Ho trascorso 20 anni della mia vita da normodotato e 20 da disabile: ebbene sono stati sicuramente migliori gli anni da disabile. A parlare è Lorenzo Vandelli, modenese di 40 anni, affetto da distrofia muscolare, una malattia degenerativa che si è manifestata quando aveva vent’anni.  

“Quando hai tutto e puoi fare di tutto -spiega Lorenzo- non ti godi al massimo le cose che stai vivendo. Invece quando ti rendi conto che ciò che fai oggi, magari domani non avrai la Lore e gattopossibilità di farlo lo assapori in maniera più profonda. Io sono disabile e le cose che compio oggi non so se potrò svolgerle domani (la distrofia è una malattia degenerativa) quindi mi godo intensamente l’attimo”. Lorenzo è sempre stato un grande sportivo e fino a vent’anni giocava a calcetto, nuotava a livello agonistico poi la malattia e per lui la sedia a rotelle. I Primi momenti furono molto spiacevoli “quando sei giovane e ti diagnosticano una malattia inguaribile e che ti porterà alla sedia a rotelle è dura, veramente dura. I primi tempi rischi di diventare matto, ma poi ho accettato la sfida e sono tornato a sorridere. Tante cose non le posso fare più, giocare a pallone, scalare una montagna, percorre una lunga scalinata, ma molte cose non sono indispensabili per la nostra vita. Per esempio io andavo in un’edicola, per raggiungerla dovevo salire alcuni gradini e mangiavo in una pizzeria situata alla fine di una scalinata. Ora non ci vado più, ma continuo a comprare i giornali e mangiare la pizza, solo che mi reco in altri posti, senza barriere architettoniche”.

Per diverso tempo, dopo l’evento della distrofia nella sua vita, ha allenato una squadra di calcetto, ma sentiva il bisogno di tornare a gareggiare in prima persona. Casualmente, su internet, trovò uno sport che possono praticare le persone in carrozzella, il Wellchair Hockey e decise di lanciarsi nella nuova sfida. La squadra più vicina (abita a Modena) di questo sport è a Bologna e partecipò a cinque lore e le panzecampionati. Lorenzo però volle fondare una squadra a Modena, soprattutto per fare uscire da casa giovani con patologie medio-gravi. Istituì una squadra a Modena nel 2008, ma era solo, allora si mise alla ricerca dei giocatori per formare l’equipe.  Tre persone accettarono alla prima offerta, per gli altri invece sono occorsi settimane di tentativi, a volte anche mesi.

“Quando a un disabile grave gli proponi di fare sport ti prendono per matto. Tante le paure: di non farcela, di non riuscirci, la vergogna di farsi vedere in pubblico, la vergogna delle famiglie. Li ho bombardati di richieste – spiega Lorenzo- o mi mandavano a quel paese o accettavano per sfinimento. Ora abbiamo una squadra di quindici elementi, il più giovane ha dodici anni il più vecchio ne ha 40 (lo stesso Lorenzo).  Tutti abbiamo un soprannome, i portieri sono Valentina, Nunzietto, MP3; gli Sticke sono Manzo, Merro, Marcone, Killer, Vale, Marti, Andreino, Ce; le mazze sono Alle, Mircone, Malb, Lore.” Per questa lore hawaianosquadra che gioca in A2, non è importante vincere. ma stare insieme, questo sport è diventato una parte rilevante delle loro vite. Nel Sen Martin, l’equipe di Lorenzo, giocano coloro che hanno una distrofia muscolare grave, chi soffre di Atrofia Muscolare Spinale e chi ha Tetraparesi spastica.  E’ bello vederli giocare, si nota tanto impegno e una gioia infinita! Lorenzo e questi ragazzi ci danno una grande lezione di vita! Viviamo appieno la nostra esistenza e fondiamola sui valori veri: l’amicizia, la solidarietà.

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