Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma dell’editoria: ridotti i contributi per i giornali di partito, mentre per quanto riguarda le cooperative che editano un quotidiano, potranno accedere ai contributi statali solo con 5 assunti a tempo indeterminato con prevalenza di giornalisti. Tre dovranno essere gli assunti, sempre a prevalenza giornalistica, nel caso di pubblicazione di periodici.

Due i provvedimenti sul tema: un decreto legge con le norme per l’erogazione dei contributi pubblici fino al 2014 e un disegno di legge delega che regolamenterà i finanziamenti dal 2014 in poi.
Il Cdm ha inoltre varato un Piano contro la povertà, stanziando 2,3 miliardi per il Sud e 900 milioni per le imprese. Quattro le priorità dell’iniziativa: Inclusione sociale, giovani, innovazione aziende, attrazione culturale e più fondi per l’infanzia nel Mezzogiorno.
La fase 2 del Piano prevede uno spostamento di fondi sottoutilizzati o allocati su interventi inefficaci o ormai obsoleti, di programmi operativi nazionali o programmi operativi interregionali e quindi gestiti dalle amministrazioni centrali dello Stato per un valore appunto di 2,3 miliardi di euro.
Questo il comunicato di Palazzo Chigi:

Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 11,30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti.
Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Antonio Catricalà.
 Razionalizzare, semplificare, rendere trasparenti e migliorare la qualità dei contributi pubblici destinati all’Editoria, tenendo conto di tre esigenze:
 1. Contribuire al conseguimento del pareggio di bilancio pubblico;
 2. Indirizzare le imprese verso l’innovazione e verso comportamenti aziendali coerenti con la trasformazione del mercato;
 3. Realizzare in pieno l’obiettivo di tutela del pluralismo e sostegno alla effettiva fruizione di prodotti editoriali reali.
 
Sono queste le linee guida del decreto legge, approvato dal Consiglio dei Ministri, che ridisegna l’accesso per le imprese editrici di quotidiani e periodici ai finanziamenti pubblici. Il provvedimento di urgenza si rende necessario in ragione del periodo transitorio – previsto dal decreto “Salva Italia” – degli ultimi 2 anni di contributo diretto a quotidiani e periodici ed è quindi connesso alla maturazione di legittime aspettative da parte delle imprese.
Il decreto legge ha 4 tratti salienti:
 1. I requisiti di accesso al contributo, che verrà erogato nel 2014, vengono rimodulati aumentando il rapporto tra distribuzione e vendita. Per le testate nazionali (quelle cioè distribuite in almeno 5 regioni, con una percentuale di distribuzione in ciascuna non inferiore al 5% della distribuzione complessiva) il rapporto è aumentato dal 15% al 30%. Per quelle locali dal 25% al 35%. Questo meccanismo è mirato a far diminuire i costi di distribuzione e stampa, spingendo le imprese a rendere più efficiente la propria rete distributiva.
In ogni caso, il contributo per ciascuna azienda non può superare quello calcolato in misura piena per l’anno 2010.
 2. Si pongono fin da subito (contributi erogati nel 2013) alcuni limiti ai costi ammissibili per calcolare l’importo del contributo statale. I costi ammessi sono solo quelli fondamentali di produzione e quelli relativi ai livelli effettivi di vendita. Il contributo “variabile” viene calcolato esclusivamente sulle copie vendute. Si escludono dal computo le copie diffuse in blocco e tramite “strillonaggio”.
Inoltre, non sono più ammessi al calcolo del contributo le spese per materiali di consumo e promozionali e, in particolare, consulenze e “service”. Saranno rimborsati nella misura del 50% i costi relativi a giornalisti, personale, stampa, distribuzione.
 3. Per accedere al contributo l’impresa deve risultare in regola con gli adempimenti tributari verso lo Stato.
 4. I criteri per il calcolo dei contributi sono applicati anche ai giornali organi di partito e assimilati.
 Per garantire l’adeguamento alle nuove esigenze del mercato dell’editoria, il decreto prevede inoltre che le imprese che hanno già ricevuto i contributi possano passare alla pubblicazione digitale, anche in via non esclusiva.
Le imprese editrici che diffondono esclusivamente on line possono usufruire di un sostegno di durata biennale, a condizione che rispettino effettivamente la propria periodicità e siano accessibili (in digitale) anche a titolo oneroso. Il contributo consiste nella copertura del 70% dei costi e nella corresponsione di 0.10 euro per ciascuna copia venduta in abbonamento.
È inoltre previsto un credito d’imposta di cui beneficeranno i punti di vendita che aderiranno ad una rete informatica che consentirà, tra l’altro, una maggiore efficienza delle imprese editoriali, attraverso la tracciabilità delle vendite e delle rese dei giornali.
Il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri assicurerà il coordinamento degli spazi dedicati alla pubblicità istituzionale, anche per una maggiore razionalizzazione della spesa complessiva.
 
