Ciao Silvio
non ti dimenticheremo mai, come le Fosse Ardeatine, la strage di Marzabotto, l’olocausto degli Ebrei e tanti altri eventi… strano, quelli che restano impressi nella memoria sono prevalentemente raccapriccianti e tragici, come mai? Sono, forse, di più? Comunque lì c’era da piangere e basta.
Qui invece lo dico con un pizzico di nostalgia, perché c’è anche un po’ da ridere, come dimostra (lo spero per la sua teatralità virtuale) il seguente colloquio di fine anno, semiserio, surreale, assolutamente inventato tra personaggi a cavallo tra Due Repubbliche, voi intendete quali, a buon intenditor poche parole. Ogni riferimento a persone o fatti reali è assolutamente… rimesso all’interpretazione del lettore:
SI ALZA IL SIPARIO:
– Al vostro buon cuore! Al vostro buon cuore! – Lele, Emilio e Tarantini quasi in coro.
– Ma che buon cuore! – Silvio – Quasi un milione a testa mi siete costati, porca di una vacca! Altro che cribbio! E l’ultima fornitura non era neanche un gran che. Neanche una teen ager diamine!
– Scarseggiano.. scarseggiano… – il Trio sempre quasi in coro.
– Ma che scarseggiano! Pullulano… pullulano… direi, soprattutto di questi tempi che scarseggia il grano! Siete voi degli incapaci! E acqua in bocca eh! Neanche ci penso che possiate aprirle quelle boccacce infami. Viceversa le milionate in rotoli sapete dove ve le ficco?
– Ma per carità! Per carità!
– Già… già… andate… andate… e tu Fabrizio stagli appresso…sorvegliali! Che questi pelandri si fregano a vicenda, tanto per cambiare!
– Eh… ma come faccio… – Cicchitto con un filo di voce.
– Ah già… scusami! Ero abituato che ti muovevi con me sul groppone, ma ora scendo; e puoi anche alzarti e seguirli su due… insomma sui due arti inferiori, non sei mica un Ronzinante, in fondo.
– Già Maestà… ma neanche lei è un Don Chisciotte… magari un Sancho Panza…
Allora saresti tu il somaro… ma in tal caso, chi sarebbe, poi Don Chisciotte della Mancha?
Sono io il Don Chisciotte! – E’ Vespa che parla – Forse che l’hidalgo della Mancha sparava minchiate più di me?
– No! No! Più tu! Più tu! – Tutti i presenti in coro. Poi Silvio, continuando, da solo – Ma l’ultimo libro sparacazzate, quello che ho presentato mentre tu mi tenevi bordone, durante le sparate mie, facendo ingelosire di brutto Scilipoti che si è, addirittura listato a lutto (per questo si è messo la fascia nera, non certo per il Governo; del quale non frega una minghia a me, figurati a lui) sei, poi, sicuro che sia stato capito dalla vulgata? L’amour… l’amour… non è che magari ti hanno preso sul serio, compromettendo così, non poco, il tuo target?
– Beh… se è per questo… magari hanno preso sul serio anche lei Eccellenza! – Ghigno satanico.
– Ah! Me… mi prendono sempre sul serio. – Silvio annoiato. – E’ una barba infinita. Non faccio altro che proclamare ad alta voce “popolo bue!” Beh siamo a Natale… dopo l’asinello ci sta bene pure il bue, “ti sto prendendo per il culo” per divertirmi un po’ e loro mi pendono dalle labbra. Rubycina è nipotina… Rubycina è nipotina… Mills è una colomba! Mills è una colomba. Minetti è Mistinguett… Minetti è Mistinguett. Mi pendono dalle labbra, per non dire altro. Non ne posso più… sono davvero stufo. Non c’è sfizio… Ecco! Ma tu ora sparale grosse in TV eh! Le spari proprio grosse? Allora sì che mi diverto. Sennò sbatto pure te a La7 eh! O magari fai la fin di Minzolin!
– Ahhh… baggianate! Baggianate! Certo che le sparo grosse!
– Grazie…
– Baggianate proprio! Piuttosto, a proposito di “colombe” e ci metto pure i Palombelli… altro che Natale, a momenti, passa pure l’Epifania e siamo quasi a Pasqua ormai!
