Il legno ha un fascino particolare: colori, venature si mescolano con resistenza, leggerezza e flessibilità. La possibilità di lavorarlo per portarlo ad assumere forme a volte incredibili grazie alla sua malleabilità, ne fanno un compagno di viaggio ideale per il mondo dell’automobile.

Addirittura esistono auto che ancora oggi, nell’epoca delle fibre composite, hanno come base per la loro costruzione il compensato marino, come le barche.
Negli abitacoli i cruscotti delle auto di pregio sono da sempre rivestiti di radica o di legni pregiati. Quelli delle vetture più economiche scimmiottano, in alcuni casi, accontentandosi di plastica stampata simil-legno, ma non rinunciano al calore e all’eleganza di questo materiale ricercatissimo.

Se poi il legno ha vissuto immerso nell’acqua e nella sabbia dei fondali per anni, quelli nobili e storici di Venezia, allora il discorso assume anche una valenza che va al di là delle caratteristiche proprie del materiale. Entriamo nella poesia, nei panorami unici della Laguna di Venezia e di quelle palificazioni che delimitano le “corsie” di passaggio nell’acqua per le imbarcazioni e che ne consentono anche un sicuro attracco. “Briccole”, questo il loro nome. Ogni anno se ne sostituiscono a migliaia e tutto questo legno stagionato, vissuto nell’acqua e nella sabbia, carico di segni del tempo, viene riutilizzato anche per la realizzazione di mobili.

foto_2Cosa c’entra in una rubrica di motori come la nostra un discorso sulle “briccole”?
Semplicissimo. Succede che girando per il Salone del Mobile di Milano di quest’anno, all’angolo dello stand della Riva 1920, azienda che da sempre produce mobili di elevato valore materico ed estetico cui si abbina una ricerca maniacale di essenze pregiate e di legno da riutilizzare e rifinire a mano, ti imbatti in un mobile che non ti aspetti: l’”auto-mobile”.
Le linee della Cambiano, ultimo studio di stile della Pininfarina, plasmate in legno massello di rovere stagionato in acqua di laguna veneta!

Mi sono fermato ad ammirare l’inconsueto matrimonio di design automobilistico e legno, sorpreso e compiaciuto dell’abbinamento. Poi, ho scoperto che le persone si fermavano a guardarla e la toccavano, la accarezzavano. Irresistibilmente scorrono la fiancata, il tetto, il cofano di questo gioiello in legno e ne ricavano un piacere tattile, al di là della curiosità, della sorpresa. Trasformando il pensiero in piacere della materia, si fermano sui segni che il tempo ha lasciato sul legno delle “briccole” e che incredibilmente si accordano alla perfezione con le linee pure, tese e nel contempo morbide della Cambiano di Pininfarina realizzata interamente in rovere da riuso.
L’atelier torinese famoso nel mondo per le splendide auto create nel corso della sua lunga storia, ha presentato quest’anno al Salone dell’Auto di Ginevra questo prototipo di vettura sportiva di grandi dimensioni e che prefigura, con buona probabilità, il design verso il quale migrerà la futura produzione di un noto marchio di vetture sportive italiano.

foto_3Ebbene, all’interno della Cambiano, il pavimento e la parte bassa delle tre porte con cui è attrezzato il prototipo sono realizzati proprio in legno di rovere da riuso, quello delle “briccole” di Venezia, concepito con la Riva 1920 e realizzato dall’azienda brianzola, partner da anni dell’atelier torinese.
Da qui l’idea di utilizzare lo stesso processo a controllo numerico con cui sono stati realizzati i manichini di studio per la definizione del prototipo definitivo della Cambiano, per realizzarne una tutta in legno.
Il risultato è incredibile, tutta l’eleganza insita nei progetti Pininfarina si fonde in modo assolutamente naturale con la ricchezza espressiva e naturale del legno. La sua tattilità insieme al suo essere diverso da sé in ogni millimetro quadrato della sua superficie, riempie il vuoto lasciato dal suo essere un monolite, dalla mancanza dei volumi interni visibili attraverso la trasparenza dei vetri.
Una gran bella idea, che arricchisce ancora di significati un prototipo pieno di novità e che si inserisce perfettamente nella storia della Pininfarina.

Il nome, a seconda di dove poniamo l’accento, può essere letto come un omaggio al paese della cintura torinese che ospita da trent’anni i reparti ricerca e sviluppo dell’azienda torinese, oppure come il segnale di un cambiamento epocale, in questo caso rappresentato dall’offerta di una propulsione elettrica ad autonomia allargata su di una vettura sportiva di questa importanza.

Cambiano_InternilegnoOra la Cambiano in legno è esposta al Museo del legno a Cantù, in Brianza, mentre il prototipo della Pininfarina fa bella mostra di sé in giro per i saloni dedicati alle quattro ruote di tutto il mondo venendo premiata, fotografata, ripresa, apprezzata, perché rappresenta l’essenza dello stile italiano nel design automobilistico.
L’essenza per l’appunto, come il rovere delle “briccole” di Venezia con cui è realizzata la Cambiano di Riva 1920: l’essenza dell’automobile.

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