Ore 9.05 Si sveglia e prega: “O me stesso d’amor acceso, non mi avessi mai offeso, o mio caro buon me stesso, non mi voglio offender più”.

Ore 9.30
Riceve una lettera da Erode: “Oh, guarda che io devo ancora darti il regalo per il tuo battesimo”.

Ore 10.15
“Pietro, mi è venuto un bruciore allo stomaco terribile, per caso hai un Maalox?”. “No, Signore, abbiamo pregato Dio di liberarci dal Maalox”. “Porco Giuda”. “Dimmi, Signore”. “No, Giuda, non ti stavo chiamando, dicevo: porco Giuda, quello non fa mai niente e proprio stavolta doveva liberarci dal Maalox”.

Ore 11.00
Incontra due discepoli mandati da Giovanni a interrogarlo. “Gesù, parlaci dell’Infinito di Leopardi”. “No, non ho studiato, non sono preparato”. “Come no?”. “Eh, ieri sono morti tre miei zii”. “La solita scusa usata da tutti”. “Ma io ho dovuto resuscitarli”.

Ore 12.30
Invitato a un matrimonio a Cana, si accorge che il vino è finito. Nota dunque sei recipienti di pietra di circa cento litri ciascuno (in ogni matrimonio che si rispetti non dovrebbero mai mancare sei recipienti di pietra di circa cento litri ciascuno) necessari per i riti di purificazione degli Ebrei, e ordina ai servi: “Riempiteli d’acqua. No, non gli Ebrei. Ora fate assaggiare al capotavola”. Il capotavola, però, non è molto soddisfatto: “Quest’acqua sa di tappo”.

Ore 14.50
Incontra i suoi discepoli: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini. Stasera, impepata di mio cugino”.

Ore 14.56
Racconta la parabola del buon samaritano. “Un uomo samaritano incontrò i briganti, che gli portarono via tutto, lo picchiarono e lo lasciarono mezzo morto. Passò un sacerdote, lo vide e proseguì. Passò un levita, lo vide e proseguì. Passo un altro uomo, lo vide: gli si avvicinò, versò olio e vino sulle sue ferite. E se lo mangiò. Mmm, era proprio un buon samaritano, anche se un filo di aceto sarebbe stata la morte sua”.

Ore 15.01
E’ la volta della parabola del seminatore. “Un contadino seminava. Mentre seminava, alcuni semi caddero sulla strada e vennero mangiati dagli uccelli; altri finirono su un terreno con molte pietre, germogliarono subito ma le piante si seccarono perché non avevano radici robuste; altri caddero in mezzo alle spine, e i germogli soffocarono; altri caddero su un terreno buono. Avete capito cosa intendo dire?”. “Sì: a giudicare dalle mani, il contadino era Buffon”.

15.30
Entra in casa di Pietro: la suocera di Pietro è a letto con la febbre. Gesù la tocca e la febbre sparisce. Pietro: “Gesù, mai una volta che ti fai i fatti tuoi, eh?”.

Ore 16.09
Gli si avvicina Pietro. “Signore, quante volte dovrò perdonare a un mio fratello che fa del male? Fino a sette volte?”. Risponde Gesù: “Non fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”. “Dunque, sette per settanta, sette per dieci fa settanta, per sette, tolgo lo zero, riporto di …”. “Fa 490”. “Ok. Signore, però, io ci ho provato a perdonare 490 volte, ma perdo sempre il conto”.

Ore 16.34
“E io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa”. “E meno male che non mi chiamo Vasco, se no ogni Messa era un bagno”.

Ore 17.18
Venuto a sapere che Lazzaro è morto, chiede alle sorelle del defunto: “Allora, dove avete sepolto Lazzaro?”. “Non l’abbiamo sepolto, l’abbiamo cremato”. “Uh, questo complica le cose”.

Ore 20.15
Pilato gli chiede se è Galileo. Gesù risponde: “Certo che no, io sono Gesù. Galileo verrà fra più di mille anni”.

Ore 21.00
Giunto sul Calvario, vede i soldati piantare la croce su cui verrà issato. Si rivolge al Cielo: “Padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno”. Rispondono i soldati: “Va beh, allora la prossima volta vieni tu a montarla la croce. Non c’è nemmeno un libretto di istruzioni”.

Ore 21.03
I soldati gli danno da bere dell’aceto e lo dileggiano. “Sai che anche questo è di vino? Hahahaha. Su su, era una battuta di spirito. Hahahaha. Ma come ci vengono?”.

Ore 21.40
Mentre cala la notte, Gesù diffonde un messaggio di speranza: “Il tempo della salvezza è venuto. Abbiamo sette punti in più della terzultima in classifica”.

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