“Basta riforme inutili o deleterie. Posto che gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Giustizia ci dicono che i processi di cognizione annualmente iscritti a ruolo sono un numero inferiore a quelli definiti nello stesso anno e, quindi, vi è un saldo attivo fra sopravvenienze e definizioni, la priorità per il ritorno della giustizia civile all’efficienza, è abbattere l’arretrato. Come? Iniziando con il richiamare alle loro funzioni i magistrati fuori ruolo e coprendo i posti vuoti in organico di magistrati e personale ausiliario”.
Così l’Unione Nazionale Camere Civili nel Quarto Rapporto sulla Giustizia civile in Italia (Le recenti riforme del processo civile in Italia e in Europa), che verrà presentato i prossimi 19 e 20 marzo nell’Aula Magna della Corte di Cassazione. 

Il presidente dei civilisti, Renzo Menoni, boccia i ben 18 interventi legislativi sul processo civile che si sono susseguiti negli ultimissimi anni e che, per concorde riconoscimento di Avvocatura, Magistratura e Dottrina, hanno “nell’assoluta maggioranza dei casi, solo peggiorato la situazione.
E anche il progetto di riforma di cui alla legge delega approvata lo scorso 10 febbraio dal Consiglio dei Ministri, non sembra avere la possibilità di essere condiviso dagli operatori della giustizia e quindi di avere positiva attuazione”. 

Menoni, sottolineando che “non vi è bisogno alcuno di ulteriori riforme, che affosserebbero definitivamente il processo civile, facendo venir meno le garanzie di tutela dei diritti dei cittadini”, punta l’attenzione sulla vera necessità: affrontare il problema del gravosissimo ‘zaino’ dell’arretrato, che “sia pur ridotto in questi ultimi anni nella sua consistenza, rimane tuttora ‘pesante’: oltre un milione di cause di cognizione ordinaria pendenti al 31 dicembre del 2012 nei Tribunali ed oltre 200mila nelle Corti d’Appello.
“Per queste ultime – spiega il leader dei civilisti – va poi aggiunto il peso delle cause di equa riparazione per l’eccesiva durata del processo, che sono invece in costante aumento, essendo passate dalle 7.633 del 2005 alle 56.348 del 2012”. Il presidente delle Camere Civili, rilevando che al settore della giustizia civile sono assegnati circa 2200 giudici di Tribunale e meno di 500 giudici di Corti d’appello, fa notare che “sarebbe sufficiente, anziché andare per l’ennesima volta alla fallace ricerca del ‘coniglio bianco da estrarre dal cilindro’, coprire i posti in organico”. Ad oggi la scopertura dei magistrati è di 1.081 unità (pari all’11,12%) e la scopertura del personale ausiliario (in primo luogo i cancellieri) è decisamente superiore.
“Per quanto concerne le risorse economiche, risolvendo tali problemi, si eviterebbe di pagare le ‘vergognose’ indennità della legge ‘Pinto’”, aggiunge Menoni. 

“Secondo i dati forniti dal Ministero, il debito maturato è di quasi 400 milioni di euro. Bisognerebbe poi – prosegue il leader di Uncc – richiamare alle loro funzioni i magistrati fuori ruolo (secondo il Ministero 144) ed immettere i 382 uditori giudiziari nelle loro funzioni. Se poi fosse ritenuto necessario, l’Avvocatura si è ripetutamente dichiarata disponibile a dare il proprio apporto per la definizione dell’arretrato”. Il Quarto Rapporto punta l’attenzione anche su una miglior organizzazione degli uffici.
“A questo proposito – rileva Menoni –  merita consenso la recente iniziativa del Csm che sta iniziando a visitare i vari uffici giudiziari. Bisogna lavorare una volta per tutte con grande determinazione, anche nella scelta e nella conferma dei capi degli uffici e dei responsabili delle Sezioni. Come si vede – concludono i civilisti – la soluzione è a portata di mano, ove realmente lo si voglia”.

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