il minimo imbarazzo.  

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