La BEI nasce nel 1957 contestualmente alla costituzione della Comunità Economica Europea, in seguito alla ratifica del Trattato di Roma. Il fine dell’istituto è il sostegno alle politiche trasversali dell’Unione Europea, attraverso il finanziamento a tassi agevolati di progetti di sviluppo transnazionali: si tratta del “braccio operativo” dell’Unione sul fronte degli investimenti pubblici. La Banca è un ente di diritto internazionale e gode di autonomia amministrativa, finanziaria e di controllo. Le funzioni principali svolte dalla BEI sono sostanzialmente due: da un eroga prestiti agli Stati membri nell’ambito di progetti co-finanziati dalle istituzioni comunitarie, dall’altro offre assistenza tecnica nella fase di implementazione, monitorando costantemente l’utilizzo dei fondi.

Gli ambiti operativi della BEI sono chiaramente espressi nella missione, in linea con gli obiettivi strategici fissati dalle istituzioni europee. In particolare, la BEI finanzia progetti concernenti:
– Supporto alle Piccole e medie Imprese;
Coesione Economica e Sociale, in maniera complementare ai fondi strutturali europei, soprattutto nelle regioni meno sviluppate (obiettivo “convergenza”);
Protezione dell’ambiente, con particolare riguardo allo sviluppo di comunità sostenibili;
Economia della conoscenza, attraverso la promozione di investimenti in educazione, ricerca e sviluppo;
Reti Trans-Europee (TENs), concernenti le grandi infrastrutture di trasporto (quali i corridoi ferroviari per l’alta velocità);
Produzione energetica sostenibile, competitiva e sicura.

La Banca è finanziata dai 27 Stati Membri dell’Unione, attraverso il versamento di quote proporzionali grosso modo al peso relativo in termini di PIL: ad oggi il capitale complessivo ammonta a circa 232 miliardi di euro. Su questa base la BEI emette obbligazioni sul mercato, alle quali è assegnato rating massimo (AAA), attraverso cui amplia il proprio capitale. L’istituto ha comunque una natura no-profit, per cui gli aumenti di capitale devono essere utilizzati per finanziare nuovi progetti, mentre gli interessi maturati sui prestiti contribuiscono alla copertura dei costi di gestione, compreso l’aggiustamento all’inflazione.
La BEI ha riscontrato negli anni una perdita d’importanza dovuta alla scarsità relativa dei finanziamenti ed alle difficoltà politiche nella scelta dei finanziamenti. A tal proposito, sono oggi sul tavolo diverse proposte per sfruttare l’istituto come veicolo per le nuove politiche di crescita economica: attraverso l’emissione di Project Bond (titoli finalizzati esclusivamente alla realizzazione di specifici progetti), la Banca dovrebbe gestire diversi investimenti trasversali, da decidersi comunque a livello centrale. L’operazione rappresenterebbe un primo esperimento di “rischio condiviso”, in quanto la copertura di tali titoli sarebbe garantita in modo congiunto da tutti gli Stati membri. (luigi borrelli)

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