– Eh…Pasqua! Allora è il momento vostro questo! – Si guarda in giro, col suo sorriso obliquo, si rivolge altrove.
– “Vostro” di chi?
– Di chi? Ma di chi deve stare ai due lati di Nostro Signore sulla Croce! – Ora guarda verso un punto preciso – Tu brevilineo, un po’ miope, ma di gran naso, Marcello… tu corpulento, piuttosto attizzato, borbottante Nicoli Cristiani… sarai mica un “Don” con quel nome? Che ne so, tipo un certo Provenzano?
– Altro che Cristiani… Giuda per il pio Roberto… – interviene sbucato fuori chi sa da quale raggio, Penati il saggio (che fa pure rima, a parte che con “raggio”, con un altro personaggio… chi? Cristiani? Giuda? Questo è un personaggio in cerca d’autore).
– Un momento, un momento… non confondiamo… – precisa da un altro angolo, il pignolo on. avv. prof. (come molti altri di un complesso: “la band del Caimano”) Ghedini, colto di sorpresa mentre un segretario, l’Angelino delegato, gli paga, per conto del suo dominus, coram populo (tutto dichiarato), una parcellona tosta, ma veramente tosta! – Giuda non c’entra un piffero… quello non poteva non sapere. Giuda, semmai è quella Grossi moglie corrotta di uno dei dirigenti corrotti, a parte Simoni, l’unico italiano onesto, a quanto pare… parliamo di Finmeccanica ed Enav…
– No! No! – Lo interrompe Angelino (ma non si riferisce alla statistica degli italiani onesti). – Quella è la moglie di Maroni, assunta per la sua preparazione, solerzia e bravura, tutto regolare in graduatoria, alla Finmeccanica!
– Ma va là! Confondi tu, caro il mio fratello di Alessandro, nonché autore dell’ultimo best-seller! Se parliamo di fratelli è un conto, ma qui parliamo di mogli, allora quale moglie più moglie della già Presidentessa del Consiglio Regionale Campano? – Sentenzia ancora Ghedini, allungando il collo fin quasi ad agguantare il teschio partito per la tangente (non “vera” tangente… beh lasciamo perdere), mentre Silvio biascica amaro “con quello che mi costano ‘sti mangiapane a tradimento, non fanno che cazzeggiare e si mettono pure di traverso! Orcodd…!”
– Vergogna! – Urla un Cristiano (questo è uno che si chiama proprio Cristiano, pure corpulento ma con la finale in “o”. L’altro era in “i”). – Ladroni siete! Alla destra e alla sinistra di Nostro Signore! Là dovete stare… mentre lui invoca “Tarcisio! Tarcisio perché mi hai abbandonato!” Ma uno solo andrà in Paradiso e… io un’idea già ce l’ho! – Mentre tutti si chiedono chi intenda quale candidato al Paradiso, e Silvio se magari, fosse, per caso, lui il menzionato “Nostro Signore”? Brutto segno, si morde le labbra… da dietro le quinte viene fuori un altro.
– Ragassi… ragassi… – questo è Bersani, rianimatosi dal letargo alle urla di un Di Pietro; non importa quale dei due a lui fa questo effetto – … stiamo mica facendo le pulci a Dylan Dog qui! Stiamo mica dando Topo Gigio in pasto al Gatto con gli stivali! Altro che due ladroni. A quanto pare, i ladroni sono almeno 40 se non di più. Ragassi!
– Ah… sciocco! Sciocco! Questa è un’altra storia. – Non poteva mancare Nichi – Non c’entra niente la crocefissione (tra parentesi, da credente, sia ben chiaro, dico no al Crocefisso nei pubblici uffici! Perché non la sedia elettrica allora? Perché non la camera a gas?). Questa è un’altra storia! E’ la storia di Alì Baba e i 40 ladroni, che contrariamente a quanto comunemente si crede non è nelle Mille e una Notte… e ora mi pare inconfutabile!
