Come ogni anno il Natale è un tempo di bilanci oltre che di feste. Con l’inizio delle vacanze natalizie e l’approssimarsi della fine dell’anno nasce infatti, quasi spontaneamente, l’esigenza di guardarsi indietro per tirare le somme del 2013 appena trascorso.

Proprio per rispondere a questa esigenza è arrivato puntuale, anche quest’anno, lo Zeitgeist di Google. Appuntamento ormai consuetudinario, lo Zeitgeist esiste dal lontano 2004 e si è oramai affermato come nuovo rito collettivo di fine anno nella nostra società digitale. Si tratta del “riassunto” dell’anno appena trascorso, attraverso l’analisi dei dati delle ricerche effettuate dagli utenti di tutto il mondo su Google. Anche quest’anno, l’azienda di Mountain View ha realizzato un video (http://www.youtube.com/watch?v=Lv-sY_z8MNs) per descrivere un intero anno di ricerche fra le pagine del noto motore di ricerca. Google coglie, insomma, l’occasione per tirare le somme sull’anno trascorso usando le ricerche degli utenti dei quattro continenti come indicatore di riferimento. Dall’attualità al cinema, dalle serie tv alla politica internazionale, tutti gli eventi principali del 2013 sono sintetizzati in 1 minuto e mezzo di videoclip.

Perché Zeitgeist
Ma cosa significa il termine Zeitgeist e perché Google ha deciso di dare proprio questo nome al suo video di fine anno? Zeitgeist è un termine tedesco che significa, letteralmente, spirito del tempo (o dei tempi). Adoperato per la prima volta verso la fine del ‘700 e poi nell’800 da Goethe nel suo Faust, il termine è stato reso celebre dall’uso che ne è stato fatto nella filosofia idealistica tedesca, soprattutto da Hegel, che lo ha utilizzato nella sua filosofia della storia. Zeitgeist indica dunque il clima culturale di un epoca, in questo caso di un anno solare, il sentore morale e la coscienza collettiva di un determinato periodo. Da qui la scommessa di Google Zeitgeist: tramite l’aggregazione di milioni di chiavi di ricerca usate dagli utilizzatori di Google, è possibile conoscere “il pensiero dominante del momento”. Una vera e propria fotografia della nostra coscienza collettiva nell’anno appena trascorso.

I più ricercati del 2013
Politica, spettacolo e religione: sono alcune delle macro aree in cui è diviso lo Zeitgeist 2013 che mette in risalto i picchi di popolarità emersi nella narrazione dell’anno appena trascorso. Più che fare una classifica dei termini più digitati in assoluto, Google ha preferito evidenziare le “ricerche emergenti”, ovvero le parole che hanno registrato picchi di ricerca. Ma quali sono state le parole che hanno segnato i record del 2013? A livello mondiale il picco più recente è stato registrato dalle ricerche riguardanti Mandela: un dato facilmente prevedibile dopo la recente scomparsa di una personalità così significativa. E in effetti i necrologi sembrano affermarsi fra i click di Big G: dopo quella di “Madiba”, la morte improvvisa di Paul Walker, protagonista della serie cinematografica Fast and Furios, è stata una delle notizie più ricercate. Ma anche le buone notizie come l’elezione di Papa Francesco e la nascita del primogenito di Kate e William, si piazzano bene. E in Italia? Quali sono state, nell’anno che si sta concludendo, le ricerche più popolari fra gli abitanti del Bel Paese?

