“La Campania è la più bella non solo fra tutte le regioni italiane ma anche fra le terre di tutto il mondo. Nessun cielo è mite quanto il cielo della Campania, nessun sole è più rigoglioso del sole campano. In Campania ci sono porti rinomati: Gaeta, Miseno, Baia; dei laghi ameni…monti rigogliosi con viti…e, più bello di tutti, il Vesuvio, simulatore del fuoco dell’Etna. Famosissime e ricche sono le città marittime: Formia, Cuma, Pozzuoli, Napoli, Ercolano e Pompei. Ma la più grande di tutte le città campane è Capua, un tempo non meno famosa di Roma e Cartagine” (Antico elogio della Campania, anonimo latino)

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La Campania è ancora oggi una delle regioni più belle della nostra penisola, sia per le sue bellezze naturalistiche, sia per il suo affascinante passato di cui conserva testimonianze archeologiche uniche al mondo. Eppure questo non è bastato a preservarla dall’incuria e dall’indifferenza di chi ci governa. La situazione archeologica campana è devastante. Il senso di desolazione e abbandono che si prova camminando in alcuni di questi siti supera di gran lunga quello di meraviglia e splendore che meriterebbero di farci provare. Siamo un paese in crisi e invece di investire in ciò che potrebbe risollevare le nostre finanze, mi riferisco alla valorizzazione e alla tutela dei siti archeologici e dei beni storico-artistici in generale, chi di dovere continua a togliere fondi destinati alla cultura. Continua a usare gli introiti dei musei per destinarli chissà dove. Continua a sperperare soldi nella costruzione di musei mai aperti o completamente inutili. Siamo talmente in crisi da permetterci di tenere chiuso una volta a settimana (il martedì per l’esattezza) uno dei musei più importanti e più visitati al mondo: il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, custode di reperti di inestimabile valore, basti pensare alle collezioni pompeiane.

Ma andiamo con ordine. Pompei.
“Domenica andammo a Pompei. – Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato altrettanta gioia alla posterità. Credo sia difficile vedere qualcosa di più interessante. Le case sono piccole e anguste, ma tutte contengono all’interno elegantissime pitture. Notevole la porta cittadina, con l’attiguo sepolcreto; la tomba di una sacerdotessa è a forma di panca circolare, con una spalliera di pietra dov’è incisa un’iscrizione in lettere capitali. Guardando oltre la spalliera si vede il mare e il sole al tramonto. Un posto mirabile, degno di sereni pensieri”. (Johann Wolfgang Goethe, Viaggio in Italia, 1816).