– Sono radicalmente contrario… – “radicalmente”? E’ di certo Marco Giacinto, che, non-violentemente, libertariamente, umilmente ed educatamente, non interrompe quasi mai; qualche volta sì, però. – Altro che Alì Baba e le Mille e una Notte! Nella versione italiana i ladroni sono almeno 4 mila… ma che dico? Amnistia! Questo dico. Amnistia per tutti! Altrimenti farò uno sciopero della fame e della sete da non credere…
– E chi ci crede? Molti di più… molti di più… 40mila…. 400mila… molti di più… molti di più… 4 milioni… 40 milioni! – Nascosti nell’ombra, ora vengono fuori i familiari.
– Eh no! La Mad… scusate! – E’ di nuovo Silvio, mentre un Angelo tutore spirituale lo guarda torvo, ma accomodante. – 40 milioni! Perché non tutto il popolo italiano allora? Compresi bambini e neonati. Ma che andate dicendo? – Si rivolge proprio ai familiari – Vi diseredo tutti eh! Non c’è più comprensione! Non c’è più fedeltà! Solo tu… amico mio, Fedele di nome e di fatto!
– Sì Maestro! – Ed ecco si avanza da una porticina che dà su un orto di ulivi, proprio lui, il fido amico Fedele e lo bacia tre volte sulle guance, prima che a farlo sia un altro sbucato fuori dal nulla, un tale Gianni compassato e taciturno, con 30 denari in una scarsella, e una piantina del Quirinale appesa al collo. Gli ruba la scena; ma si è ormai radunata una discreta folla intorno ai colloquianti, Silvio sempre al centro, con contorno di Olgettine, faccendieri, puttanieri, Papi, Milanesi e “felices fiestas” (questo è un biglietto di auguri di Lavitola. Beh il pensiero almeno l’ha avuto, però.), Carfagne, Gelmini, neutrini, Casini, Scapagnini, Rutelli (ma solo perché fa rima con Palombelli) e altri attaché. Ci sono, quindi, un secondo e un terzo anello più defilato, dove spicca un nutrito gruppo, anche se abbastanza disomogeneo, di giornalisti televisivi e della carta stampata (si nota Travaglio, si nota Santoro, persino Beha si nota) capitanato dal prode Enrico:
– Ci hai massacrato di brutto… – declama quest’ultimo, mentre gli altri intonano “Va’ pensiero… “ – ma ci hai pure fatto divertire. Ci hai fatto piangere… – “Va’ pensiero… “ – e ci hai fatto ridere… ci hai fatto scrivere e trasmettere tanto… – “Va’ pensiero… “ – e chi più chi meno… guadagnare soldini… tanti soldini… – “Va’ pensiero… “ – ora riposati pure, serenamente…
– Ma che “riposa sereno”! – E’ decisamente Lui, incazzato nero che fa i pur censurabili, ma debiti scongiuri – che “va’ pensiero”! Cosa credete, di prendermi in giro? Prendermi a pesci in faccia? Guardate che vi prendo io a escort selvagge in faccia, eh! Sono pur sempre il vostro Cavaliere a cavallo, non fatevi illusioni! B.B. aiutatemi voi! No! Non Brigitte Bardot! Tanto di cappello, ma ormai è definitivamente out out quella! Intendo Bagnasco e Bertone! Angelo… Tarcisio… amici mistici! Chi vi ha aggiustato i palazzi, gli alberghi, le locande, le garçonnière, i convitti, i conventi, la Propaganda Fide e compagnia cantante (opere sacre, ovviamente; la Compagnia delle Opere) coi soldi dei contribuenti bauscia?
– Tu! Tu! – In coro.
– Chi vi ha sempre scansato tasse, ICI, chiuso tutti e due gli occhi sui vizietti clericali e preferito l’insegnamento della Religione (che addormenta pure) a quello delle scienze (che rompono le uova nel paniere, aprono pericolosamente la mente e conducono dritti dritti all’Inferno)?
– Tu! Tu! – In coro.
– Confermo. – Dichiara lemme e flemmatico un tale Mario Monti, detto Supermario, per alcuni effetti speciali, punta di diamante della compagine governativa che l’accompagna, tutti sbucati fuori da un cilindro messo in primo piano, sotto la luce di un riflettore a caleidoscopio, gioiello, appunto, degli effetti speciali, da un uomo in frac sotto le stelle, una specie di James Bond, uno 007 napoletano (beh non proprio aitante come quello vero). E’ forse lui quello delle illusioni? – Confermo! La Chiesa cattolica non si tocca.
– E voi! – Insiste Silvio, autoproclamatosi a sua volta Supersilvio, apostrofando un branco di trote, pesci fuor d’acqua, acquattati in torrenti valligiani, ma vivi e vitali, si vede dagli occhi (chi se ne intende lo sa), con a capo uno sgusciante pescione sfuggito a mille ami, e per questo chiamato il Senatur – Chi vi ha dato gli sghei per tramutare le pinne in piedi e mani e imparare a camminare sulla terraferma? E imparare a parlare? Si era mai visto prima un pesce che parla? A nuotare persino! Io una trota che non sa nuotare non l’avevo mai vista prima!
– Sì! Sì! – Tutti cercano di intonare in sordina un coro verdiano, ma, in un battibaleno, non esce più fiato dalle loro bocche, che si aprono e si chiudono afone, anche la pelle comincia a squamarsi; allora calano la testa e si tuffano in uno stagno di polenta, da cui schizzano saltellanti osei, ma quelli li becca tutti una insaziabile pasionaria, mentre Supermario dichiara “io con quei miei concittadini un po’ su di giri, quasi quasi preferisco non averci a che fare!” (a volte è un po’ ermetico, ma è il suo stile).
– E voi! – Irrefrenabile Silvio – Carini, aggiustatini, firmatini, simpaticini! Non ve l’ha insegnato la tata che cane non morde cane? Badate che se non la smettete di fare gli indignados e i Che Guevara del proletariato (diciamo gli str… non aggiungo altro per la mia innata eleganza), vi mollo tutti e me ne vado negli USA con Sergio dal pullover a girocollo, che mi accoglierebbe a braccia aperte! – Ma a chi si rivolge?
– Confermo! Confermo! – D’improvviso interviene Supermario – Le lobbies e le Caste non si toccano!
– Ma noi vogliamo contare! – Ah eccoli! Arrivano a bordo di Ferrari, elicotteri, superyachts. Sono Emma, Luca, Diego ed altri casuals, straccetti e capelli al vento!
– E contate cribbio! – E’ sempre lui, ma stavolta ha ragione da vendere. – Contate i vostri capitali, i vostri patrimoni al sicuro; che altro volete contare? – Imbarazzo, panico, facce scure, quando ecco arriva Giorgio, il gran vecchio, il grande pacificatore.
– Eccolo là! ‘Sto matusa eternamente sgambettante al ritmo dell’inno di Mameli! – Silvio sempre più imbufalito. C’è chi sbircia il suo schiumare dalle labbra e buttare fumo dal naso. Non è da lui, sempre sorridente e compassato in questi casi. – Ve la intendete tu e quella culona di M… eh? Boccaccia mia… tramate alle mie spalle! Eh?
– Ehi! Ehi! Modera i termini! – Compassato come sempre, al contrario, Giorgio – E’ vero Angelina mi ha telefonato. – Esordisce – Ma non per quello che tu pensi. E’ allarmata per un certo malumore che va ingigantendosi, tra gli ambientalisti e animalisti tedeschi, per la nostra “porcellum”. Pensano che noi vogliamo sgozzare il mite animaletto e sono anche presi da un brutto senso di castrazione perché non comprendono perché noi diciamo “la porcellum” e non “il porcellum” , come sarebbe più appropriato. Ma io l’ho subito rassicurata. E’ la nostra mascotte, le ho detto. Ecco perché diciamo “la” porcellum. E proprio perché è la nostra mascotte, non la sgozzeremo mai! Poi abbiamo parlato di cose nostre che a voi non interessano.
– Confermo! Confermo! – Questo è sempre Supermario.
– Su… – prosegue… Supergiorgio a questo punto! – Silvio… Silvio… – lo prende sottobraccio – rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando conflittualità splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieto e pensoso, il limitare degli interessi tuoi salivi? Ahi come passato sei! Questo è il mondo? Questa la sorte delle umane genti?
