Secondo l’Associazione nazionale forense il decreto non aiuta i giovani avvocati.
“Decisamente eccessivo l’entusiasmo che molti esprimono nei confronti del nuovo DM parametri firmato ieri dal Ministro Orlando. Oltre ad averlo atteso per troppo tempo, mantiene quegli elementi fortemente negativi che colpiscono nella categoria i più deboli. Dunque è inopportuno parlare di vittoria, mentre si tratta semplicemente di un atto  dovuto e necessario”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Ester Perifano.

“E’ bene ribadire – continua Perifano –  che il Ministro Orlando, cui abbiamo augurato di svolgere al meglio il suo compito gravoso e che riteniamo all’altezza della sfida, non ha concesso nessun trattamento di favore: le modifiche al DM 140 erano un diritto dell’avvocatura, e mentre altre categorie professionali le hanno ottenute molti mesi fa, gli avvocati hanno dovuto pazientare ben due anni, attraversando il periodo difficile di congiuntura economica con questo aggravio dovuto alla carenza normativa. Tra l’altro, la responsabilità del ritardo non è attribuibile interamente al Ministero, ma è anche imputabile a scelte discutibili dei vertici dell’avvocatura stessa. Nel merito del provvedimento, tranne alcune positività, pure importanti,  quali la reintroduzione delle spese forfettarie e i piccoli aumenti per le cause di valore più alto, per il resto rimangono confermati elementi penalizzanti, come ad esempio le sanzioni collegate direttamente all’attività difensiva, che rischiano di limitare il diritto alla difesa e  il dimezzamento del compenso dei praticanti avvocati abilitati”.

“Quest’ ultima – spiega Perifano – è  una misura fortemente punitiva nei confronti dei giovani avvocati, perchè , pur essendo stata eliminata la possibilità di ridurre del 30% il compenso per i difensori che esercitano in regime di patrocinio a spese dello Stato, rimane fermo il disposto della legge di stabilità, approvata di recente, per effetto della quale i compensi per il patrocinio a spese dello Stato in materia penale  sono ridotti di un terzo”.

“L’avvocatura è rimasta sostanzialmente al punto di prima, e per giunta , come spesso accade nel Paese, si sono fatte scelte che non tengono nella giusta considerazione le generazioni più giovani: le previsioni più penalizzanti investono soprattutto quelle attività che, per la loro natura , vengono svolte dai giovani professionisti, e dunque  non si può certo dire che il primo atto del nuovo Ministro della Giustizia sia a favore dei giovani e consideri le loro difficoltà” – conclude Perifano.

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