Contestualmente all’approvazione del decreto legge il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge delega che prefigura un nuovo sistema di sostegno all’editoria, a partire dal 2014, che tenga conto della strutturale trasformazione che tale ambito dell’economia sta attraversando con il diffondersi dell’editoria digitale.
I criteri direttivi del disegno di legge sono i seguenti:
 1. Configurare una gamma di possibili incentivi coerenti con l’attuale situazione del mercato editoriale.
 2. Sostenere l’innovazione, e in particolare le start up e le iniziative editoriali che puntano alla multimedialità, al fine di modernizzare e sviluppare il settore.
 3. viene istituita una Commissione per ridefinire i soggetti editoriali meritevoli di sostegno pubblico, in particolare alto valore culturale, politico-sociale, e tradizione a livello locale.
 4. Viene istituito un Registro delle riviste di alta cultura.
 5. Si favorisce, con attività di comunicazione e promozione, la diffusione della lettura, in particolare tra i giovani.
 
 Il Consiglio dei Ministri è poi intervenuto sui seguenti temi:
 a. Liberalizzazione delle farmacie
 b. partecipazione italiana alla missione ONU in Siria;
 c. Convenzione tra Italia e Libia
 d. Tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nel settore portuale, marittimo e ferroviario;
 e. Tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nel settore portuale, marittimo, delle navi da pesca e ferroviario
 f. Recepimento di norme comunitarie
 g. Leggi regionali
 h. Protezione civile
 i. Nomine
 
A. LIBERALIZZAZIONE DELLE FARMACIE
Lo schema di disegno di legge approvato dal Consiglio su proposta del Ministro della Salute intende superare alcuni dubbi interpretativi e di applicazione emersi in seguito all’approvazione in Senato del decreto “Cresci Italia”. In particolare le modifiche introdotte durante la conversione in legge del decreto hanno sollevato 4 problemi:
 
1. La partecipazione dei titolari di “farmacia soprannumeraria” al concorso straordinario per l’assegnazione delle nuove farmacie. In molti capoluoghi di provincia o regione (tra cui Milano) la diminuzione della popolazione residente ha fatto sì che oggi il numero di farmacie sia superiore a quello individuabile applicando il criterio demografico. Alcuni hanno ritenuto che l’espressione “farmacie soprannumerarie” si riferisca, indiscriminatamente, a tutti i casi in cui il numero delle farmacie aperte risulti superiore a quello spettante al Comune, con la conseguenza che tutti i titolari di farmacia di questi comuni potrebbero ritenersi legittimati a partecipare alle prove concorsuali, contraddicendo una delle principali finalità del concorso straordinario, che è quella di escludere, in linea di principio, i titolari di farmacia urbana. Per evitare questa contraddizione, il disegno di legge chiarisce che per farmacie soprannumerarie si intendono solo quelle aperte in base al criterio “topografico” o “della distanza”, come espressamente previsto dalla più recente disposizione legislativa intervenuta in materia (legge 362 del 1991).
 
