Gli abitanti dei campi di Tindouf seguono con stupore i ripetuti scandali dei vertici del Polisario. E possiamo misurare il loro stupore, quando ricordiamo i discorsi populisti, lodando i meriti e i sacrifici fatti dalla popolazione saharawi, per galvanizzare le folle e prepararle a ingoiare le pillole di una cura fatta di austerità sempre più drastica, organizzata da un accordo tra questi leader.

Oggi, la verità sta diventando sempre più chiara su questo gioco orchestrato per più di mezzo secolo per lasciare al loro posto leader che vivono su un comodo gruzzolo da contrabbando e tratta di ogni tipo.

Tra un ministro degli Esteri in carica da 30 anni e funzionari inamovibili, nutriti dai sussidi algerini, i posti diventano costosi per accedere al circolo privato della cosca del Polisario.

Se questi leader hanno preoccupazioni solo per i loro affari, sono preoccupati anche per il futuro della loro prole, per la quale invece non risparmiano nulla, sia per le tasse universitarie, sia per il tempo libero, per il buon piacere della loro genitori, anche a costo di deviare gli aiuti umanitari, qualunque cosa.

Vanno valutati anche gli sforzi di questi capi, che si degnano di vivere nei campi di Tindouf, con il piccolo popolo sahrawi con cui devono confrontarsi quotidianamente, e persuaderli a non ribellarsi.