Questo periodo storico è convenzionalmente diviso in due tempi (I Guerra Mondiale e II Guerra Mondiale, diciamo, per comodità di comunicazione; anche se, in un’ottica più ampia, va tenuto conto che la I Guerra Mondiale, per il resto del Mondo, ebbe inizio il 23 luglio 1914, con l’attentato di Sarajevo; la II Guerra Mondiale finì progressivamente, in Italia, in Europa, nell’Aprile – Maggio 1945, e, definitivamente, nel Pacifico, il 15 Agosto del ’45, con la resa del Giappone).

In realtà, per quanto riguarda l’Italia si è trattato di un’unica FORCA CAUDINA, che ha sfibrato e polverizzato la CONSISTENZA POLITICA del nostro PAESE; per cui, pur essendo esso caratterizzato, come sempre è stato caratterizzato, da grande LABORIOSITA’ e CAPACITA’ d’IMPRESA, non ha mai più recuperato quell’enorme perdita e, a tutt’oggi, ha una VALENZA pressoché IRRILEVANTE nel PANORAMA INTERNAZIONALE.

I PRIMI 3 ANNI (1915 – 1918), che nella nostra pubblicistica, vengono riassunti come “PARTECIPAZIONE ITALIANA alla PRIMA GUERRA MONDIALE” ma che, in  realtà, raffigurano la PARTECIPAZIONE ITALIANA ai primi passi della ROVINA di quello che sarebbe stato il Paese più bello e interessante del Mondo, se i suoi stessi abitanti non lo avessero MASSACRATO, sono stati DETERMINANTI, e può, tranquillamente, affermarsi che tutto quel che segue trova in essi, in quei tre anni, fertili RADICI.

Le rovinose e anacronistiche guerre coloniali, il Fascismo, la sconfitta nella IIa Guerra Mondiale, gli eccidi e i crimini di guerra, commessi con pari ferocia e vastità da noi e contro di noi, la guerra civile, l’”americanizzazione forzata” del nostro Paese, incapace di esprimere una propria identità, progressivamente da Sud verso Nord, il malaffare, la soggezione al Vaticano ecc. sono DIRETTI DERIVATI di quel triennio, e ancora oggi, anzi forse con maggiore presa oggi (ma auspicabilmente, proprio per questo, in modo, per così dire, TERMINALE), AVVELENANO tutti e il FUTURO dell’Italia e dei giovani.

Il 24 MAGGIO prossimo ricorrerà il 100° anniversario dell’entrata in guerra dell’ITALIA (dopo aver già cambiato casacca); molti scalpitano e incombono i FESTEGGIAMENTI, con i quali, da qui a poco ci spaccheranno letteralmente i marroni a baionettate, con la RETORICA di quella bufala che fu, per l’Italia, la I Guerra Mondiale.

Già intravedo film e fiction… il Piave, Redipuglia, civili e militari inzaccherati di salsa di pomodoro, fanciulle in  fiore massacrate e stuprate dall’odioso e feroce nemico, e non già grazie all’insulsaggine degli “sciaboloni” tracotanti e ignoranti, ai vertici dello Stato Maggiore Italiano, dei quali massimo emblema dell’epoca (ma non mancarono, in  seguito, new entry quali Roatta, Graziani, Badoglio ecc.) può essere il Generale Cadorna, al quale abbiamo dedicato e, ancora adesso dedichiamo, piazze, strade, fermate della metropolitana, pisciatoi municipali, ecc.
Semplicemente assurdo.

In definitiva, la I Guerra Mondiale non è stata altro che il PRIMO TEMPO (che, dopo aver, più o meno, vinto, finì, per noi, con un sostanziale pareggio a tavolino, grazie ai “bisticci” di Grandi Statisti, naturalmente mentori degli “sciaboloni”, quali V. E. Orlando e S: Sonnino).
Poi però c’è stato il TRAGICO e, probabilmente, INEVITABILE, per come le cose si erano messe, DEFINITIVO SECONDO TEMPO, consistente nella II Guerra Mondiale.
L’origine di TUTTI i NOSTRI GUAI, col picco nel “FASCISMO”.
Questa è la situazione.

