Nicola Marino, Presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), ha valutato positivamente la sospensione della revisione della pianta organica dei magistrati annunciata dal ministro della Giustizia Paola Severino. «L’Oua -ricorda – per prima ha posto un problema rispetto alla proposta del ministero di via Arenula: mancava di equilibrio e tagliava organici in tribunali importanti».

«Con la fretta e la logica dell’emergenza in Italia si sono fatti in questi anni molti disastri – aggiunge Marino – certo, conservare lo status quo è impensabile, ma tagliare in questo modo mille uffici giudiziari, con un provvedimento dai forti profili di incostituzionalità (con 5 rinvii alla Consulta e la prima udienza l’8 ottobre), e rivedere irrazionalmente la pianta organica porterà al disastro la nostra già malandata giustizia. Lo diciamo da mesi e lo abbiamo ribadito con un deliberato approvato dall’assemblea Oua (in allegato) che abbiamo anche inviato al Guardasigilli: si sospenda questo pericoloso processo (dal 13 settembre), a partire dall’iter sui giudici di pace che prende il via il 28 febbraio. Su questa ultima questione, un’ulteriore osservazione: che senso ha risparmiare a livello centrale e scaricare sui Comuni il mantenimento di questi uffici, si tratta di una mera operazione contabile in cui la spesa pubblica viene solo spostata da un bilancio a un altro. Una vera presa in giro!».

 

«Ora il Csm e il Ministro Severino hanno rallentato – conclude Marino – e il Guardasigilli sta riformulando la proposta di revisione della pianta organica. Meglio tardi che mai. Ma non basta: magistrati (togati e non) e avvocati dovrebbero costruire fronte comune, come avviene in altri Paesi europei (in Spagna proprio ieri hanno protestato insieme contro l’aumento del contributo unificato) e definire una nuova proposta di revisione della geografia giudiziaria che risponda alle esigenze del territorio, dei cittadini e che porti a dei veri risparmi, eliminando gli sprechi, come abbiamo indicato, appunto, nel deliberato approvato. Inoltre, ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica, che ieri è intervenuto su questa spinosa questione: comprendiamo le ragioni che hanno portato alla revisione della geografia giudiziaria e gli auspici di celerità, ma è evidente che per ottenere i risultati desiderati servono strumenti adeguati. Bisogna intervenire sì rapidamente ma con un’analisi più approfondita (di seguito alcune proposte) e soprattutto sgomberando il campo dai molti profili di incostituzionalità». 

Infine, sul piano dell’iniziativa politica dell’Oua. Nella delibera dell’assemblea (approvata il 15 febbraio) si indicano anche proposte concrete e alternative per ottenere “risparmio ed efficienza”. Nel documento inviato al ministro Severino si invita, infatti, a partire “dalla riorganizzazione sul territorio degli attuali uffici di primo grado ridistribuendo (all’interno di ciascuna Corte di Appello o Regione) il carico di lavoro, il territorio e l’organico, così creando circondari il più possibile omogenei per dimensioni ed estensioni territoriali, coerentemente con l’esigenza, ribadita dal D. Lgs. 155/2012, di decongestionare, da un lato i c.d. “Tribunali metropolitani” e di evitare la sopravvivenza di strutture inefficienti, tenendo presente, comunque, che i Tribunali impropriamente chiamati ‘minori’ garantiscono in genere tempi di risposta conformi ai parametri europei”. Tra le ulteriori misure da adottare quella dei “Tribunali ad alta tecnologia” (a Sulmona funziona come dimostra la riduzione delle pendenze nel civile del 12,45%), sperimentabili in modo più immediato proprio nelle strutture più piccole.

Oua_delibera_geografia_giudiziaria.pdf

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