Secoli di imprenditoria legata all’agricoltura e alla trasformazione di prodotti agricoli e all’artigianato di qualità spazzati via in poche ore. E’ ancora impossibile una stima definitiva dei danni causati dall’alluvione che ha colpito il beneventano. La Provincia di Benevento ha calcolato in poco più di 80 milioni di euro la somma necessaria che servirebbe soltanto per avviare i primi interventi post alluvione.

Intanto si moltiplicano le iniziative per salvare dal fallimento aziende storiche e note in tutto il mondo, come la Cantina Sociale di Solopaca, che produce vini tra i più apprezzati da mercato. La Cantina ha lanciato la campagna “Prendici così”, con la quale punta a vendere le 60mila bottiglie salvatesi dall’alluvione ma ricoperte di fango.

Rappresentanti istituzionali e le migliaia di cittadini della provincia di Benevento devastata da fango e detriti, sottolineano che senza i volontari il Sannio sarebbe ancora sott’acqua e il fango ostruirebbe ancora case, strade aziende. Senza i volontari, molte famiglie non avrebbero ricevuto né beni di prima necessità né pasti né braccia capaci di aiutarli. Tra ritardi e silenzi, il Sannio si è alzato da solo e lo ha fatto grazie alle centinaia di giovani volontari, 1412 il totale stimato dalla Caritas, coordinati – come possibile – dalla diocesi di Benevento. Ragazzi che da oltre una settimana si danno il cambio per aiutare le famiglie e i territori martoriati dall’esondazione del Sabato e del Calore ma anche del Tammaro e del Fortore, senza contare i fossi ed i torrenti. 

Un’intera provincia è stata spazzata via dalla furia dell’acqua. 

Il lavoro dei soccorritori va dal coordinamento delle squadre di volontari per il servizio di pulizia esterna alle abitazioni, al coordinamento del servizio di pulizia interna, al servizio di segretariato sociale per segnalazioni guasti gas, luce, acqua, necessità di espurgo e raccolta rifiuti, fornitura pasti caldi alla popolazione colpita. Ed ancora, la fornitura pasti caldi e panini a volontari impegnati e Protezione Civile, la fornitura beni di prima necessità: indumenti, biancheria, scarpe, kit pulizia personale, kit pulizia casa, derrate alimentari, kit per pulizia fango composto da pale, guanti, carriole. 

A tutto questo va aggiunta l’accoglienza Notturna famiglie sfollate, l’accoglienza Notturna volontari Misericordia e Protezione Civile, il Supporto Psicologico agli adulti, il supporto Psicologico ai bambini, il servizio Advocacy per la ricognizione dei danni e dei bisogni e la partecipazione alla rete istituzionale locale (COC) e il coordinamento delle donazioni a favore della popolazione colpita dall’alluvione a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale. Un lavoro massacrante che però allo stesso tempo si è rivelato fondamentale per la sopravvivenza del territorio sannita. 

I pasti caldi offerti fino al 21 ottobre sono stati 7459 di cui, 4099 alle famiglie e 3360. 106 i kit pulizia casa-igiene personale-infanzia per famiglie distribuiti, 261 i panieri familiari distribuiti: 93 a Benevento, 150 a Paupisi, 18 a San Giorgio La Molara. 25 le persone che ogni giorno hanno dormito nel centro allestito dalla Caritas (14 sfollati ed 11 volontari).
I comuni colpiti sono decine, e le strade completamente risucchiate da frane e fiumi non si contano. Diversi anche i comuni che ancora oggi non sono stati raggiunti dai volontari e dalle colonne della protezione civile giunti solo nelle scorse ore. Nel frattempo, la rete della solidarietà si è allargata a macchia d’olio e in tutti comuni della provincia non colpiti dall’alluvione, si moltiplicano i centri di raccolta.

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