Per gentile concessione di un caro Collega, Vi racconto un caso concreto che attualmente è pendente presso il Tribunale di Roma, questo sempre per dimostrare che il pianeta “In-Giustizia” in Italia è tutto da ascrivere ed imputabile all’Illuminato Legislatore con il diretto concorso degli Illuminati Amministratori ci stanno portando alla rovina; ormai sono diventati una “cricca”!!!

Il caso è questo:

Il Comune di Roma manda una cartella esattoriale ad un cittadino per una contravvenzione al codice della strada elevata tempo prima. Il Cittadino paga la cartella esattoriale!!

Il pagamento dell’intera cartella esattoriale estingue interamente l’obbligazione tributaria.

Passa del tempo… anche parecchio.

Equitalia invia un sollecito di pagamento per la cartella esattoriale emessa, notificata e pagata!

Il Cittadino stanco della vessazione si rivolge ad un avvocato.

L’Avvocato, giustamente e legittimamente, impugna il sollecito davanti al Giudice di Pace di Roma convocando in giudizio il solo Comune di Roma.

Il Comune di Roma, costituitosi davanti al Giudice di Pace, sostanzialmente si difende dicendo: “Il pagamento è intervenuto, Sig. Giudice, il Comune di Roma ha ricevuto il pagamento e non c’entra nulla!!”.

Il Giudice, a questo punto, d’ufficio (potere concesso al Giudice dalla Legge) ordina l’integrazione del contraddittorio con l’allora Equitalia Gerit S.p.A..

L’Avvocato notifica l’ordinanza con la quale il Giudice ha chiamato in causa Equitalia, la quale, con la massima tranquillità, se ne fott… (scusate!)… e non si costituisce…

All’udienza successiva il Giudice chiede all’avvocato: “ha notificato l’ordinanza ad Equitalia?”; l’avvocato risponde: “Si! Signor Giudice… ecco la prova dell’avvenuta notifica, ma Equitalia non si è costituita!”; “Bene!” dice il Giudice, e continua parafrasando “FORUM di Rita Dalla Chiesa”: “mi ritiro, ho tutti gli elementi per deliberare”.

Il Giudice di Pace emette la sentenza che così recita:
Accoglie l’opposizione e dichiara non dovuta la somma di € 454,86 di cui alla cartella esattoriale del sollecito di pagamento impugnato;
Compensa le spese tra opponente e Comune di Roma stante l’evidente mancanza di responsabilità del Comune circa la vertenza;
In applicazione, d’ufficio, dell’art. 96 c.p.c. condanna Equitalia Gerit S.p.A. (oggi Equitalia Sud S.p.A.) a risarcire AL CITTADINO il danno della temeraria azione esecutiva che liquida in via equitativa in € 500,00, con interessi legali dalla data al soddisfo e le spese del presente procedimento che liquida in € 650,00 da distrarsi in favore del procuratore antistatario.
Il CITTADINO ha avuto piena, legittima e doverosa soddisfazione!

Equitalia Gerit S.p.A., oggi Equitalia SUD S.p.A. – nel prosieguo analizzeremo insieme anche le varie operazioni di cessioni tra le varie “persone giuridiche” che si sono succedute nella riscossione delle imposte – non è contenta, ovviamente, della sentenza!

L’avvocato a questo punto cosa deve fare per ottenere materialmente i soldi?… Notifica due sentenze con relativi atti di precetto: l’una per il pagamento delle proprie spese liquidate in sentenza per € 650,00 oltre oneri successivi; l’altra per la somma liquidata a titolo di risarcimento € 500,00 per la lite temeraria intrapresa dalla Equitalia. E non potrebbe fare diversamente anche perché i pagamenti vanno eseguiti a persone diverse.

Le notifiche avvengono: l’una in data 23 settembre 2011; l’altra in data 26 settembre 2011.

Ora devo riferirvi della regola processuale sancita all’art. 325 del codice di procedura civile secondo la quale in caso di notifica della sentenza, anche al convenuto contumace, questi se ha interesse ad impugnare la sentenza deve proporre appello nel termine perentorio di 30 (trenta) giorni dalla notifica.

Nel caso al nostro esame l’appello andava proposto entro 30 giorni dalla data del 23 settembre 2011, ovvero il 23 ottobre 2011. Cosa comporta la decorrenza del termine? Il passaggio in giudicato della questione, ovvero l’impossibilità giuridica per qualsiasi giudice ed in qualsiasi grado di giudizio di poter discutere in merito alla sentenza emessa.

EQUITALIA invece cosa fa? Passa le carte ad un avvocato esterno per la proposizione dell’appello avverso la detta sentenza, evidentemente omettendo di riferire al professionista che vi sono state due notifiche della sentenza l’una il 23 settembre 2011, l’altra il 26 settembre 2011.

L’avvocato, pertanto, prepara il suo atto di appello (nel merito della questione assolutamente perdente benché contenga una congrua motivato) e provvede notificare l’atto di citazione in appello in data 26 ottobre 2011 ovvero oltre i 30 giorni successivi alla prima notifica.

Il Giudizio è attualmente pendente e l’Avvocato che patrocina la causa si è costituito nel giudizio di appello sollevando, ovviamente, l’eccezione che nel gergo tecnico si chiama di giudicato (ovvero sono decorsi oltre 30 giorni dalla notifica della sentenza) pertanto, ogni altra questione non può essere discussa e il giudizio di appello dovrà essere dichiarato improcedibile.

Attilio Befera, già Amministratore della Equitalia Gerit S.p.A., oggi Amministratore di Equitalia SUD S.p.A., tutte le volte che compare in TV, dove provocatoriamente gli fanno presente situazioni similari, dice a gran voce: “questi errori, sono errori e verranno corretti… verranno eliminati… stiamo lavorando per migliorare l’efficienza!!”…

Mi chiedo e Vi chiedo… ma questi sono effettivamente ERRORI? A me hanno insegnato che vi è un errore quando dico 6 ma volevo dire 8… ovvero scrivo 45 ma volevo scrivere 47. In questo caso… si!!! Si può parlare di errore.

Ma proporre un giudizio di appello verso una sentenza passata in giudicato è un errore?
Dov’è l’errore?
Dov’è l’errore tra fare o non fare una cosa?
Ancor di più! Ma se riteneva di avere ragione, perché non si è costituita in Primo Grado?
Perché convocata dal Giudice di Pace non si è presentata?
Ammesso e non concesso che sia sfuggita ad un impiegato la prima convocazione davanti al Giudice di Pace… è sfuggita anche la prima notifica della sentenza?
Ma perché noi Cittadini dobbiamo pagare costi di riscossione delle imposte nei confronti di una Società per Azioni, partecipata dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS, la cui mala-amministrazione genera questo tipo di sprechi?
Su chi gravano i costi di queste mala-amministrazione di una Società per Azioni che cambia continuamente nella sua conformazione giuridica, ma sopra tutto perché tutti sti cambiamenti?
A chi giovano?

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