Non bastavano i musical su Padre Pio e su Giovanni Paolo II, ora il cristianesimo arriva in discoteca. Anzi, in “cristoteca”, come precisa padre Joseph Anthony, per gli amici Dj Zeton, il missionario del sabato sera che fa ballare i papaboy brasiliani e che presto porterà il suo show in Sicilia.

Se la messa beat fu un disastroso tentativo di avvicinarsi ai ggiovani degli anni ’60, la “cristoteca” si annuncia come un’itinerante apocalisse del pentimento sonoro. Gospel techno, inni liturgici in versione dance e canti gregoriani su ritmi drum’n’bass sono la colonna sonora della personalissima visione del paradiso in terra di quel folgorato di padre Anthony, discepolo di Tony Manero. “God’s Party, divertimento allo stato puro” è lo slogan che introduce il divino spettacolo, un incrocio tra una tortura medievale e la prima serata di Rai1, praticamente il preludio al regno dei cieli. Tra proiezioni di immagini di Cristo e salmi recitati su base disco music, il predicatore della consolle ammonisce il suo pubblico: niente droga, niente alcol, niente sigarette, niente mani in tasca  e niente ragazze.

Il programma prevede la selezione all’ingresso di soli battezzati con certificato alla mano, ostie all’ecstasy e suore cubiste. I chierichetti più irriducibili possono richiedere il pass vip e accedere direttamente alla sala cilicio, dove tutti si puniscono al suono delle encicliche remixate. Hai ancora soldi da donare alla chiesa cattolica? Vuoi ballare in Cristo? Fino a ieri c’era un solo posto dove potevi essere mandato… ma da oggi ha un nome nuovo, si chiama “cristoteca”.

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