greco

CAGLIARI. In una villa nel cagliaritano sono stati sequestrati 1000 reperti archeologici per un valore complessivo di circa 18 milioni di euro, in seguito a un’indagine condotta dai carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Sassari, in collaborazione con il nucleo investigativo del comando provinciale di Cagliari. Si tratta del più ingente sequestro realizzato dal 2001, anno di costituzione del nucleo specializzato. I manufatti ”sono capolavori che fanno parte della consistenza storica grecogreco 1in ambito sardo”, spiega Marco Minoja,  Soprintendente per i beni archeologici delle province di Cagliari e Oristano “sono rappresentativi di epoche diverse, dall’età nuragica a quella romana” e testimoniano importanti contatti con il mondo orientale, fenicio e greco. “Sono presenti anche oggetti che provengono da necropoli romane e da contesti sacri” ed esemplari di età medievale. L’eccezionalità del recupero è data dalla pregiata fattura dei manufatti e dallo loro eterogeneità: olle, oinochoai, anfore, piatti, lucerne, teste e busti in marmo, statuine fittili, frammenti di statue, collane, monete. E pensare che l’indagine è partita proprio da una denuncia presentata lo scorso ottobre dai proprietari della villa, vittime di un furto. Durante il sopralluogo, i carabinieri hanno individuato un caveau in cui erano custoditi i numerosi reperti archeologici. Il materiale è stato subito fotografato e le foto inviate al nucleo TPC di Sassari per accertarne originalità e legittimità del possesso. È risultato che fu la Soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari ad autorizzare, negli anni Sessanta, l’allora proprietario della villa a mantenere la collezione. Alla morte del legittimo proprietario, il materiale è  passato al figlio e successivamente ai suoi eredi senza che nessuno abbia mai comunicato all’autorità competente, entro i tempi previsti, il trasferimento di detenzione. I carabinieri hanno altresì scoperto che rispetto all’elenco originario dei pezzi, attualmente ne mancano alcuni e ne sono presenti di nuovi. Il timore, e sospetto, è che i reperti mancanti siano stati illecitamente venduti. I proprietari della villa sono stati denunciati per violazioni in materia di alienazione, i manufatti archeologici sequestrati e consegnati alla Soprintendenza che ora, entro due mesi, dovrà stilarne un nuovo e dettagliato elenco descrittivo.

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