2. Il limite dei 40 anni d’età per la partecipazione al concorso in forma associata. Il limite appare criticabile poiché, di fatto, rende molto difficoltoso per i farmacisti di età superiore a 40 anni ottenere l’assegnazione di una farmacia, non potendo essi né documentare 20 anni di attività, né ottenere la titolarità associata. La nuova norma consente la partecipazione al concorso senza limiti d’età.
 
3. Il limite dell’età pensionabile per la direzione di farmacie private. L’immediata applicazione del vincolo rischia di porre in difficoltà le farmacie rurali sussidiate – il cui reddito non sempre consente di retribuire un direttore di farmacia – e tutti gli altri direttori di farmacia over 65 che, esercitando direttamente la funzione di direttore, sarebbero costretti ad attribuirla a un altro professionista. Le nuove norme escludono dall’applicazione della norma le farmacie rurali e, per tutte le altre, ne differiscono nel tempo l’entrata in vigore.
 
4. Il trasferimento dei locali di una farmacia. L’eliminazione, in sede di conversione in legge del decreto Cresci Italia, dell’istituto della pianta organica non è stata accompagnata da un chiarimento sulle procedure amministrative per lo spostamento delle farmacie, nel nuovo quadro normativo. Il disegno di legge fa chiarezza sulla procedure da seguire per il farmacista che intenda trasferire una farmacia in un altro locale e, al tempo stesso, abroga la disposizione sul “decentramento” delle farmacie che, quando era in vigore l’istituto della pianta organica, consentiva al farmacista di spostare il proprio esercizio in un nuovo insediamento abitativo, in attesa della revisione del Comune.
 
B. PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA MISSIONE ONU IN SIRIA
L’8 maggio 2012 il Consiglio dei Ministri ha autorizzato, nell’ambito delle risoluzioni 2042 e 2043 votate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite, la missione di pace di militari italiani in Siria, fino ad un massimo di 17 unità, nel ruolo di “osservatori delle Nazioni unite”.
La missione ha il compito di monitorare e supportare la piena attuazione della proposta dell’inviato speciale congiunto dell’ONU e della Lega dei Paesi arabi, Kofi Annan, accettata dal Governo siriano. La proposta prevede che si ponga fine immediatamente a qualsiasi violenza e violazione dei diritti umani, sia assicurato l’accesso degli aiuti umanitari in tutte le zone interessate dal conflitto, sia agevolata la transizione politica a guida siriana verso un sistema politico democratico e pluralista, che rispetti l’uguaglianza dei cittadini a prescindere da affiliazioni politiche, etiche e religiose.
Il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri in data odierna disciplina gli aspetti concreti della missione, tra cui il trattamento giuridico del personale.
 
C. CONVENZIONE TRA ITALIA E LIBIA
E’ significativo che l’adozione del disegno di legge di ratifica della Convenzione tra Italia e Libia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, redatta secondo gli standard internazionali in materia, e firmata a Roma il 10 giugno 2009, avvenga, quale seguito operativo della missione del Presidente del Consiglio a Tripoli, proprio alla vigilia della visita a Roma del Ministro degli Esteri libico Ashur Ben Khaial, nel quadro di una fase di rinnovata intensità dei rapporti fra l’Italia e la nuova Libia.
La Convenzione accoglie in larga parte l’originario progetto italiano di accordo contro le doppie imposizioni, basato a sua volta sul Modello OCSE, ed elaborato, al contempo, in maniera da tener conto della specificità della Libia. Si tratta, dunque, di uno strumento normativo particolarmente adatto a facilitare gli investimenti italiani nella nuova Libia. Assumono particolare rilievo, al riguardo, le clausole relative ai redditi di impresa e alle regole per l’attribuzione degli utili, la cui formulazione configura un quadro giuridico di riferimento favorevole per le imprese del nostro Paese che intendono operare in Libia.
 
D. TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO NEL SETTORE DEI TRASPORTI
Il Consiglio dei Ministri ha poi approvato, su proposta del Ministro delle infrastrutture, lo schema di decreto legge in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore dei trasporti, nonché delle piccole e medie imprese.
L’obiettivo perseguito dal decreto legge è, sostanzialmente, quello di far salva la normativa speciale in materia di sicurezza del lavoro nei settori marittimo, portuale e ferroviario, nelle more dell’approvazione e dell’attuazione dell’apposita delega, contestualmente esaminata, necessaria ai fini del coordinamento tra la normativa speciale (attualmente vigente) e quella generale. Ciò, al fine di scongiurare il rischio di un blocco delle attività operative nei suddetti settori, anche a causa del vuoto normativo scaturente dal fatto, ad esempio, che, per espressa previsione del decreto legislativo n. 81 del 2008 (che si applicherebbe in assenza del decreto legge) si esclude in modo esplicito l’applicabilità del titolo inerente ai “luoghi di lavoro”, contenuto nel citato decreto legislativo, ai mezzi di trasporto.
 
E. TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI NEL SETTORE PORTUALE, MARITTIMO, DELLE NAVI DA PESCA E FERROVIARIO
 
Contestualmente al suddetto decreto legge, è stato sottoposto all’approvazione del Consiglio dei Ministri un disegno di legge in materia di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nel settore portuale, marittimo, delle navi da pesca e ferroviario, con lo scopo di prevedere una delega, necessaria al fine di armonizzare la disciplina contenuta nelle differenti normative dei suddetti settori, adeguandola ai principi e criteri del decreto legislativo 81 del 2008. La delega consentirà di colmare l’assenza di un’adeguata disciplina sanzionatoria, anche di carattere penale.
 
F. RECEPIMENTO NORME COMUNITARIE
 
Il consiglio dei Ministri ha poi approvato 4 schemi di decreto legislativo che danno attuazione alla normativa comunitaria.
 
– Il primo schema di decreto legislativo, proposto del Ministro dell’economia in concerto con il Ministro per gli affari europei, attua la direttiva comunitaria in tema di assistenza reciproca in materia di recupero dei crediti risultanti da dazi, imposte e altre misure. Le norme disciplinano le varie forme di assistenza previste ai fini del recupero crediti e che riguardano lo scambio di informazioni, la notificazione, la riscossione e l’adozione di misure cautelari. Le novità riguardano:
 
1. l’estensione dell’assistenza tra Stati membri alla totalità delle imposte e dei dazi, di qualsiasi tipo, riscossi da uno Stato membro o dalle sue ripartizioni territoriali o amministrative;
 
2. La definizione dell’organizzazione dell’Amministrazione finanziaria italiana. La norma designa gli uffici di collegamento nazionali, che costituiscono punti di contatto con gli altri Stati membri, abilitati a formulare e ricevere le domande di mutua assistenza. Essi sono: l’ufficio di collegamento dell’Agenzia delle entrate, l’ufficio di collegamento dell’Agenzia delle dogane e l’ufficio di collegamento dell’Agenzia del territorio. È inoltre individuato un Ufficio di collegamento nel Dipartimento delle Finanze.
 
3. La creazione di una base giuridica per lo scambio di informazioni sui rimborsi fiscali tra funzionari degli Stati membri.
 
4. La predisposizione di un modulo standard di notifica (UNF). Il nuovo modulo accompagna la richiesta di notifica formulata da uno Stato membro a un altro e contiene tutte le informazioni sui documenti da notificare al destinatario, al fine di facilitare la riscossione dei crediti di altro Stato membro.
 
– Il secondo schema di decreto legislativo, proposto dai Ministri degli affari europei, delle politiche agricole e dell’ambiente recepisce le norme europee in tema di utilizzo sostenibile dei pesticidi a tutela della salute umana e dell’ambiente. Il decreto ha il fine di recepire nell’ordinamento interno la normativa comunitaria che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi.
L’obiettivo è quello di promuovere un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, incentivando l’utilizzo di coltivazioni con un impiego ridotto o nullo di queste sostanze, e di ridurre i rischi e gli impatti sulla salute umana e sull’ambiente derivanti dall’utilizzo di prodotti impiegati per combattere i parassiti delle piante coltivate sia in ambito agricolo che extragricolo.
Viene quindi introdotta una specifica disciplina sull’uso di tali prodotti, che va ad integrare una serie di misure già attuate nel nostro Paese.
 
