L’albicocca (Prunus Armeniaca) è un frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee. La pianta dell’albicocco, originaria della Cina dove era già conosciuta nel 3000 a.C., secondo alcuni, fu portata nel Mediterraneo dagli Arabi nel I secolo d.C.; secondo altri arrivò in Europa dopo la spedizione di Alessandro Magno.

Per quanto riguarda il nome  i Romani la chiamavano armeniacum cioè mela armena perché da lì proveniva o anche praecox, cioè precoce perché maturava prima della pesca e da questa radice è derivato il termine greco praikokion. Il nostro albicocca, così come l’abricot francese, l’apricot inglese e lo spagnolo albaricoque derivano invece dall’arabo al-barquq. La raccolta avviene da giugno a settembre e in Italia ne coltiviamo diverse varietà (ricordiamo in Liguria quella di Valleggia).

Una leggenda racconta che, in origine, l’albicocco era solo una pianta ornamentale con bei fiori bianchi; quando l’Armenia venne invasa dai nemici fu ordinato di abbattere tutti gli alberi che non producevano frutto per ottenerne legname e questo sarebbe stato anche il destino dell’albicocco se una fanciulla non avesse pianto sotto la sua chioma per tutta la notte. Al mattino, sull’albero erano cresciuti dei frutti dorati: le albicocche appunto. In altre leggende viene indicata come il frutto proibito assaggiato da Adamo ed Eva al posto della mela. 

Nei trattati medici arabi pare che venisse usata per curare il mal d’orecchi. Nella tradizione popolare inglese sognare l’albicocca porta fortuna, mentre altrove simboleggia la timidezza in amore; secondo un’altra versione se la si sogna secca preannuncia perdite e danni.

Da un punto di vista fitoterapico le albicocche ostacolano il processo mediante cui si forma il colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo “cattivo”) e sono, quindi, utili per proteggere cuore e arterie. Sono, inoltre, alimenti ad alto contenuto di fibre, utili per dimagrire e tenere sotto controllo l’iperglicemia. Tre albicocche contengono 3 grammi di fibra, pari al 12% del fabbisogno giornaliero, in cambio di un apporto calorico minimo: 51 calorie in totale. Hanno inoltre un forte potere antiossidante, dovuto alla vitamina A, che contribuisce ad arginare gli effetti dei radicali liberi. Un tempo le donne cinesi mangiavano albicocche per favorire la fertilità. L’intuito femminile ha preceduto ciò che la scienza avrebbe successivamente confermato: le albicocche sono ricche di minerali indispensabili per la produzione degli ormoni sessuali. L’alta presenza di minerali come potassio, fosforo, sodio, ferro e calcio ne fa un valido supporto in casi di anemia, spossatezza, convalescenza. L’albicocca può essere blandamente lassativa a causa del sorbitolo, è comunque ricca di acqua e fibre, quindi a priori è un aiuto per la regolarità intestinale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *