A grande richiesta (più che altro del mio direttore) ecco un capitolo bonus (tra l’altro diviso in due parti) sullo stress, così da poter terminare questo argomento sicuri di aver trattato tutti gli aspetti più importanti. In effetti non poteva mancare in questa rassegna sullo stress un articolo dedicato a uno degli stress più complicati da affrontare, quello causato da un evento traumatico il quale diviene un disturbo vero e proprio, appunto un disturbo da stress post traumatico, come al solito tradotto stranamente dall’inglese come disturbo post traumatico da stress.

In realtà a questo tipo di stress si è già accennato nei primi articoli. Sono stati tratteggiati alcuni dei sintomi prevalenti e abbiamo parlato di alcuni tipi di trauma, spiegando come i traumi collettivi siano meno profondi di quelli individuali, e come quelli dovuti a cause naturali siano meglio accettati di quelli provocati dalla “malvagità” umana.
Ma vediamo ora di trattare questo disturbo più approfonditamente partendo dalla spiegazione della sua comparsa.

Comparsa del disturbo
Come dovrebbe suggerire il nome, il disturbo post traumatico da stress compare dopo l’esposizione ad un evento traumatico (subito personalmente o da persone significative nel quadro dei rapporti interpersonali o affettivamente importanti) che ha fatto sentire alla persona una paura profonda (o un senso di orrore) e un elevato senso di impotenza.
Solitamente sono eventi che comportano la minaccia di morte o l’effettiva morte di qualcuno, lesioni gravi, minacce all’integrità fisica, la perdita consistente e irrecuperabile di beni accumulati durante tutta la vita o di beni destinati a dare sicurezza esistenziale all’individuo (come la perdita improvvisa della casa).
Rientrano quindi tra questi eventi le catastrofi naturali, gli incidenti, le violenze (fisiche o psicologiche) e tutte le diverse combinazioni di questi eventi.
Tra i primi avremo i terremoti, le alluvioni, gli tsunami, le eruzioni vulcaniche e tutti gli eventi catastrofici causati da particolari condizioni atmosferiche e meteorologiche. Ma tra le cause del disturbo rientrano anche la malattia e la morte per cause naturali improvvise. Nei secondi avremo tutti gli incidenti causati dalla distrazione dell’uomo o dall’imperfezione tecnologica o dalla concomitanza di sfortunate coincidenze, quali possono essere gli incidenti automobilistici, ferroviari, marittimi, aereonautici, sul lavoro ecc. Tra gli eventi traumatici causati dalla violenza avremo le guerre, gli attentati, i rapimenti, le torture, la violenza fisica, quella sessuale, ma anche gli abbandoni inaspettati e i tradimenti.
Vi sono poi dei casi in cui vi è concomitanza di fattori i quali possono presentarsi sommati tra loro, come ad esempio uno tsunami (catastrofe naturale) che in più crea una fusione del nocciolo di una fabbrica nucleare (incidente); o miscelati tra loro, come ad esempio può accadere l’essere aggredito da un animale (il quale evento si potrebbe probabilmente definire come violenza naturale).
Tutti questi possono quindi essere classificati eventi traumatici, ma cos’è esattamente un evento traumatico?

Definizione di evento traumatico
Viene definito evento traumatico un evento improvviso o incontrollabile, che è vissuto dall’individuo come un “duro colpo da sopportare”, facendolo sentire inerme e incapace di trovare o mettere in pratica una soluzione. La persona sente che non ha la possibilità di usare con successo né la capacità logica, né i normali meccanismi di difesa fisici o psicologici normalmente utilizzati nella vita e contro le ordinarie avversità e imprevisti di tutti i giorni.
Eventi di questo tipo fanno sentire disarmati perché non più capaci di prevedere il domani usando gli schemi logici abituali. Ci si sente in balia di un destino non più controllabile, dove i propri progetti sono andati in fumo.
Oltre agli eventi eclatanti, secondo recenti ricerche, possono rientrare tra i traumi anche eventi lievi ma continuativi quali possono essere i maltrattamenti fisici o psicologici, il subire tentativi di manipolazione mentale, e lo sfruttamento.
Quindi il trauma può essere singolo e di durata limitata, come l’aver subito una rapina, o costante ma lieve come nel caso in cui si sono subiti tentativi di sfruttamento. In questi casi il trauma verrà definito di primo tipo. Oppure il trauma può essere molteplice, come nel caso di abusi familiari ripetuti, e incessante come l’essere in guerra, in questi due ultimi casi verrà definito di secondo tipo.
Ovviamente questi due tipi di trauma avranno intensità diverse, più grave per quello di secondo tipo, ma anche reazioni diverse, più palese per quello di primo tipo e più difficile da individuare per quello di secondo tipo. Più avanti vedremo il perché.

Temporalità
Per quanto riguarda il trauma vi è quindi una distinzione di primo e secondo livello, riguardante la gravità dell’evento; invece per quanto riguarda il disturbo generato dal trauma vi è una distinzione di tipo temporale. Vediamola.
Prima di tutto per essere definito disturbo post traumatico da stress, il disturbo deve durare almeno un mese, ma a seconda dell’inizio e della durata viene definito in modi diversi, così avremo quello acuto se dura meno di tre mesi; e quello cronico se dura più di tre mesi, anche se solitamente la durata non sarà quasi mai realmente cronica. Anche se è vero che solitamente il disturbo acuto si lega al trauma di primo livello e quello cronico a quello di secondo livello, questa affermazione non va presa come una legge. La differenza la fa la persona e la sua capacità di risollevarsi, e spesso anche dal tipo di aiuto che le è stato offerto: un aiuto di tipo vittimizzante può trasformare in cronico anche un disturbo lieve, mentre un aiuto stimolante può far sparire ben presto il disturbo.
Infine se l’inizio del disturbo sarà differito rispetto all’evento traumatico di almeno sei mesi, ci troveremo di fronte ad un “disturbo ad esordio tardivo”, in realtà sono quasi sempre presenti degli indizi che possono far sospettare un avvio verso il disturbo vero e proprio, come il totale disinteresse per quanto è successo, o la comparsa sporadica di pensieri intrusivi.
Ma parliamo ora dei sintomi effettivi

Sintomi base
Il sintomo principale per il trauma di primo tipo è il ricordo ricorrente, ovvero il continuare a rivivere mentalmente il trauma subito, probabilmente nel tentativo di dare un significato a quanto accaduto o di esorcizzarne il ricordo traumatico.
Per quanto riguarda il trauma di secondo tipo il sintomo principale è invece il rifiuto dell’evento e dell’emozione che esso comporta E’ come se tra un evento traumatico e l’altro la persona si dimenticasse di quanto le stia succedendo o, soprattutto nel caso di un evento traumatico incessante, le sue emozioni al riguardo siano completamente assopite. In questo secondo caso vi è una maggiore preoccupazione per l’incolumità della persona, in quanto il soggetto avendo alzato in modo patologico la sua soglia emotiva, provando quindi meno facilmente la sensazione della paura, può mettere in atto, con notevole distacco, comportamenti ad alto rischio. Ed è proprio questo innalzamento della soglia emotiva, accompagnata da freddezza e distacco, a rendere il disturbo causato dal trauma di secondo tipo più pericoloso e al tempo stesso più difficile da individuare, rispetto al disturbo causato dal trauma di primo tipo.
Si deve però dire che in realtà si assiste più spesso ad una alternanza di questi due tipi di sintomi a prescindere del tipo di trauma subito, con una maggiore oscillazione verso il ricordo ricorrente nel caso del disturbo causato dal trauma di primo tipo, e verso il rifiuto in quello causato dal trauma di secondo tipo.
Comunque entrambi i tipi saranno caratterizzati da rivisitazioni del trauma, il primo con ricordi volontari, il secondo con ricordi intrusivi; entrambi con sogni ricorrenti in cui viene ripetuto l’evento traumatico, parte di esso o qualcosa di simbolico che lo rappresenti e stati dissociativi dalla durata variabile, dagli stessi contenuti onirici.
Non si può parlare di disturbo post traumatico da stress se non è presente almeno uno di questi sintomi base, ma vi sono altri sintomi caratterizzanti. Non sempre sono presenti tutti ma di certo con un buon grado di concomitanza.

Questi altri sintomi saranno trattati nella prossima puntata, nella quale parleremo anche di come si presenta il disturbo post traumatico da stress nei bambini. Parleremo inoltre della sua reale estensione percentuale (dividendo questo dato per categorie di traumi); di come sia nato lo studio su questo disturbo e ovviamente delle sue possibili soluzioni e prevenzioni.
Mi raccomando però, prima di arrivare a conclusioni affrettate aspettate la seconda parte. (fine prima parte)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *