Piccolo…spazio…pubblicità… deve esserci per forza l’ironia di Vasco dietro l’operazione che ha riportato Carosello sugli schermi.

Ops, pardon, qui si parla di “Branded enterteinment” e immediatamente si palesa il mio disagio nei confronti del magico mondo del marketing, strumento meraviglioso che però ha sempre un inquietante lato oscuro: è invasivo e ti lascia sempre quella sensazione di inutilità mista a presa per il culo all’ennesima potenza. E’ opportuno citare alla lettera: “Carosello reloaded nell’era del digitale multischermo, multipiattaforma, vuole rappresentare per il mercato pubblicitario una nuova e più evoluta forma di comunicazione: il Branded Entertainment, una intersezione tra advertising e entertainment, tra pubblicità e contenuto editoriale”. Quattro righe per dire: stiamo provando a salvare il salvabile in un mercato dove non si batte chiodo e abbiamo la fantasia di una coltura di batteri ma siamo degli abilissimi intortatori che al confronto gli artisti del gioco delle tre carte che incontri all’autogrill hanno la caratura morale dei frati trappisti. “Carta vince, carta perde, dove si trova la nostalgia? Sta qua, no sta qui”.

Nomen Omen: “Carosello reloaded”. Cribbio, siamo sul pezzo eh? L’uso di reloaded rimanda al secondo capitolo di Matrix del 2003. Si usa un marchio che veicola un messaggio che aveva un appeal dieci anni fa. Ma come si fa. E la cosa inquietante è che con una faccia di bronzo che ha dell’inverosimile sciorinano boiate volendo farci credere davvero che sia una grande idea. Il direttore di Sipra, Lorenza “Lady di ferro” Lei è convinta che “Carosello reloaded” potrà essere il volano per far ripartire la concessionaria di pubblicità capace di non chiudere contratti nemmeno quando i programmi fanno ascolti (mai come quest’anno le comunicazioni con la lista di quanti blocchi pubblicitari saltano ogni settimana si sprecano).

Di nuovo un’operazione di facciata. I programmi fanno pena e non attirano più inserzioni? E allora rendiamo autonoma la pubblicità ricordando che è una forma d’arte, che è figa e impacchettiamola sotto un marchio rassicurante, un marchio che tutti ricordano, persino i quarantenni che qualcosa da spendere ancora ce l’hanno. E i più giovani? Quelli ormai li abbiamo persi da tempo ma fingiamo indifferenza, fingiamo che non siano ormai liberi fruitori di contenuti e che hanno un palinsesto autonomo, “flottante” e autogestito. E come facciamo? Mah! Usiamo quei termini che sono tanto frequenti nei briefing milanesi e che nessuno, a partire dai dirigenti capisce ma dei quali tutti, per non fare la figura del coglione, fingono di essere padroni. Nascondiamo il tutto sotto un cappello rassicurante, qualcosa che coinvolga tutti, dai… quel programma lì con quella sigla con le trombe “Pa-pppa-para-pa-parappa-pa paaaaa….Carosello!” 

Carosello ha lasciato una traccia indelebile nella memoria di tutti ma è da quando lo hanno chiuso che ci devastano gli zebedei col suo ritorno in tv. “se vi piaceva tanto non lo toglievate” mi verrebbe di urlare! 1997 Carosello compie 40 anni e ci fanno un varietà tv orribile condotto da una imberbe ma sempre insopportabile Ambra Angiolini per celebrarne la grandezza. La nostalgia è un’arma potente ma è pur sempre un’arma e può essere molto pericolosa anche per chi la usa. Al 50mo compleanno (2007) ci riprovano con i dvd e qui l’operazione ha un che di culturale che non può che essere approvato e soprattutto ci lascia liberi di acquistare o meno il cofanetto. Ma quando nel 2013 lo si ritira fuori si va al di la, si varca la soglia del voodoo.

Che bisogno c’è di scomodare il morto? Nella vita bisogna dare sempre un opportunità ed io ne ho date due per due giorni di seguito. Il risultato? A Roma direbbero… “ma me stai a “cojonà”? Il fascino e la pseudocommozione sono durati esattamente 7 secondi battendo il record di Usain Bolt e passando da “uhhh guard… a malimortacc” in un battito di ciglia. Le immagini, devo dire di ottima qualità, dello spot della Ferrero con Joe Condor e il gigante sono un attentato alle coronarie di chi si è nutrito di tv. Mi aspettavo il colpo basso ed ero curioso di come lo avrebbero gestito ma quando finisce il canonico minuto e dieci circa dedicato alla gag e c’è la dissolvenza sullo spot vecchio con la voce di Pavarotti tiro indietro il collo perplesso. Ah, questo è? Manco una cosa fatta a posta. Arriva il secondo: Eni e qui, almeno, si vede un impegno, un tentativo di realizzare qualcosa ad hoc: la storia della lucertola che cerca calore ha un valore estetico apprezzabile per gli amanti del linguaggio pubblicitario, poi un Wind già visto in giro in versione extended come al cinema.

Insomma, nessuna predilezione, nessun regalo ma soprattutto: stu “Reloaded?” Ndo sta? Che vor dì? Alla fine degli spot i loghi dei principali social network si vedono già da un po’, quindi, l’eclatante novità? Dimenticavo! Per loro noi siamo dei decerebrati che chiamano ancora l’esorcista per accedere al “pericoloso mare” di Internet. Nella presentazione in pompa magna si osa alludere al concetto di App per smartphone per accedere a contenuti esclusivi!  Azz, non sarà troppo? Benvenuti nel terzo millennio.

C’è solo un piccolo problema: 56 anni fa, la portata innovativa di Carosello era quella di avere il ruolo pedagogico di “educare alle marche” e introdurci al consumismo in maniera dolce per fare uscire il paese dalla modalità agreste e farlo “evolvere”. Stava arrivando il boom economico e la “cattiva maestra” stava impartendo le sue prime lezioni soprattutto alle nuove generazioni di allora. Non capire che quelle lezioni hanno avuto effetto è da folli: adesso le merci sono nel nostro dna: è stato il consumismo ad introdursi dentro di noi. Siamo “mercificati” da molte generazioni ormai. Altro che “filo diretto” con l’azienda con l’apposita applicazione. C’è più senso di appartenenza al marchio Apple che ad un partito politico. E poi, sono sfuggite a lor signori le campagne virali e tutte le altre menate? Certo che no. Ma per il pubblico della “Tv free”, una massa informe alla quale riservare sempre meno rispetto questo papocchio va più che bene… carta vince, carta perde. E dopo tutti a nanna come tanti anni fa! Sogni d’oro. Forse il consiglio andrebbe seguito vista la recente programmazione.

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