Zeitgeist tricolore
Le ricerche riguardanti Mandela e Paul Walker si piazzano bene anche alle nostre latitudini (insieme a Zalando, segno che l’e-commerce gode di ottima salute). Tuttavia quest’anno a preoccupare di più gli italiani, sembra sia stata la situazione politica: “elezioni politiche febbraio 2013” è infatti, al primo posto delle ricerche più frequenti, seguita a stretto giro da “Movimento a 5 stelle” e “Beppe Grillo”.
L’evento politico che ha segnato il 2013 e il movimento emerso proprio dalle consultazioni di febbraio, risultano essere le chiavi di ricerca più “calde” di Google Italia. Vorrà pur dir qualcosa. Probabilmente sì.
Il sospetto diventa certezza se si prendono in considerazione i “perché” ovvero le spiegazioni, su qualsiasi argomento, richieste dagli internauti al motore di ricerca di Big G. A parte un “perché piedi gonfi” che campeggia al quarto posto, le prime posizioni della classifica dei “perché” sono tutte occupate, nell’ordine, da: “perché votare Grillo, “perché votare Bersani”, “perché votare Berlusconi” e, al quinto posto, “perché votare Monti”. Se si confrontano le parole che hanno raggiunto i picchi di ricerca 2013 con quelle del 2012 scopriamo che la parola più cercata dello scorso anno è stata “terremoto”: il 2012 infatti fu caratterizzato dal drammatico sisma che colpì il nord Italia e l’Emilia Romagna in particolare. Volendo trarre una rapida conclusione da questa breve analisi, sembrerebbe proprio che gli italiani tendano a documentarsi in rete riguardo alle vicende che generano, in loro, maggiore preoccupazione. Quest’anno a impensierire gli italiani sono stati i risultati delle elezioni politiche, da qui le tante ricerche su Google. In effetti se nel 2013 c’è stato un cataclisma, questo è stato senza dubbio un cataclisma politico: il sostanziale pareggio nelle ultime consultazioni elettorali ha, di fatto, incrinato le poche certezze dei già frastornati elettori di casa nostra. A febbraio Grillo e il suo Movimento a Cinque Stelle, hanno fatto il loro dirompente ingresso sulla scena politica nazionale con un bottino di voti quasi uguale a quello delle due coalizioni “storiche” della politica italiana e hanno, di fatto, messo in crisi l’assetto bipolare fin qui conosciuto. Fine del sogno della democrazia dell’alternanza e ritorno alle maggioranze variopinte della prima Repubblica?

Il 2013: da Grillo alla Consulta
Prima e diretta conseguenza di questo trauma elettorale è stata la sofferta elezione del Capo dello Stato avvenuta nel mese di aprile: il Pd, partito di (risicata) maggioranza alla Camera ha rischiato lo sfascio silurando, in modo tutt’altro che leale, il suo fondatore Romano Prodi e mostrando una terrificante incapacità decisionale. Ciò che è successo dopo è storia nota: i partiti, sull’orlo di una crisi di nervi istituzionale senza precedenti, hanno rieletto il Presidente della Repubblica uscente, Giorgio Napolitano. Per la prima volta nella storia della Repubblica, un inquilino del Quirinale è stato rieletto per un secondo settennato. Le vicende appena ricordate basterebbero abbondantemente per dichiarare il 2013 annus horribilis della politica italiana. Ma il peggio doveva ancora arrivare. La rielezione di Napolitano ha portato, ben presto, alla formazione di un nuovo governo di larghe intese: Pd e Pdl che si erano aspramente affrontati durante la campagna elettorale, si sono ritrovati, di nuovo, nello stesso governo. Un Governo in bilico fin dal primo giorno quello di Enrico Letta, paralizzato dal tira e molla di Berlusconi e dalle pressioni sociali dovute alla crisi. Ciò nonostante le larghe intese sono sopravvissute al loro primigenio sostenitore n.1 : Silvio Berlusconi. Novembre 2013 infatti è il mese che verrà ricordato per la decadenza del Cavaliere, condannato per frode fiscale, dalla carica di Senatore. Superato il trauma nazionale da “fine del ventennio”, tutto sembrava potersi risolvere nel perimetro della “strana maggioranza”. Tuttavia il colpo di scena di fine anno non si è fatto attendere e lo scorso 4 dicembre la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge elettorale vigente fino a quel momento, il così detto Porcellum, ovvero la legge-porcata (così definita dal suo ideatore) che ha consentito le liste bloccate con cui i partiti si sono trasformati in vere e proprie oligarchie parlamentari.Così, all’improvviso, si è passati dalla decadenza di uno alla, presunta, illegittimità di tutto il Parlamento eletto con una legge elettorale incostituzionale. Tuttavia, nonostante le ripetute batoste istituzionali la Repubblica sembra reggere e, l’8 dicembre, è arrivata l’ennesima sorpresa: quasi tre milioni di persone si sono messe in fila ai gazebo per votare alle primarie del Pd e per incoronare Matteo Renzi, sindaco – rottamatore, nuovo deus ex machina della sinistra italiana. Siamo dunque giunti, finalmente, all’inizio di un nuovo corso o ci troviamo di fronte, come alcuni temono, all’inizio della fine? Lo scopriremo solo vivendo.

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