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Ecco. Dei sereni pensieri evocati dal Goethe non è rimasto che un lontano ricordo. Oggi guardando Pompei vengono piuttosto in mente i versi danteschi pronunciati all’ingresso dell’Inferno. Ma addentriamoci in questo girone dantesco.
Anni fa è stata creata la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con il compito di garantire la tutela di un vasto territorio, che comprende oltre cento comuni. Pompei, data la sua grande importanza e dato l’incasso annuo di 20 milioni di euro l’anno, ha una struttura particolare: è una soprintendenza autonoma e ha, o dovrebbe avere perché così aveva stabilito a suo tempo Veltroni quando era ministro, un city manager, ossia un amministratore per gli aspetti amministrativi qui più complicati che altrove. La figura del city manager non ha quasi mai dato i risultati sperati, spesso a causa di rapporti non idillici con il sovrintendente. Pompei è il «museo a cielo aperto» statale più visitato del nostro paese con una media di circa 2 milioni e mezzo di ingressi l’anno, benché negli ultimi anni siano un po’ calati, causa la non proprio invitante pubblicità del caso-rifiuti. Eppure la rete di abitazioni romane, di vie in pietra, di resti di templi soffre anche per i tanti turisti che vi arrivano da ogni parte del mondo. L’ingresso costa 11 euro, il giro di soldi intorno alla città distrutta dal Vesuvio nel 79 d.C., dove pullulano bancarelle e vendita abusiva di guide, fa gola anche alla criminalità organizzata. Nel 1997 gli scavi sono stati inseriti nella lista dei siti Patrimonio dell’umanità. A febbraio 2012 la catastrofe. A seguito delle torrenziali piogge invernali, si sono verificati numerosi crolli in molti degli edifici simbolo della città: nell’atrio della Venere in conchiglia, nel tempio di Giove, nella fullonica, nel vicolo delle terme e in tanti altri edifici delle altre regiones. Claudio D’Alessio, sindaco di Pompei, ha subito affermato che il comune si sarebbe costituito parte civile nei processi a carico dei responsabili dei crolli “i crolli verificatisi rappresentano lo sgretolarsi della nostra storia…abbiamo il dovere di vigilare e garantire che gli scavi siano preservati non solo per il nostro paese ma per l’umanità intera. Manca una manutenzione ordinaria e una conservazione programmata, per un sito di 109 acri di cui 50 ettari sotterranei, a cui si sommano la sollecitazione di milioni di turisti, l’assenza di drenaggio, una vegetazione senza controllo. Il tutto ha reso fragile l’intero sistema del sito”. Ben più grave la denuncia della senatrice del Pdl, Diana De Feo, componente la commissione di cultura di Palazzo Madama “Pompei si sta sfaldando. La situazione è gravissima perché i crolli non sono resi noti tutti, ma solo uno su nove viene denunciato. L’affresco raffigurante la battaglia di Alessandro Magno contro Dario ad esempio presenta una lesione che potrebbe causarne il crollo. Ho inoltre visto il disfacimento di alcune tessere di uno dei mosaici simboli di Pompei, quello del Cave Canem”. La De Feo denuncia la mancanza di una vera squadra di manutenzione perché quella esistente è insufficiente. Lo sconcerto della senatrice è dovuto anche al fatto che “a Pompei risultano oltre 40 milioni in cassa non spesi”. Altra denuncia arriva da Antonio Irlando, architetto responsabile dell’Osservatorio patrimonio culturale, secondo il quale “Il crollo di un pezzo di intonaco esterno del tempio di Giove è un fatto molto grave perché l’edificio si trova nel Foro, il punto più visitato di Pompei. Chissà cosa sta avvenendo nelle altre nove regioni, quelle dove non va nessuno. Per non parlare dei mosaici. Quello della casa del Fauno è stato per settimane sommerso nell’acqua, tanto che la malta si è sgretolando e alcune tessere sono saltate via. Il muschio regna incontrastato nella casa di Cecilio Giocondo. Qui il vero problema è che manca la manutenzione ordinaria. Fino a due mesi prima dei crolli esistevano quattro operai non specializzati che dovevano badare a 66 ettari di scavi. Oggi sono una ventina le persone deputate alla manutenzione ma sono insufficienti dal momento che devono dividersi tra Pompei, Ercolano, Napoli e provincia”. Va segnalato che già ad ottobre 2011 l’Associazione Nazionale Archeologi aveva denunciato la mancanza di una manutenzione ordinaria, unica possibile cura per salvare Pompei, e aveva preannunciato il rischio di nuovi crolli. Perché un anno fa non è stato fatto nulla?

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Eppur qualcosa si è mosso. Ebbene si. Qualcuno si è svegliato, e con Decisione comunitaria n. C (2012) 2154 del 29 marzo 2012 è stato finanziato un progetto comunitario chiamato Grande Progetto Pompei. Si tratta di un intervento rilevante ed impegnativo da 105 milioni di euro tra fondi Fesr e nazionali, che mira alla riqualificazione del sito archeologico di Pompei entro dicembre 2015 attraverso interventi conservativi, di prevenzione, manutenzione e restauro. Nasce da una azione del Governo italiano che, attraverso il decreto legge n. 34/2011 (art. 2), ha inteso rafforzare l’efficacia delle azioni e degli interventi di tutela nell’area archeologica di Pompei. Il Progetto si avvale dell’ Intesa Interistituzionale Legalità e Sicurezza  del 20 Gennaio 2012  tra il Ministro della Coesione, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali,  il Ministro dell’Interno, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ed il Presidente dell’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici per la sicurezza degli appalti,  con la firma del Protocollo di Legalità del 5 aprile 2012. Sulla carta è un grande progetto. Ma sono i fatti quelli che contano. Staremo a vedere.
Intanto ogni crollo è una nuova ferita e Pompei continua a morire di giorno in giorno.
Continuiamo il nostro giro in questa valle di lacrime.

Ercolano. Seppur meno conosciuto di quello di Pompei, il sito di Ercolano è un piccolo gioiello d’archeologia. I tour operator descrivono gli scavi di Ercolano come un centro abitato fermo a una lontana mattina del 79 d.C. Fermi quasi allo stesso anno sono anche i lavori di recupero dell’intera area archeologica. Su 47 siti presenti, ben 26 sono chiusi al pubblico. Alcuni addirittura da quasi mezzo secolo. Su tutte le guide è pubblicizzato il teatro antico. «Era visitabile negli anni ’70-80, quando forse nemmeno eravamo nati» ci dice la bigliettaia all’ingresso. E purtroppo non è una battuta perché qui quello che chiude difficilmente riapre. Oppure non apre affatto. Come nel caso dell’Antiquarium, un museo fantasma costruito negli anni ’70 con i soldi della Cassa del Mezzogiorno. “Nei sotterranei” raccontano i custodi “sono conservati reperti di eccezionale valore” ma nessuno li ha mai visti perché la struttura non ha mai aperto. Persino i bagni sono inagibili. «Sono rotti da ottobre 2011 e solo a fine gennaio 2012 ne hanno aggiustati una parte. Ci sono stati turisti inferociti che hanno protestato e persino persone anziane che se la sono fatta addosso» racconta un’impiegata. Lungo il percorso è un susseguirsi di divieti e cartelli che avvertono di crolli e lavori in corso. Se andiamo a leggere i cartelli dei lavori in corso ci accorgiamo che sarebbero dovuti terminare già da tempo. Così come i lavori di pulitura archeologica e irreggimentazione delle acque per l’accesso alle antiche spiagge iniziati nell’ottobre del 2008 e ancora incompiuti. Gli scavi sono protetti da transenne che chiunque può evitare. Tanto che sugli affreschi alcuni turisti sono soliti incidere il proprio nome o, antica romanticheria, quello della propria amata. Altri preferiscono strappare pietre dalle strutture come souvenir. Eppure il sito è videosorvegliato, come è possibile? I vigilantes, in effetti, ci sono. Tre anziani fanno a turno per sorvegliare tutta l’area. Gli altri impiegati, impegnati a chiacchierare tra loro o a prendere il sole, si straniscono se un turista li “interrompe” per chiedere informazioni. Al Comune di Ercolano dicono che la gestione dipende dal sito archeologico; al sito archeologico dicono che è competenza della soprintendenza; dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei non è pervenuta risposta.

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Area Archeologica Suessula. Il 16 maggio 2011 il Comune di Acerra ha notificato l’istituzionalizzazione del Parco urbano di Suessula, riconoscendo l’alto interesse della zona. Si tratta di 438 ettari comprendenti testimonianze archeologiche tra le più importanti del sud, sia a livello storico-architettonico sia di architettura rurale. L’area è attraversata da antiche sorgenti e corsi d’acqua. Il riconoscimento, in ottemperanza alla legge regionale n.17/2003, avrebbe dovuto assolvere gli obiettivi di tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e storico-artistico. Era previsto un primo finanziamento di 5 milioni di euro nell’ambito delle compensazioni confermate dal governo a favore di Acerra. Uso il condizionale perché dopo la conferenza stampa di presentazione, del Parco si è persa notizia. Il Parco oggi non esiste. Mancano ancora i fondi. Gli scavi non sono mai iniziati. La zona è oggi un cumulo di rovi ed erbacce.

