Originario delle regioni fredde dell’emisfero settentrionale, il ginepro è molto diffuso sulle Alpi ma anche sull’Appennino Italiano. Molto utilizzato nella preparazione di alcolici come il gin, che si ottiene dalla distillazione dello spirito, il legno di ginepro è molto profumato, tanto da essere usato per affumicare i salumi (lo speck del Trentino, ad esempio).

Il nome deriva dalla parola celtica juneprus che significa “acre” e il noto detto “trovarsi in un ginepraio”, cioè in una situazione complicata, rimanda ai rami intricati del ginepro e alle sua foglie pungenti.

Il ginepro è sempre stato considerato dalla medicina popolare un rimedio naturale per la cura di diversi disturbi e, nel XIX secolo, l’abate tedesco Sebastian Kneipp suggeriva ai malati di influenza di avvolgersi in una coperta riscaldata ai vapori di una pentola in cui venivano fatti bollire bacche e rami di ginepro. Il ginepro era molto amato già al tempo dei Romani e Apicio lo indicava come spezia indispensabile nella cucina di un cuoco. Protagonista di una favola dei fratelli Grimm e di diverse storie e credenze popolari, la tradizione popolare ha sempre attribuito al ginepro il potere di tenere lontane streghe e spiriti maligni, per questo i suoi rami venivano appesi alle porte delle stalle per preservare la salute del bestiame, venivano posti sul tetto delle case appena costruite e Greci e Romani li bruciavano come fossero incensi per purificare l’aria.

Secondo una leggenda medioevale quando Erode ordinò la Strage degli Innocenti e voleva uccidere Gesù, la Madonna e San Giuseppe fuggirono in Egitto. Una notte durante il viaggio, reso più aspro dalla neve, la Madonna chiese a una ginestra un po’ di riparo per il bambino. La ginestra rifiutò seccamente e anzi drizzò i propri rami ancora più in alto, così che i viandanti non si potessero riparare. Allora il Sacro Trio riprese il cammino, mentre i soldati di Erode si facevano sempre più vicini. Ma tutti gli alberi rifiutavano, avevano paura che i soldati dessero loro fuoco per aver offerto riparo ai viaggiatori ricercati. Infine la Madonna si rivolse disperata a un ginepro che, per proteggerli piegò i rami fino a terra e infittì e indurì le sue foglie, rendendole pungenti. Quando i soldati arrivarono frugarono tutto il bosco, controllarono anche il ginepro ma si punsero e lasciarono stare. Il mattino dopo aveva smesso di nevicare e il Sacro Trio ringraziò il ginepro, la Madonna lo benedisse e ripresero il cammino.

Da un punto di vista fitoterapico il ginepro favorisce la digestione, è un antisettico naturale  delle vie urinarie e respiratorie utile per la calcolosi urinaria, per sedare la tosse e come espettorante. Ha proprietà antireumatiche, infatti, sotto forma di olio essenziale, viene usato come base per oli da massaggi. Infine, è un eccellente diuretico utile in caso di gotta, artrite e ritenzione idrica.

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