Riprendendo il discorso sulle ere astrologiche, ricordiamo che abbiamo chiuso la precedente “puntata” con il quesito: quando l’inizio e la fine delle ere, dei cicli temporali? Ebbene, proprio perché si tratta di cicli, di cerchi, non è facile dirlo: in effetti, dove comincia una circonferenza? Si cerca, così una data “fatidica”, come il 1000 o il 2000.
Va detto, in proposito, che gli equivoci e le ambiguità non sono pochi. Prendiamo il famoso anno 1000, cui si è fatto riferimento sulla base dell’insistenza con cui il numero mille è  presente nell’Apocalisse di San Giovanni. Posto che la fine in essa descritta fosse in un anno 1000, come calcolare con esattezza questo anno? Chi sapeva, a suo tempo, che si era nell’anno 1000? Senza dubbio i liturgisti, gli esperti che calcolavano la data della Pasqua, il clero dotto. Clero che da sempre, peraltro, rifiutava e reagiva contro le interpretazioni letterali, e quindi millenaristiche, dell’opera di Giovanni. Il millesimo dell’anno, inoltre, non cambiava in coincidenza con il 1° di gennaio: per la cancelleria del re di Francia era il 1° marzo; in Anjou, nel Poitou, in Inghilterra, in Germania, era il 25 dicembre; altrove era il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione e del concepimento di Cristo. L’inizio dell’anno liturgico, poi, era generalmente il giorno della Pasqua. E posto che si attendesse con angoscia l’anno 1000 come anno della fine, solo una ristrettissima élite ne sapeva calcolare la data. Di più: si poteva legittimamente esitare tra il millesimo anno dall’Incarnazione del Salvatore e il millesimo dalla sua morte e resurrezione, cioè il 1033. Le fonti d’epoca, inoltre, o non parlano di anno 1000 o ne accennano, anche con riferimento ad una fine del mondo, ma solo per combattere questa interpretazione e, soprattutto, non dando alla cosa soverchia importanza. Così, il Liber Apologeticus di Abbone del 998; il libro Sull’Anticristo di Adson del 954; le Storie di Rodolfo il Glabro completate verso il 1048. Sono solo le fonti succcessive che insistono sui terrori dell’anno 1000. Ed è nel secolo dei lumi che questa falsità si diffonde come prova dell’oscurantismo medioevale. La tesi viene per la prima volta formulata in modo organico dall’inglese Robertson nel 1769 e vi aderisce anche il Michelet. E pure Carducci, nell’apertura dei suoi discorsi Dello svolgimento della letteratura nazionale, elaborati tra il 1868 e il 1871, accredita l’immagine di un diciannovesimo secolo completamente volto all’attesa della fine.

Passando al 2000, anche qui si poteva individuare un filone catastrofista e un filone ottimista sulle magnifiche sorti e progressive dell’umanità. Si parlava di fine del mondo in concomitanza con il passaggio della cometa di Halley; si richiamavano gli effetti disastrosi dell’inquinamento, della desertificazione, della guerra atomica. E come non ricordare il Millennium bug che, secondo alcuni, dalla mezzanotte del 31 dicembre 1999 al 1° gennaio 2000, avrebbe sconvolto i sistemi di elaborazione dei dati con conseguenze nefaste per l’economia, la salute e via dicendo? Resta il fatto che, però, con tutti i nostri difetti, siamo ancora qui.

C’è poi la questione dell’Era dell’Acquario, presentata dai teosofi e dalla sub-cultura hippy come epoca paradisiaca di pace, fratellanza universale, libertà; magari intendendo quest’ultima come libertà di fare il comodo proprio (sesso, droga e rock’n roll). E’ anche vero, però, che, secondo altri, l’Era dell’Aquario è quella del “Principe di questo Mondo”, dell’Anticristo; è l’ultima parte del Kali Yuga, dell’Età Oscura. E quindi non pace, libertà, fratellanza, ma morte, distruzione e sangue. Anche per l’Era dell’Acquario, poi, c’è un problema di datazione. Quale il suo inizio? La risposta dovrebbe essere facile. Seguendo la precessione degli equinozi, infatti, tale epoca dovrebbe cominciare nel momento in cui il punto vernale cade tra 0 gradi dei Pesci e 30 dell’Acquario. Ma sulla data di questo evento gli astronomi non sono precisi. Né sono precise e tanto meno univoche altre fonti. C’è chi fa iniziare l’Era dei Pesci nel 130 a.C., per cui, dovendo l’Era dell’Acquario iniziare dopo 2.160 anni, si avrebbe appunto come data di inizio il  2030. Ma c’è anche chi individua i prodromi, le prime avvisaglie della Nuova Era, con la scoperta di Urano (1781), il pianeta che è stato attribuito come “governatore” al segno dell’Acquario. Secondo altri calcoli, il passaggio si avrebbe invece nel 2.172. Incertezza, quindi, sugli eventi, sulla loro natura, sul periodo del loro verificarsi. Il che, in fondo, è pure giusto, nel momento in cui si tenga presente che nel Vangelo (Matteo, 24, 36), con riferimento proprio alla fine dei tempi, è detto: “in quanto poi a quel giorno e a quell’ora, nessuno ne sa niente, neppure gli Angeli dei Cieli, neppure il Figlio, ma solo il Padre”.

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