Isolotto Li Galli. Li Galli è un arcipelago appartenente al comune di Positano (SA) e costituito da tre isole. Gallocampania_6 Lungo è la più grande delle tre ed è l’unica ad essere stata abitata fin dai tempi dei Romani. Strabone, nel I secolo a.C., descrisse per la prima volta le tre isole identificandole come sedi delle sirene, esseri mitologici metà donna e metà uccello, che ammaliavano i marinai facendoli naufragare contro gli scogli. Da qui deriverebbe il nome Li Galli. In questo tratto di mare le correnti sono molto forti e nell’antichità era frequente che le imbarcazioni fossero costrette al naufragio. Che l’isolotto fosse inserito in un circuito di frequentazioni è attestato dalla presenza di una villa romana. Di questa villa, utilizzata, come le altre lungo la Costa, per la villeggiatura di ricchi romani, si hanno notizie a partire dal 1758, quando ad una profondità di 6,50 m furono rinvenuti, poco lontano dalla Collegiata, fortuitamente degli ambienti. Si tratta di una villa marittima, accessibile solo dal mare, una tipologia nata dal desiderio dei romani di controllare le rotte da e per il Lazio.
Li Galli ha da sempre esercitato un grande fascino, tanto da renderla ambita a molti personaggi famosi. Nel 1924 il coreografo e ballerino russo Leonide Massine acquistò l’arcipelago, facendo costruire sulle antiche rovine una magnifica villa che l’architetto Le Corbusier abbellì ulteriormente. La proprietà passò poi ad un altro celeberrimo ballerino russo, Rudolf Nureyev, che l’acquistò nel 1989: poco dopo la sua morte, avvenuta nel 1993, l’arcipelago è passato in mano ad altri privati. Oggi non è visitabile senza il permesso dei proprietari. Ci si deve accontentare di ammirare solo alcuni resti visibili dal mare. L’arcipelago fa oggi parte dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella.
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Parco archeologico del rione Terra
. A Pozzuoli si apre uno dei capitoli più bui dell’archeologia italiana. “C’è un quartiere dove i capitoli della lunga storia di Pozzuoli si sono sovrapposti come pagine di un libro, il Rione Terra”. Nessuna espressione può essere più esatta di questa, usata da Piero Angela durante una puntata del suo programma. Infatti di tutto il territorio puteolano, la rocca del Rione Terra è l’unico luogo che è stato protagonista di tutte le evoluzioni storiche, dai primi anni della colonizzazione greca e romana fino all’epoca moderna. Il nome deriva dall’uso medievale e marinaresco di indicare il villaggio o la città con il termine “terra”, in contrapposizione al mare. Secondo lo storico greco Strabone, fu quì che nel 529 a.C. sbarcarono gli esuli dell’isola di Samo e fondarono Dicerachia, il governo dei giusti. Fu però in epoca romana che Pozzuoli e la rocca conobbero il loro periodo di maggior splendore. Divenuta colonia romana nel 194 a.C., ne fu il maggior porto. Qui arrivava il grano dalla provincia d’Egitto per l’annona di Roma e tutti gli altri rifornimenti alimentari. Il declino di Pozzuoli iniziò con la nascita del porto di Ostia e con l’inizio del decadimento dell’impero romano, e culmina nel 400 d.C. quando la città di ridusse alla piccola rocca del Rione Terra. Inoltre l’accentuarsi dell’abbassamento del suolo a causa dei fenomeni bradisismici provocò lo sprofondamento e impaludamento della parte bassa della città, e quindi la stasi delle attività commerciali. Da questo momento però inizia la stratificazione delle culture che si sono succedute: il Duomo spagnolo è stato costruito sul tempio campania_7di Augusto che a sua volta ingloba templi più antichi. Fino agli anni ’60 il rione Terra era il centro pulsante della città. E’ nel 1970 che a causa di frequenti sciami bradisismici, la rocca viene abbandonata per sempre. Vent’anni dopo si decide di rimettere a nuovo la rocca. Oggi al di sotto del Rione Terra c’è un intero percorso archeologico perfettamente conservato tanto da poter considerare questa rocca un museo a cielo aperto della storia puteolana dal 500 a.C. fino ai nostri giorni. Questo percorso archeologico sotterraneo è stato inaugurato il 22 giugno 2002 e costituisce parte degli interventi del Piano integrato territoriale (PIT) avviato nel marzo del 2001 per l’area flegrea. A novembre 2011 tutti gli operai delle aziende che lavorano sul Rione Terra erano stati messi in cassa integrazione, per mancati fondi. “Dal 1 settembre 2012 i lavori di recupero della rocca sono ripresi grazie all’erogazione di nuovi finanziamenti, che hanno permesso anche l’avvio di nuovi scavi archeologici” questa la bella notizia dataci dalla dottoressa Lucia Proietti, collaboratrice della Sovrintendenza, e dall’ingegner Giuseppe Giannini, direttore tecnico della Fipa. Al contrario il percorso archeologico, di competenza della regione Campania, non è ancora fruibile. Ad oggi purtroppo non è ancora possibile visitare questo meraviglioso sito.