Come si fa a inneggiare, brindare e festeggiare con la fanfara, per la c.d. VITTORIA nel primo tempo (in mezzo a oceanici bagni di sangue italiano, che sono stati, ignobilmente voluti, NON dal “nemico” – lo scontro era ovvio – ma da un’INSULSA CLASSE DIRIGENTE); quando poi il II TEMPO l’abbiamo IRRIMEDIABILMENTE e CATASTROFICAMENTE PERSO (e, non essendoci mai limite al fondo del pozzo, come si sa, essendo sempre possibile scavare, poteva andare anche peggio)?

Tutti quelli della mia generazione ricorderanno quando a scuola, ci prendevano per il culo (e in gran parte ancora adesso lo fanno), facendo finire il PROGRAMMA col “15/18” e poi… “siamo ai nostri giorni”, dicevano, e noi, con la bocca aperta e il cervello chiuso, annuivamo.

Aveva ragione Curzio Malaparte, vincere una guerra è facile, il DIFFICILE è PERDERLA.

Che si fa, allora?
Si chiudono tutti e due gli occhi perché tanto il POPOLO BUE guarda alla mangiatoia e sa solo mettersi al seguito di qualcuno, senza pensare? Ci siamo davvero rincoglioniti tutti a questo punto?
Non posso farmene una ragione! E con quali intenzioni, poi?

Capirei se fosse l’occasione per SBATTERE la VERITA’ STORICA  alla RIBALTA dell’evidenza, facendo vedere QUALI PORCATE furono alla base e furono commesse durante il conflitto, e quali GRAVISSIME e DETESTABILI CONSEGUENZE ci furono; ma non credo proprio, perché siamo pur sempre in Italia (“Italiani, brava gente?” Del Boca docet) e poi… per dire questo, e cioè LA VERITA’, non è necessario attendere nessun ANNIVERSARIO.

Dalle celebrazioni, anche scenografiche, mi aspetto la solita crocerossina che va, sorridente, incontro alla morte, col tricolore in mano; la quale, povera crista, in un ultimo anelito, dà la colpa “al nemico”, non sapendo che i veri carnefici stanno accanto a lei, anzi dietro di lei, e non di fronte.

Nel tentativo, per quanto disperato, di evitare quest’ennesima EVIDENZIAZIONE dell’ITALIANITA’ NEGATIVA, ritengo assolutamente DOVEROSO (parlo dal mio punto di vista, senza pretendere di dare lezioni a nessuno), SVILIRE e DENIGRARE il più possibile, l’atteggiamento e la partecipazione dell’Italia alla Ia Guerra Mondiale, e tutto ciò che a questo si richiami, e pretenda di farne oggetto di nobili valori e di gloria, in tutte le occasioni pubbliche e private, i commenti, i dibattiti, con convinzione e continuità. Immagino anche film e fiction televisive in CONTROTENDENZA.

E’ necessario, per il bene sociale, che emerga una più cruda e realistica ricostruzione storica degli eventi.
Come cittadino italiano, QUESTA sì, mi pare opera di VERITA’ e di CIVILTA’; ristabilire come stanno le cose, senza paura, senza reticenze e senza enfasi, nel nostro squinternato Paese, perché si vada davvero verso un FUTURO che si sia costruito, e dal quale ci si attenda qualcosa di buono nella vita, e non una FARSA.

Chi rivisiterà la STORIA di quel TRENTENNIO che va dal 1915 al 1945, nel nostro Paese, e soprattutto dei primi 3 ANNI, con mente sgombra e onestà intellettuale, VEDRA’ chiaramente che BOLLA di SAPONE inquietante e torva fu per l’ITALIA la PRIMA GUERRA MONDIALE (da noi convenzionalmente dichiarata come “vinta”); non potrà fare a meno, conseguentemente di CONTRAPPORSI in ogni ambito e in ogni caso, al RACCONTO, alla RAPPRESENTAZIONE, all’ENUNCIAZIONE in chiave positiva, di quel periodo NERO, viscidamente e camaleonticamente camuffato e spacciato come BIANCO e SOLARE.

I Francesi hanno saputo riconoscere, rovistando nella loro Storia, gli errori commessi, i loro limiti, le offese arrecate ai VALORI STORICI, la Civiltà, la Democrazia, la Fratellanza tra i popoli; e così gli Inglesi, gli Americani, i Tedeschi persino. Le pubblicazioni, le comunicazioni mediatiche, i film sono pieni di “RICONOSCIMENTI”.
Solo gli ITALIANI sono stati e sono SOLO e SEMPRE BRAVI?
Una via questa, apparentemente appagante, che non porta molto lontano.

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