– Ma vaff…! Che vai cianciando! – Si svincola e si allontana – Sa di menagramo ‘sta roba! Tie’… tie’… tie’…
– Scusa, scusa… hai ragione. E’ che sono un po’ giù di morale, ecco!. Proprio oggi, l’ultimo dell’anno, va all’asta il mitico San Raphaelé e se ne è pure andato da questa valle di lacrime quel vecchio saggio lì, va be’ l’età c’era… ma pure io ho una certa età… e poi dopo quell’altro, il… suicidato! Ma da chi? Che strano però! Qui gatta ci cova! Mi dispiace. Mi stava simpatico quel pretacchione lì! Quello sì che era un “Don”, che Dio lo abbia in gloria. E poi, tra poco ci ho il discorsetto alla Nazione, qualcosa dovrò pur dire ai raccomandati che si annidano da quelle parti. Che dico? Che la loro sorte dipenderà da chi sarà l’acquirente?
– Glissa… glissa…
– Eh già! Glissa… la fai facile tu! Ma proprio tu, che t‘ha pure dichiarato “uomo della Provvidenza” non potevi fare niente?
– Corbezzoli! Porta sfiga pure questo! Vista la fine che ha fatto quell’altro… lì, della Provvidenza.
– Andiamo! Non fare il pesce in barile. Non puoi fare niente, ora? Compratelo tu’sto bubbone e ci ficchi dentro tutte le escort, i parenti, i lacchè o che so io… – stavolta è Silvio che prende sottobraccio Giorgio.
– Sssst… vuoi rovinarmi? Qua se qualcuno ti sente, magari ci fa il pensiero e vuole che io faccia qualcosa, ma non posso! Ascoltami… quella è una storia impossibile. Tutti a baciargli le mani… ehm… ora la bara…
– ‘O tauto…
– Eh sì… il tauto.. come dite voi… – si tocca – ah! Ma ce l’hai nel DNA ‘sta iettatura perdiana! Il fatto è che qui è come per le pensioni. Tutti si sbracciano e si sgolano, “benessere” di qua “serena vecchiaia” di là, ma sotto sotto ci hanno un pensiero… “se morissero tutti ‘sti vecchiacci succhiasangue… sai che business per la previdenza! Ma soprattutto per la Nazione!” Ecco, è così; e più o meno è la stessa storia qui, quindi… se mi permetti, faccio anch’io una citazione “stattene felice umana gente al quia che se tutto potevam sapere non c’era bisogno di far partorir la madre di Gasparri”.
– Beh… non è proprio così, ma insomma… ho capito l’antifona. Comunque piantiamola lì! Abbracciamoci tutti, in un girotondo felliniano con Fassino, Pisapia, Renzi, Tosi, de Magistris, Cacciari, Ignazio paratutto (occhio che questo pesta i piedi), Alba, Belen… niente video hard! – Burbero mentre il Cavaliere fa lo spiritoso. Tutti si prendono per mano e danzano mentre sale una musica, da un’improvvisata cabina di regia… Amarcord…
– Ah… mi ricordo quando ero un semplice chansonnier sulle navi da crociera, ed avevo molti più capelli… bei tempi quelli… – Silvio nostalgico canticchia sottovoce “J’ai deux amours… mon pays et Paris…”
– Danzate… danzate… – prosegue conciliante Supergiorgio – siate uniti voi tutti… Tronchetti e Afef, che so Bellucci e Cassel, Carla e Sarkò, Canalis (senza Gorge ahimé), e gli altri partecipanti a questa simpatica compagnia, compresa la nostra Befana. No! Non è Cicciolina! – Il Cavaliere insiste nel fare lo spiritoso. – La befana la facciamo noi a lei, altro che. Parlo della simpatica vecchina sulla scopa con la gerla, che tutte le feste si porta via e ci lascia con lo spread, l’articolo 18, le tasse e gli aumenti… lei che amiamo tanto; danziamo, danziamo tutti insieme – anche lui prende per mano Supermario e Supersilvio, unendosi al girotondo danzante – prendiamo respiro che un lungo inverno dobbiamo attraversare, e diciamo convinti: BUON 2012 A TUTTI!
– Amen! – E’ Supermario estremamente determinato, che non rinuncia a dire l’ultima parola.
E QUI CALA (momentaneamente come sempre) IL SIPARIO.