– Il terzo schema di decreto legislativo, proposto dai Ministri degli affari europei e delle infrastrutture e trasporti, dà attuazione alla normativa comunitaria contenente varianti di ordine tecnico riguardanti la navigazione marittima.
Con il provvedimento vengono introdotte varianti d’ordine tecnico riguardanti la navigazione marittima, che non ampliano la portata della normativa comunitaria originaria ma si limitano ad aggiornarla all’evolversi degli strumenti internazionali. Il decreto contiene disposizioni e norme di sicurezza per le navi passeggeri, consistenti, essenzialmente, nell’individuazione delle certificazioni necessarie per la navigazione, nella specificazione dei requisiti tecnici delle navi, nonché nell’indicazione delle modalità con le quali devono essere effettuate le visite ispettive.
 
– Il Consiglio dei Ministri ha, altresì, approvato lo schema di decreto legislativo di recepimento della normativa comunitaria sull’assicurazione degli armatori per i crediti marittimi, con la finalità di meglio garantire i soggetti interessati dal trasporto marittimo mercantile, responsabilizzando maggiormente gli operatori economici del settore, sia che operino sotto bandiera di uno Stato membro, sia che operino sotto bandiera estera.
Con il recepimento della normativa europea, si vuole realizzare una migliore tutela degli utenti del trasporto marittimo, in particolare introducendo l’assicurazione obbligatoria a carico degli armatori di navi di stazza lorda pari o superiore alle 300 tonnellate, per la copertura della responsabilità derivante da particolari eventi incidentali.
 
G. LEGGI REGIONALI
Il Consiglio dei Ministri ha esaminato 14 leggi regionali e delle province autonome su proposta del Ministro per gli affari regionali, Piero Gnudi.
Nell’ambito di tali leggi, il Consiglio ha deliberato l’impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale:
 
1. della legge della Provincia Autonoma di Bolzano n. 7 del 16 marzo 2012 recante “Liberalizzazione dell’attività commerciale” in quanto disciplina la materia del commercio in modo non conforme alla normativa comunitaria e statale;
 
2. della legge Regione Sardegna n. 6 del 15 marzo 2012 recante “Disposizioni per la formulazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2012) in quanto alcune disposizioni violano i principi in materia di coordinamento della finanza pubblica, altre disposizioni violano i principi in materia di tutela della concorrenza e, infine, altre norme incidono sulla competenza esclusiva dello Stato in materia di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.
 
Il Consiglio dei Ministri ha deliberato la rinuncia totale all’impugnativa delle seguenti leggi regionali:
 1. legge della Regione Lazio n. 19 del 2011 recante “Legge finanziaria regionale per l’esercizio 2012”.
 
Il Consiglio dei Ministri ha, altresì, deliberato la rinuncia parziale all’impugnativa delle seguenti leggi regionali:
 1. legge della Provincia Autonoma di Trento n. 18 del 27 dicembre 2011 recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014 della Provincia autonoma di Trento (legge finanziaria 2012)”;
 2. legge regionale Calabria n. 47 del 23 dicembre 2011 recante “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2012). Art. 3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002”;
 3. legge della Provincia Autonoma di Bolzano n. 15 del 21 dicembre 2011 recante “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014 (legge finanziaria 2012)”;
 4. legge della provincia di Bolzano n. 14/2011 recante: “Norme in materia di caccia, pesca, foreste, ambiente,usi civici, agricoltura, patrimonio ed urbanistica”.
 