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Villaggio preistorico di Nola.
Il Villaggio Preistorico di Nola, la cosiddetta Pompei della Preistoria, è uno straordinario sito archeologico dell’Età del Bronzo Antico, seppellito dall’eruzione del Vesuvio detta delle Pomici di Avellino (1860-1680 a.C.). L’eccezionalità, unica al mondo, del ritrovamento di Nola è dovuta al fatto che le capanne, sepolte dall’eruzione vulcanica, si sono conservate attraverso il loro calco nel fango e nella cenere che le ha inglobate, sigillando anche tutte le suppellettili che si trovavano nelle stesse al momento del disastroso evento. Per la prima volta è stato così possibile comprendere la forma che avevano queste costruzioni, l’orditura dei tetti e la carpenteria e quale organizzazione avessero dato gli abitanti agli spazi delle abitazioni, nello svolgimento delle attività di ogni giorno. E’ una straordinaria fotografia di una laboriosa comunità preistorica cancellata dalla forza distruttrice del Vesuvio. Il 3 gennaio 2011 “è stata scritta un’altra pagina nera nella storia della tutela dei Beni Culturali del nostro territorio” queste le parole di Michele Napolitano, presidente dell’associazione Meridies. Il villaggio è stato infatti seppellito da una frana che ha provocato lo spostamento delle tettoie di copertura delle capanne e probabilmente lo schiacciamento di una capanna (la 4). Poco tempo prima il sito era stato invaso dall’acqua per un innalzamento della falda acquifera. “Abbiamo perso probabilmente in modo definitivo la Pompei della Preistoria”. Il sito oggi è chiuso.
E’ un video girato di recente:
http://www.youtube.com/watch?v=SIhXiPpC7G8&noredirect=1

“La mancanza di fondi è un alibi” secondo Mario De Cunzo, ex Soprintendente ai Beni Ambientali, Storici e Paesaggistici di Napoli, “il problema è la mancanza di coraggio da parte sovrintendenti. Bisognerebbe valutare e controllare le loro capacità dal momento che sono autorità molto forti. Hanno un potere enorme ma devono anche essere in grado di gestirlo. Il problema è che purtroppo spesso non ne sono capaci. Questo potere glielo conferma continuamente la legislazione italiana. La corte costituzionale, ad esempio, ha confermato negli anni 90 che la tutela del patrimonio archeologico e paesaggistico è un bene primario rispetto a qualsiasi altro interesse privato e pubblico. Questo ha dato loro un potere immenso. Quindi dobbiamo pretendere dai sovrintendenti autorità, coraggio e autorevolezza. Ma è altresì fondamentale l’opinione pubblica, è necessario che la sua spinta sia incisiva. E per essere incisiva deve essere supportata dai mass media. Solo così possiamo sperare di cambiare e migliorare la situazione archeologica nel nostro paese. Bisogna parlarne”. E noi abbiamo deciso di farlo.

Elenco dei siti campani ad oggi non visitabili:
Provincia di Avellino
Area archeologica di Aequum Tuticum

Ariano Irpino (Av)
area aperta/I secolo d.C.- età tardo antica
scavi anni 1990
l’area non sorvegliata è visitabile solo su richiesta telefonando al Museo Archeologico di Ariano Irpino; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta

Abitato neolitico in località La Starza

Ariano Irpino (Av)
Area aperta/V millennio a.C.
Scavi 1957-1962 scuola Britannica di Roma – anni ’80 e ‘90
L’area non sorvegliata è visitabile solo su richiesta telefonando al Museo Archeologico di Ariano Irpino; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta

