“Un bicchiere d’Assenzio, non c’è niente di più poetico al mondo! Che differenza c’è tra un bicchiere di assenzio e un tramonto? Il primo stadio è quello del bevitore normale, il secondo quello in cui cominciate a vedere cose mostruose e crudeli ma, se perseverate, arriverete al terzo livello, quello in cui vedrete le cose che volete, cose strane e meravigliose”.

Così Oscar Wilde definiva l’ Assenzio (Artemisium Absinthium) o anche la “porta dell’inferno”, la “fatina verde” con riferimento al colore, di questa famosa bevanda. Venerato da artisti come Monet che gli dedicò un quadro, Van Gogh che pare si tagliò l’orecchio sotto il suo effetto, Verlaine che, nella stessa condizione, sparò a Rimbaud, Sheakespeare che lo invocava in un suo sonetto, e soprattutto Baudelaire che, in suo onore scrisse una famosa poesia, l’assenzio divenne una moda che spopolò nei bistrot parigini durante il periodo dei cosiddetti “poeti maledetti”.

L’orario tra le 17 e le 20 era chiamata, “l’ora verde”, quella in cui gli artistici frequentatori cercavano oblio e ispirazione tra i fumi della “magica” bevanda, con tutti gli eccessi del caso. Anche i soldati reduci dalla Campagna d’Algeria, si dice fossero tornati non solo vittoriosi dalla battaglia, ma anche immuni da malattie letali quali il tifo e  malaria, grazie all’assenzio. Ma il grande successo di questa bevanda alcolica e potentissima fu fermata nel 1915 quando il proibizionismo la mise definitivamente fuori legge dopo averne mostrato, le caratteristiche allucinatorie e di assuefazione. Che vi fosse lo zampino anche dei potenti distillatori di Cognac o meno, quel che è certo è che oggi, l’assenzio nella sua formula originale, è reperibile, e con difficoltà, solo in Portogallo e Spagna. Mentre quello commercializzato in Francia dalla Pernod, il Pernod45, contiene ben poco della composizione originaria ed è semplicemente un forte liquore digestivo.

L’olio essenziale in esso contenuto, ad alte dosi, è, in effetti, altamente tossico. Il nome deriva dal greco Absintthium = pianta senza diletto, con riferimento al sapore amarissimo e sgradevole. Ed è proprio questa caratteristica “amara” che, però, rende l’assenzio una pianta molto utile in fitoterapia. Agisce come stimolante dell’appetito e come ottimo antisettico in caso di infezioni uro-genitali. Molto utile in caso di meteorismo o difficoltà di digestione, l’assenzio stimola la secrezione biliare favorendo  l’eliminazione dei gas intestinali, proteggendo, allo stesso tempo, il fegato.

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