La cipolla è un prodotto dell’orto molto antico, utile in cucina e ricca di proprietà terapeutiche. Il terreno sul quale cresce predilige una temperatura piuttosto fredda. L’Emilia-Romagna, la Campania, la Sicilia e la Puglia sono tra le regioni più accreditate per la coltivazione di questo prodotto.

Ne esistono numerose varietà: in Italia, le più famose sono: Tropea (rossa), Cannara (rossa), Bassano (rossa), Dolce (bianca), Barletta (rossa) e Borretana (giallo dorata). Essendo una pianta formata da diversi strati sovrapposti (le tuniche) è diventata il simbolo della doppiezza e della falsità legato probabilmente anche al fatto che strofinarsi gli occhi con le cipolle fa piangere delle false lacrime.

Conosciuta per le sue proprietà benefiche fin dall’antichità, nel 1864, durante la guerra civile americana, il generale Ulysses S. Grant, a fronte di un attacco di dissenteria che decimò i suoi uomini, mandò un telegramma al Ministero della Guerra: “Non muoverò il mio esercito senza cipolle!”. Dopo un giorno furono spediti tre vagoni di cipolle per aiutare i soldati a difendersi anche da ipertensione, cardiopatie, asma.

Secondo alcune credenze popolari la cipolla avrebbe virtù magiche. Per combattere, ad esempio, il malocchio si dovevano mangiare cipolle bollite, bevendo anche l’acqua di cottura. Si potevano eliminare verruche strofinandovi sopra un pezzo di cipolla, che poi si gettava dietro la spalla destra, allontanandosi senza voltarsi. In Sicilia si applicava la cipolla sulle punture di vespe e si ripeteva per tre volte uno scongiuro che in dialetto recita: “San Paolo fece la vespa e san Paolo la domò“.  Le ragazze indecise fra vari pretendenti incidevano l’iniziale del nome di ogni spasimante su ogni cipolla, poi le mettevano su un asse e aspettavano. La prima a germogliare indicava l’uomo da scegliere. Già gli Egizi ne facevano largo consumo, tanto che è citata nella Piramide di Cheope. In Grecia era consacrata alla dea Latona, madre di Apollo e di Artemide, che l’aveva adottata perché soltanto una cipolla era stata in grado di stimolarle l’appetito quando era incinta. Addirittura Dostoevskij, ne “I Fratelli Karamazov”, cita una leggenda che riguarda la cipolla.

Da un punto di vista fitoterapico la cipolla è considerata un ottimo diuretico utile in caso di cellulite, ritenzione idrica e calcoli renali. Ha azione antidiabetica utile per abbassare il livello di glucosio nel sangue. In dermatologia può essere utilizzata come antibatterico applicando il succo sulla parte da disinfettare. Viene consigliato a chi soffre di trombosi perché, avendo un potere fluidificante, facilita la circolazione del sangue. Inoltre, la cipolla è considerata un eccellente antipertensivo, espettorante (in caso di tosse e raffreddore), antibiotico naturale e antigottoso, in grado, cioè, di facilitare l’eliminazione di acidi urici. Una curiosità: la celebre azione “lacrimosa” della cipolla si può neutralizzare bagnando la lama del coltello con cui si taglia l’ortaggio.

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