Area archeologica produttiva in località Ortolano
Altavilla Irpina (Av)
Area aperta/III-IV d.C.
L’area non sorvegliata è attualmente chiusa; mancanza di personale Soprintendenza e zona in condizioni di degrado
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Parco archeologico urbano di Conza della Campania
Conza della Campania (Av)
Area aperta/IV-III secolo a.C.- età tardo antica
scavi 1978-1980 e sistemazione post terremoto 1980 (seconda metà anni ’80)
L’area non sorvegliata è visitabile accompagnati dagli operatori dell’Associazione “Anima Compsae” (previa prenotazione); mancanza di personale Soprintendenza.
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Parco archeologico dell’antica Abellinum
Atripalda (Av)
Area aperta/II secolo a.C.- VI d.C.
Scavi anni 1990
Sito temporaneamente chiuso; mancanza di personale Soprintendenza (?)
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Basilica paleocristiana e necropoli monumentale
Atripalda (Av)
Area ipogea/primi decenni IV d.C.
Scavi anni 1980
Sito chiuso e non visitabile; mancanza di personale Soprintendenza, mancanza norme di sicurezza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Area sacra di Casalbore (Macchia Porcara)
Casalbore (Av)
Area aperta/III secolo a.C. (tempio sannitico)
Area non sorvegliata; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Area archeologica di Floccaglia di Flumeri
Flumeri (Av)
Area aperta/II secolo a.C.- I a.C.
Scavi anni 1986 a seguito di lavori effettuati per un metanodotto
Area non sorvegliata; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Villa romana di San Giovanni in Palco
Lauro (Av)
area aperta/età tardo repubblicana – V d.C.
scavi 1981-1985
L’area, non sorvegliata, è visitabile solo su prenotazione; mancanza di personale Soprintendenza.
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Villa rustica romana in località Pioppi
Pratola Serra (Av)
Area aperta/II-VI d.C.
Scavi 1980-1981 post terremoto
L’area, non sorvegliata, è visitabile rivolgendosi agli Uffici della Soprintendenza; mancanza di personale Soprintendenza.
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Villa rustica romana in località Cisterne
Villamaina (Av)
Area aperta/età repubblicana
Scavi primi anni 1980
L’area non è visitabile; mancanza di personale Soprintendenza.
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Area archeologica dell’anfiteatro e dei monumenti funerari
Avella (Av)
Area aperta/I a.C.-IV d.C. (anfiteatro) III-II a.C. (monumenti funerari)
Area non sorvegliata: visita su richiesta al locale Ufficio della Soprintendenza; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Area archeologica del santuario sannitico-romano della Mefite
Rocca San Felice (Av)
Area aperta/I a.C. – IV d.C.
Inizi anni 1970
Area non sorvegliata: visita su richiesta al Comune di Rocca San felice; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Catacombe paleocristiane della Basilica dell’Annunziata
Prata di Principato ultra (Av)
Area ipogea/V-VI d.C.
Restauro anni 1950
Area chiusa visita su richiesta al personale della Basilica o della Soprintendeza; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta

Provincia di Salerno
Museo Narrante del santuario di Hera Argiva (V secolo a.C.)

Capaccio – Località Foce Sele (Sa)
Museo
Inaugurato nel 2001
Stanziati 80.000,00 €
Il museo è attualmente chiuso causa operazioni di restauro rese necessarie per l’esondazione del vicino fiume Sele avvenuta nel 2010. Riapertura prevista per il 2012 (?)
Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Area archeologica di Moio della Civitella
Moio della Civitella (Sa)
Area aperta/IV secolo a.C.
Scavi tenuti il 1966 e gli anni 1980
Restauro dell’antica cinta muraria con intervento dell’Obiettivo 1 1995/1999
Area non sorvegliata: visita libera; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Area archeologica del teatro ellenistico dell’antica Nuceria
Nocera Superiore (Sa)
Area aperta/II a.C.-IV d.C.
Area non sorvegliata: visita su richiesta al locale Ufficio della Soprintendenza; mancanza di personale.
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Villa romana in località Sava, Convento di sant’Agnese
Baronissi (Sa)
Area aperta/età repubblicana-V d.C.
1961
Per la visita rivolgersi al Convento
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Villa romana in località Paterno
Eboli (Sa)
Area aperta/II-IV secolo d.C.
Area in proprietà privata; visitabile solo su richiesta locale Ufficio Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Villa romana in località Polvica
Tramonti (Sa)
Area aperta/età ellenistica-epoca medievale
1880
Visitabile solo su richiesta locale Ufficio Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Villa romana sotto la Badia di Santa Maria a Pattano
Pattano (Sa)
Area aperta/I-VII secolo d.C.
Visitabile negli orari di apertura della Badia
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Parco archeologico di Roccagloriosa
Roccagloriosa (Sa)
Area aperta/IV-III a.C.
Area non sorvegliata: visita su richiesta al Comune; mancanza di personale Soprintendenza
Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Complesso archeologico chiesa SS. cosma e Damiano
Eboli (Sa)
Area aperta/IV-II a.C.
Area in proprietà privata non sorvegliata; visita su richiesta all’Associazione Rinascita Culturale Ebolitana
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Area archeologica di Roscigno (Parco archeologico di Monte Pruno)
Roscigno (Sa)
Area aperta/VI-II a.C.
Ricognizioni 1928, 1938 – scavo 1994
Area non sorvegliata; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta

Provincia di Caserta
Area archeologica di Cales

Calvi Risorta (Ce)
Area aperta/IV a.C.- II d.C.
Scavi per la realizzazione Autostrada del Sole inizi anni 1960 – scavi del teatro 1999-2000 e 2002-2003
Fondi Comunità Europea (1999) e Finanziamento Fondi Lotto (2001/2003)
L’area del teatro, non sorvegliata, è visitabile solo su richiesta prendendo contatti con l’Ufficio Archeologico locale il resto dell’area archeologica è aperta ma non sorvegliata; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Criptoportico di Allifae
Alife (Ce)
Area sotterranea/I a.C.
Ripulito anni
Area chiusa visitabile solo previo contatto con l’Ufficio Archeologico di zona; mancanza di personale
Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Cisterna romana
Caiazzo (Ce)
Ambiente ipogeo/II d.C.
Ripulito anni 1990
Area visitabile solo previo contatto con il Comune di Caiazzo; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Villa romana in località Baia Felice (Torre di San Limato)
Cellole (Ce)
Area aperta/I-II d.C.
Area in proprietà privata; visitabile solo su richiesta locale Ufficio Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Villa romana La Starza
Mondragone (Ce)
Area aperta/II-I a.C.
Area in proprietà privata; visitabile solo su richiesta locale Ufficio Soprintendenza
Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Villa romana di San Rocco
Francolise (Ce)
Area aperta/II a.C.-II d.C.
Scavo 1962-1964
Area visitabile solo su richiesta locale Ufficio Soprintendenza; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Villa romana di Posto
Francolise (Ce)
Area aperta/II a.C.-V d.C.
Scavo 1962-1964
Non visitabile; mancanza di personale Soprintendenza, mancanza norme di sicurezza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Abitato romano di Sinuessa località sant’Eufemia
Mondragone (Ce)
Area aperta/III a.C.-II d.C.
Scavi anni 1990
Area non visitabile; mancanza di personale Soprintendenza, mancanza norme di sicurezza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
Domus romana cd. Bottega del Tintore
Santa Maria Capua Vetere (Ce)
Ambienti ipogei/I a.C.
Scavo 1995
Area in proprietà privata; visitabile solo su richiesta locale Ufficio Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta

Provincia di Napoli
Area archeologica di Carminiello ai Mannesi

Napoli (Na)
Area aperta/V a.C. – alto medioevo
Scavi 1983-1984
L’area è visitabile solo su richiesta prendendo contatti con l’Ufficio Archeologico locale; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
Teatro romano di Acerra
Acerra (Na)
Area ipogea/II a.C. – I d.C.
Scavi 1982
L’area è visitabile solo su richiesta prendendo contatti con l’Ufficio Archeologico locale; mancanza di personale Soprintendenza
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
Area archeologica Suessula
Acerra (Na)
Area aperta/II a.C. – VI d.C.
Scavi 1878 – scavi 1999-2002
La Regione ha da poco finanziato l’istituzione del Parco urbano di Suessula
L’area è visitabile solo su richiesta prendendo contatti con l’Ufficio Archeologico locale; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
Parco archeologico via Puteolis-Neapolim
Pozzuoli (Na)
Area aperta/I-IV d.C.
Non visitabile; mancanza di personale Soprintendenza, mancanza norme di sicurezza.
Autorità deputata: Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
Parco Archeologico di Liternum
Giugliano in Campania (Na)
Area aperta/II a.C. – V d.C.
Scavi 1932 e scavi recenti (2008-2010)
POR Campania 2000/2006
L’area è visitabile solo su richiesta prendendo contatti con la Pro Loco Litorale Domitio; mancanza di personale Soprintendenza
Autorità deputata: Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
Parco Archeologico del rione Terra
Pozzuoli (Na)
Area sotterranea/prima età imperiale
Scavi 1993 al 2009
Fondi Comunità Europa e Regionali
Area attualmente chiusa; mancanza di personale Soprintendenza.
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
Antro della Sibilla
Cuma (Na)
Ambiente chiuso/IV-III a.C.- epoca paleocristiana
Scavi 1932
Area parzialmente chiusa; pericolo di crollo, mancanza norme di sicurezza
Autorità deputata: Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei

Provincia di Benevento
Area archeologica di Telesia

San Salvatore Telesino (Bn)
Area aperta/III a.C.-II d.C.
Area non sorvegliata. Mancanza di personale
Autorità deputata: Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta.

(3. Continua)

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