Ha preso inizio oggi, a Roma, la X Coonferenza nazionale della Previdenza Forense. I lavori sono stati aperti da Alberto Bagnoli, Presidente della Cassa forense, con il saluto di Mauro Vaglio, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, di Guido Alpa, presidente del CFN, e di Maurizio de Tilla, presidente dell’OUA.
Nel corso della mattinata sono intervenuti anche il Presidente del Senato, Renato Schifani, e il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Tanti i temi che verranno affrontati, tra questi la grave situazione economica e le conseguenze sulla categoria e sulla cassa professionale, il contesto politico e i continui interventi legislativi sulla professione forense e gli enti previdenziali privati.

“Il X Congresso della Previdenza Forense – ha dichiarato Alberto Bagnoli, Presidente della Cassa forense, nel corso del suo intervento – si svolge in un momento di gravissima crisi economico-finanziaria del Paese. Un contesto che non ha risparmiato il settore delle libere professioni e l’avvocatura, con l’aggravante, per il settore giustizia, di annosi ed irrisolti problemi di carattere organizzativo e processuale. Con questa particolare situazione il Governo ha anche deciso di affrontare una revisione del sistema pensionistico, chiedendo alle casse private di garantire una sostenibilità finanziaria a 50 anni allo scopo di mettere lo Stato al riparo da eventuali ripianamenti di futuri disavanzi; ciò nonostante sia ampiamente dimostrato che il sistema privato vigente è in grado di autofinanziarsi costantemente attraverso un progressivo incremento del proprio patrimonio e delle proprie riserve”.
“Ma le casse non si sono sottratte ai loro obblighi – sottolinea il Presidente dell’Ente – e varando una serie di modifiche regolamentari hanno superato il test della sostenibilità, un risultato che il Ministro del Lavoro ha riconosciuto nell’ultimo incontro organizzato con i vertici delle casse. Eppure, sembra che al Governo ancora non basti. Ora, in virtù della spending review, si chiede alle casse private un taglio alle spese intermedie del 5% nel 2012, i cui proventi finiranno dritti nelle tasche dell’Erario. Un’assurdità frutto di una norma che insiste in un errore evidente: quello di includere le casse private nell’elenco Istat delle pubbliche amministrazioni. Ma noi non ci arrendiamo e aspettiamo fiduciosi il pronunciamento del Consiglio di Stato in merito alla legittimità di questa classificazione, atteso per fine ottobre”.
“Nel frattempo – conlcude Bagnoli – continueremo a fare quello che meglio sappiamo fare. Tutelare il futuro dei nostri associati. Oggi sono iscritti alla Cassa 162.820 avvocati, con trattamenti pensionistici in favore di 25.397 unità. La spesa per le pensioni nel 2011 è ammontata a circa 645 milioni di euro. Il nostro patrimonio è solido, e noi chiediamo solo di mantenere quell’autonomia gestionale che ci ha permesso di arrivare dove siamo oggi al riparo di qualsiasi bufera finanziaria. Di questo parleremo nel corso del Congresso, ben sapendo che l’invecchiamento della categoria professionale e il suo allargamento a generazioni di giovani e donne ci impongono interventi fortemente innovativi nella direzione di un sistema di welfare a 360 gradi per soddisfare le momentanee necessità degli iscritti sì che si possa sempre contare su sostegni di concreta solidarietà”.

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