Infine per altre leggi regionali il Consiglio dei Ministri ha deliberato la non impugnativa. Si tratta delle seguenti leggi:
 
1) Legge Provincia di Bolzano n. 6 del 15/03/2012 “Modifica della legge provinciale 21 dicembre 2011, n. 15 (legge finanziaria 2012) in materia di addizionali all’accisa sull’energia elettrica”.
2) Legge Regione Liguria n. 8 del 20/03/2012 “Variazioni al bilancio di previsione per l’anno finanziario 2012 della Regione Liguria (1° provvedimento).”
3) Legge Regione Toscana n. 9 del 14/03/2012 “Modifiche alla legge regionale 22 maggio 2009, n. 26 (Disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione Toscana) in materia di interventi a favore dei toscani nel mondo.”
4) Legge Regione Friuli Venezia Giulia n. 4 del 21/03/2012 “Disposizioni urgenti per le elezioni amministrative del maggio 2012.”
5) Legge Regione Marche n. 2 del 20/03/2012 “Abrogazione dell’articolo 10 della legge regionale 31 ottobre 2011, n. 20:”Assestamento di bilancio 2011″ e modifica dell’articolo 27 della Legge regionale 27 dicembre 2007, n. 19 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione. Legge finanziaria 2008.”
6) Legge Regione Valle Aosta n. 6 del 12/03/2012 “Disposizioni in materia di valorizzazione e promozione degli ideali di libertà, democrazia, pace e integrazione tra i popoli, contro ogni forna di totalitarismo.”
7) Legge Regione Abruzzo n. 13 del 20/03/2012 “ Sospensione degli effetti dell’art. 63 della L.R. n. 1 del 10 gennaio 2012 recante “Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014 della Regione Abruzzo (Legge finanziaria Regionale 2012).”
8) Legge Regione Friuli Venezia Giulia n. 5 del 22/03/2012 “Legge per l’autonomia dei giovani e sul Fondo di garanzia per le loro opportunità.”
9) Legge Regione Puglia n. 5 del 22/03/2012 “Norme per la promozione e la tutela delle lingue minoritarie in Puglia.”
10) Legge Regione Puglia n. 6 del 22/03/2012 “Modifiche alla legge regionale 25 novembre 1976, n. 24 (Provvidenze terapeutiche domiciliari a favore dell’emofilico).”
11) Legge Regione Umbria n. 3 del 23/03/2012 “Ulteriori modificazioni ed integrazioni della legge regionale 14 agosto 1997, n. 28 (disciplina delle attività agrituristiche).”
12) Legge Regione Umbria n. 4 del 23/03/2012 “Ulteriore integrazione della legge regionale 27 dicembre 2006, n. 18 (Legislazione turistica regionale).
 
H. PROTEZIONE CIVILE
Il decreto legge già approvato dal Consiglio dei Ministri il 13 aprile 2012, ma non ancora sottoposto alla firma del Presidente della Repubblica, necessita di una modifica, dovendosi prevedere la facoltà per il Presidente del Consiglio di delegare la responsabilità per la Protezione civile, oltre che al Ministro dell’Interno, anche al Sottosegretario di Stato Segretario del Consiglio dei Ministri.
Questa facoltà consentirebbe al Presidente di liberarsi della gestione ordinaria di una struttura della Presidenza senza doverla far uscire dal suo diretto controllo.
La presenza costante del Sottosegretario di Stato eventualmente delegato in Consiglio dei Ministri consentirà una compiuta informazione sui problemi della Protezione civile che, come noto, riguardano gran parte dei Dicasteri.
 
I. NOMINE
 
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, ha nominato il Vice Avvocato dello Stato Michele Giuseppe DIPACE ad Avvocato generale aggiunto.
 Il Consiglio ha poi deliberato la nomina del Professor Massimo DE FELICE a Presidente dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
 Il Consiglio ha poi deliberato, su proposta del Presidente del Consiglio, la nomina a Sottosegretario di Stato della Presidenza del Consiglio dei Ministri del Prefetto Gianni DE GENNARO, che cessa dalle funzioni di Direttore del DIS.
 Il CISR, convocato alla fine del Consiglio, ha nominato l’Ambasciatore Giampiero MASSOLO nuovo Direttore del DIS.
 
La seduta ha avuto termine alle ore 14.30

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